Che gli italiani rinuncino al dentista non è certo una novità, il dato nuovo è quello che quantifica quante famiglie hanno rinunciato alle cure odontoiatriche ed i rischi che questo comporta.
Tra il 2007 e il 2012 sono state mezzo milione le famiglie che hanno disertato la visita al dentista, secondo una elaborazione effettuata dal Servizio Studi ANDI su dati Istat 2013presentata venerdì scorso a Roma durante il 61° Congresso Scientifico ANDI.
La percentuale della spesa odontoiatrica effettuata dalle famiglie italiane -ha spiegato Roberto Callioni Coordinatore del Servizio Studi ANDI- è calata del 3,31%, come la spesa media mensile di tutte le famiglie è scesa del 30,5 % e la spesa media mensile riferibile alle sole famiglie che hanno effettuato una spesa odontoiatrica è calata del 28,1%. Secondo i dati presentati, la percentuale delle persone che nel 2011 hanno rinunciato alle cure odontoiatriche per ragioni economiche è stata dell'8,9% rispetto all'intera popolazione. Tale percentuale è più alta al sud e nelle isole (13%) e fra i 35 e i 59 anni come classe d'età.
In confronto agli altri Paesi europei l'Italia è quello con la più alta percentuale di rinuncia alle prestazioni odontoiatriche e con la più alta differenza fra il 2012 e il 2007.
Anche considerando i paesi più in difficoltà, come Grecia e Spagna, l'Italia segna il passo. Secondo i dati presentati, nel nostro paese nel solo 2011 hanno rinunciato alle cure l'8,9% dei cittadini con più di 16 anni mentre in Spagna solo il 4,2% ed in Grecia il 6,8%. In Germania solo il 2% dei cittadini ha rinunciato alle cure nel 2011 rispetto all'anno precedente, mentre in Inghilterra lo 0,5%.
A recarsi dal dentista almeno una volta all'anno è il 52% degli italiani contro il 77% dei tedeschi e l'83% degli olandesi.
Se da un lato calano i pazienti, e quindi la richiesta di cure, dall'altro aumentano gli odontoiatri. Da questo punto di vista l'Italia registra il record dell'incremento in Europa del numero di iscritti all'Albo degli odontoiatri (+70,5% negli ultimi 10 anni), solo il Portogallo ha fatto meglio di noi con l'83,4%. L'incremento della Germania è stato del 9,8%.
In Italia, oggi, c'è un dentista ogni 1.042 abitanti (neonati inclusi).
"Il problema principale del non recarsi dal dentista è il rischio di vedere nei prossimi anni peggiorare la salute degli italiani che oggi è discreta -ha commentato il presidente nazionale ANDI Gianfranco Prada- e questo comporterà un aumento di pazienti che chiederanno risposte al SSN non potendosi recare dai dentisti privati per via della riduzione del proprio potere d'acquisto. Per questo continuiamo a sollecitare il Ministero a modificare la propria politica in tema di salute orale. Mancando le risorse si deve puntare sulla prevenzione per evitare di aumentare i malati ed assistere le fasce sociali più basse. Oggi invece si sottoutilizzano le strutture pubbliche per privilegiare le prestazioni offerte da Asl ed ospedali a pagamento".
Tra i dati positivi quello che conferma che gli italiani si fidano del proprio dentista e non amano le catene low cost oppure andare all'estero e se ci sono andati non lo rifarebbero, almeno così il 50% di quelli intervistati dal prof. Mannheimer per una ricerca commissionata dal ANDI nel 2012 non ci andrebbe più.
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