Chi non è esperto di tecnologie informatiche difficilmente ne ha sentito parlare, eppure il cloud computing è stato definito come la più grande invenzione dopo internet. Certe riviste tecniche non fanno che discutere della nuvola - the cloud - ma anche chi non sa cosa sia lo utilizza abitualmente.
Secondo un'indagine condotta lo scorso anno da Nextplora per conto di Microsoft, solo il 15% di coloro che navigano su internet ha dichiarato di sfruttare almeno un servizio di cloud computing ma, analizzando nel dettaglio i loro comportamenti, la percentuale è salita all'88%.
Sì perché la nuvola informatica fa riferimento alla possibilità, offerta da un numero crescente di provider, di memorizzare o elaborare dati attraverso tecnologie che non risiedono sul computer dell'utente, ma in remoto, distribuite sulla rete o, appunto, sulla nuvola. Così, senza rendercene conto, utilizziamo il cloud computing ogni volta che conserviamo messaggi e-mail oppure fotografie su archivi in rete, accessibili solo attraverso il collegamento a internet, ma in compenso da qualunque computer, tablet o smartphone in qualsiasi parte del mondo.
Cloud Computing
Il cloud computing riguarda i dentisti non solo perché, come tutti gli altri cittadini, navigano e approfittano degli innumerevoli servizi messi a disposizione dalla rete: i software cloud specifici per lo studio dentistico si stanno moltiplicando, offrendo senza dubbio numerosi vantaggi che stanno sempre più fugando le resistenze e le preoccupazioni che ne hanno accompagnato l'introduzione.
Martin Jablow, in un articolo pubblicato da Dentistryiq.com, parlava del primo dei software per dentisti basato sul web e faceva notare che quella versione iniziale scontava ancora limiti, per esempio in termini di robustezza, tali da pregiudicarne un'ampia diffusione.
Ma in pochi anni la tecnologia ha fatto molti passi avanti, dopo che università, aziende private e numerose associazioni governative in tutto il mondo hanno messo in campo investimenti ingenti sul cloud computing.
Tra gli altri, si segnalano le università di Yale e del Wisconsin e poi California, Virginia, Indiana, North Carolina, Utah e Minnesota; fuori dagli Stati Uniti si segnalano le ricerche compiute presso l'ateneo di Melbourne ma anche in India, a Mumbay. Ibm e Google hanno sviluppato una Academic Cloud Computing Initiative e nel 2009 hanno finanziato con 5 milioni di dollari le istituzioni accademiche affinché si superassero i problemi tecnologici e si creassero le condizioni per lo sviluppo della nuvola informatica.
Come fa notare Adrian Huang su dentaleconomics.com, una considerazione fondamentale nella scelta di qualsiasi prodotto utile allo studio odontoiatrico è quella economica. Sotto questo profilo, i software che sfruttano le risorse su cloud offrono opportunità davvero interessanti.
Intanto, già il costo dell'acquisto iniziale del software può essere basso o anche nullo: generalmente si accede a queste risorse attraverso il browser dietro pagamento di un abbonamento mensile.
Il risparmio
Un ulteriore risparmio deriva dal fatto che non c'è la necessità di acquistare degli hard disk per effettuare il back up e conservare la copia dei dati; questi vengono memorizzati su server remoti e affidabili: si può essere certi che nulla verrà mai perso, anche se per qualche motivo il computer o qualsiasi altra risorsa locale non dovesse più essere disponibile. Anche dal punto di vista hardware non servono apparecchiature aggiuntive o risorse particolarmente potenti: non è necessario disporre di un server e di una rete locale che consenta la comunicazione tra i vari computer dello studio perché la condivisione dei dati avviene attraverso il web.
Oltre al risparmio diretto dovuto al mancato acquisto dell'hardware occorre ricordare il vantaggio di non doversene sobbarcare la manutenzione e di non essere costretti a subire gli inconvenienti di una caduta di sistema, che potrebbe compromettere la normale attività dello studio.
Anzi, poiché l'accesso è remoto, alcune attività come la pianificazione delle attività e il controllo degli appuntamenti possono essere svolte agevolmente da casa.
Punti di debolezza
Uno dei punti deboli del cloud computing è quello della sicurezza informatica. La memorizzazione su cloud di dati personali o sensibili espone a possibili violazioni della privacy: fisicamente i dati sono registrati su Server Farm di aziende che possono trovarsi in Paesi esteri e teoricamente potrebbero essere utilizzati per ricerche di mercato o profilazione degli utenti. Inoltre, i collegamenti wireless sono più esposti alla pirateria informatica e hanno una sicurezza minore.
In uno studio odontoiatrico si gestiscono e conservano dati sensibili dei pazienti, ma il problema è decisamente più rilevante per soggetti esposti a spionaggio industriale e per archivi ad alto valore economico o politico.
Il cloud computing è un sistema ancora in evoluzione e alcuni benefici arriveranno col tempo.
Devono ancora essere compiutamente sviluppati aspetti come la memorizzazione su cloud di immagini e radiografie, un sistema di comunicazione efficiente con i pazienti e di gestione degli addebiti e dei pagamenti, ma la strada è tracciata e le aziende propongono soluzioni sempre più innovative.
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