Il 7,2% di medici ed odontoiatri che, sulla piattaforma del Green pass, risultano ‘inadempienti’ e da verificare. Anelli: “si tratta di un dato grezzo che non fotografa la situazione reale”
Sono 1.913 i medici e gli odontoiatri (non disponibile il dato disaggregato) attualmente sospesi dagli Albi dei Medici e degli Odontoiatri italiani per mancato rispetto dell’obbligo vaccinale: lo 0,4% degli iscritti, che sono in tutto 467.611. A comunicarlo, la FNOMCeO.
Il DL 172, per il quale la Camera ha approvato ieri in via definitiva il disegno di legge di conversione, pone in capo agli Ordini degli esercenti le professioni sanitarie, per il tramite delle rispettive Federazioni nazionali, la verifica automatizzata - attraverso la Piattaforma nazionale del Digital green certificate - del possesso delle certificazioni verdi comprovanti lo stato di avvenuta vaccinazione, comprensiva della dose booster. L’ultima interrogazione, effettuata questa mattina dalla FNOMCeO, indica che il 7,2% dei medici e odontoiatri italiani (33.534) non adempirebbe alla legge.
“Si tratta di un dato grezzo, che non fotografa la reale situazione dei sanitari inottemperanti – spiega il Presidente della Fnomceo, Filippo Anelli – e che comprende, ad esempio, anche i colleghi che non possono vaccinarsi o che devono differire la dose per motivi di salute, quelli che sono risultati positivi al Covid e devono quindi posticipare l’appuntamento, quelli che sono in attesa del booster avendo già la prenotazione. E poi, quelli che si sono vaccinati all’estero, e che non sono stati registrati sulla piattaforma italiana”.
“Una volta ricevute le segnalazioni, gli Ordini invitano via pec gli iscritti a fornire, entro cinque giorni dalla ricezione della richiesta, la documentazione comprovante l’effettuazione della vaccinazione, o il certificato di esenzione o di differimento, o la prenotazione per la dose, che deve poi essere effettuata entro 20 giorni. In quest’ultimo caso, il sanitario dovrà, entro tre giorni dalla somministrazione, inviare il certificato vaccinale”.
“Gli Ordini hanno adempiuto subito alle loro responsabilità, anche se questo ha causato un forte aggravio di lavoro per gli uffici e per il personale – continua Anelli -. La prima estrazione dei dati, fatta il 20 dicembre, ha segnalato oltre 60mila nominativi, che si sono oggi dimezzati: segno che molti colleghi hanno comunicato di essersi messi in regola. Sono partite anche, dopo gli opportuni accertamenti, le prime sospensioni e altre sono in arrivo”.
“Ringraziamo gli Ordini territoriali per il loro lavoro e, come Federazione, siamo sempre pronti a sostenerli nelle difficoltà applicative che dovessero incontrare – conclude Anelli – con circolari, Faq, ‘question time’ dedicati. Si tratta di un grosso onere che è però collegato alla responsabilità propria degli Ordini, quella della tenuta degli Albi. L’intento non è punitivo – tanto che la sospensione non ha natura disciplinare ma dichiarativa -. L’obiettivo è, come afferma la legge, quello di tutelare la salute pubblica e mantenere adeguate condizioni di sicurezza nell'erogazione delle prestazioni di cura e assistenza. Se poi vengono rilevate anche infrazioni deontologiche, come accade, ad esempio, con i sanitari che diffondono messaggi no-vax o non fondati su evidenze scientifiche, in parallelo saranno aperti anche dei procedimenti disciplinari”.
A cura di: Ufficio Stampa FNOMCeO
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