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15 Settembre 2023

L’odontoiatria pubblica toscana fa rete per migliorare il servizio

I 77 ambulatori pubblici afferiranno tutti alla rete e saranno divisi in strutture di primo livello, secondo e terzo livello a seconda del servizio erogato. 150 gli odontoiatri che lavorano nel SSR toscano


L’odontoiatria pubblica toscana diventa una rete per un ancor miglior coordinamento: una rete integrata tra territorio e ospedale per offrire risposte specifiche ed appropriate e standard omogenei per la presa immediata delle urgenze e dei vulnerabili, oltre ad un’attenzione particolare per l’odontoiatria infantile.Lo sancisce una Delibera approvata in estate. 

Si tratta di una delle prime esperienze in Italia - ricordano il presidente Eugenio Giani e l’assessore Simone Bezzini sul sito della Regione– che colloca nuovamente la Toscana all’avanguardia sul fronte dell’odontoiatria pubblica. Quasi dieci anni fa, infatti, la Toscana è stata la prima Regione italiana ad inserire nei livelli essenziali di assistenza, ovvero i Lea, l’odontoiatria per tutti e non solo per chi ha importanti problemi di salute e a cui l’assistenza era già garantita da una legge nazionale. Con la costituzione della rete si prova adesso a migliorare ulteriormente il servizio, con l’obiettivo di rispondere ad una carenza strutturale di offerta pubblica in odontoiatria rispetto al bisogno sanitario". 

Sono circa 150 gli odontoiatri che lavorano nel Sistema Sanitario Regionale toscano, con duecentomila prestazioni dispensate ogni anno, altrettante ore lavorate ed un costo di 25 milioni di euro: una piccola percentuale rispetto al costo sociale annuo, che in tutta Italia è compreso tra i cinque e i dieci miliardi di euro di cui solo il cinque per cento riguarda il sistema pubblico. 

I centri odontoiatrici pubblici oggi presenti in Toscana sono settantasette. Afferiranno tutti alla rete e saranno divisi in strutture di primo livello (58), secondo (14) e terzo (5). Nei centri di primo livello si effettuerà l’assistenza base, con prestazioni di non elevata complessità con attrezzature e strumenti ordinari, rivolgendosi a persone che non presentano elevati fattori di rischio.
Nelle strutture di secondo livello saranno erogate prestazioni a chi presenta un rischio clinico e che dunque richiedono strumentazione e assistenza più complessa.
I centri di terzo livello operano in ambito ospedaliero e grazie all’integrazione delle competenze e alla disponibilità di attrezzature potranno offrire prestazioni a pazienti che presentano un forte rischio clinico. L’accesso per la prima visita avviene tramite Cup.

Ma in caso di urgenza ci si potrà presentare anche senza prenotazione, oppure su richiesta di altre strutture del servizio sanitario regionale. Anche per l’attività programmata si prenoterà tramite Cup. La governance è affidata al Comitato di Rete, che si occuperà di predisporre un piano di azioni, definendo e aggiornando i percorsi clinici di riferimento, gli standard organizzativi, gli indicatori delle performance e le tecnologie necessarie.   


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