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10 Dicembre 2021

Accesso ai corsi di laurea, la CAO propone modifiche all’algoritmo ministeriale che li determina

Intanto la politica torna discutere dell’abolizione dei test per uno sbarramento al termine del primo anno. Iandolo (CAO), il rischio è formare dei disoccupati

Nor. Mac.

Se non si modificano gli algoritmi utilizzati per definire il fabbisogno formativo per l’accesso ai corsi di laurea in medicina ed odontoiatria, la nostra presenza in Commissione è decisamente inutile”.

Così il presidente nazionale CAO Raffaele Iandolo in Assemblea dei Presidenti CAO conclusasi oggi a Milano, commentando la relazione del Segretario Nazionale CAO Alessandro Nisio proprio sul lavoro del tavolo di confronto tra Ministero dell’Università, della Salute, Regioni e Ordini che determina il fabbisogno formativo

Il rischio, spiega Iandolo, è formare dei disoccupati visto il rapporto numero dentisti - cittadini. Rapporto, dice il presidente Nisio, che oggi è di circa un dentista ogni 1200 abitanti ma che se si considera che il 50% degli italiani nell’ultimo anno non si recato dal dentista (fonte SS ANDI), si capisce come siano da ripensare i criteri che determina il fabbisogno annuale dei professionisti. 

Per quest’anno accademico (2021-2022) le Regioni avevano proposto 1700 posti ad odontoiatria, la CAO 950-spiega Nisio- alla fine il Ministero ha mediato a 1253, ma poi ci sono i laureati italiani che hanno studiato all’estero e tornano in Italia per esercitare, circa 400 ogni anno”. E poi, continua Nisio si deve considerare anche il contesto lavorativo: sempre meno studi monoprofessionali, sempre più collaboratori, più imprese commerciali e sempre poco sbocco pubblico. 

La proposta avanzata dalla CAO è quella di modificare alcuni parametri degli algoritmi che guidano la definizione dei posti.  La CAO chiede di rivedere il rapporto dentista paziente considerandolo a livello territoriale, e su questo la CAO nazionale attiverà le CAO territoriali per meglio monitorare l’attuale “pletora”. Oggi il rapporto considerato nel calcolo è 85 dentisti ogni 100mila abitanti, la proposta della CAO è almeno scendere a 75 ogni 100mila. In Gran Bretagna, fa notare Nisio, il rapporto è un dentista ogni 2mila abitanti. 

Altro paramento che si chiede di rivedere è quello del pensionamento. Oggi viene considerata l’uscita dal lavoro dei dentisti liberi professionisti a 67 anni mentre i dati ENPAM, spiega Nisio, indicano l’uscita definitiva ben più avanti negli anni. 

Altra criticità sottolineata è quella del numero degli Atenei italiani sede di corso di laurea, per la CAO 37 sono troppo soprattutto rispetto agli altri Paesi europei: in Francia sono 16, in Spagna 17. 

Intanto la politica torna ad interrogarsi sull’abolizione dei test di ammissione. Tra gli emendamenti presentati alla Legge di Bilancio in discussione in questi gironi in Commissione è stato nuovamente presentato l’emendamento che cancella i test di ammissione a medicina, odontoiatria, veterinaria.La “scrematura” avverrà poi al secondo anno secondo “sulla base dei risultati conseguiti nel corso dell'anno accademico precedente, con riguardo al numero degli esami sostenuti e alla media dei voti riportati da ciascuno studente”. 

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