17 Marzo 2010
L’educazione sanitaria parte dall’odontoiatra
di Francesca Giani
Sfruttare la capillarità degli operatori sanitari di area odontoiatrica per informare i cittadini sull’influenza che abitudini di vita non corrette possono avere nei confronti di patologie infiammatorie e sulla correlazione tra malattie parodontali e malattie sistemiche, ma anche favorire la diffusione di un nuovo concetto di prevenzione che tenga conto dell’individuo nellasua integrità. Questo l’obiettivo del progetto biennale “Stili di vita - Sorridi a un nuovo stile di vita”, lanciato dalla Società italiana di parodontologia (Sidp) e presentato a fine febbraio a Milano. Nel corso dell’iniziativa, che durerà da maggio 2010 a novembre 2011, verranno organizzate su tutto il territorio nazionale cinquanta conferenze di quattro ore l’una, con tavola rotonda finale, aperte a odontoiatri, igienisti dentali e medici di famiglia. L’idea è di fornire una preparazione sulla correlazione tra la parodontite e determinate malattie sistemiche e mettere gli operatori sanitari nella condizione di farsi portavoce verso i cittadini di un miglioramento degli stili di vita.
“La scelta del team odontoiatrico come canale di comunicazione al pubblico non è casuale” ha spiegato nel corso della conferenza stampa Luca Francetti, presidente Sidp. “Innanzitutto, già da tempo, il dentista è un punto di riferimento per la diffusione di comportamenti salutistici, a partire dalla sensibilizzazione sull’igiene orale a consigli sull’alimentazione nella prevenzione delle carie. Si tratterebbe qui soltanto di ampliare il ruolo dell’odontoiatra e portare l’educazione sanitaria da una visione distrettuale, legata cioè al solo cavo orale, a una visione complessiva. Un altro aspetto che rende questo professionista una figura ottimale per il progetto è il fatto che si rivolge non solo al singolo paziente ma all’intero nucleo familiare. Senza contare poi che ha il più alto numero di visite: circa il 40% degli italiani, infatti, frequenta annualmente uno studio dentistico. Occorre poi considerare che il dentista ha a che fare con pazienti che, in percentuale più alta rispetto al medico di famiglia o allo specialista, godono di un buono stato di salute. Una caratteristica fondamentale, perché permette alla prevenzione di essere più efficace e all’operatore di intervenire prima dell’insorgenza di un problema.” Insomma, l’odontoiatra rappresenta un punto di osservazione e di incidenza fondamentale.
"D’altra parte - Pierpaolo Cortellini, past-president Sidp - il problema della diffusione di corretti stili di vita è molto determinante per la salute dei cittadini. E i dati sulla parodontite lo dimostrano. Si tratta di una delle patologie infiammatorie croniche a più elevata prevalenza nella popolazione dei paesi occidentali: interessa, nella forma grave, circa il 10- 15% degli italiani adulti, cui si deve aggiungere il 20-30% di pazienti affetti in forma lieve. La sua importanza è determinata anche dal fatto che recenti studi clinici e sperimentali hanno messo in evidenza una stretta correlazione tra la parodontite e alcune malattie sistemiche molto diffuse (quali l’aterosclerosi, la sindrome metabolica, il diabete, la broncopatia cronica ostruttiva, le patologie cardiocircolatorie). È stato infatti ipotizzato che tale patologia può avere sull’organismo effetti diretti, attraverso cioè la disseminazione per via ematica di batteri patogeni, o effetti indiretti, dovuti all’influsso esercitato dall’infiammazione. Alla luce di questa situazione, è importante sottolineare che le parodontiti e le malattie sistemiche correlate rappresentano fenomeni patologici la cui eziopatogenesi è multifattoriale e che condividono numerosi fattori di rischio legati al patrimonio genetico, ma anche agli stili di vita.” Da qui allora l’importanza dell’educazione sanitaria.
“Tra gli stili di vita associati a un incremento del rischio di parodontiti - Antonio Carrassi, presidente del corso di laurea magistrale in Odontoiatria e protesi dentaria all’Università degli Studi di Milano - ci sono, in particolare, scarsa igiene orale, stress, scarso esercizio fisico e, non finiremo mai di ripeterlo, il fumo. Stime di agenzie internazionali indicano che l’uso del tabacco è associato a più di cinque milioni di morti all’anno. Se la tendenza attuale dovesse continuare, ci si può aspettare che, entro il 2025, i morti saliranno a dieci milioni all’anno. Ma la buona notizia è che anche dopo poco tempo che si è smesso di fumare gli effetti positivi sullo stato complessivo di salute si sentono. Abbandonare la sigaretta può essere allora determinante per evitare o ridurre il rischio di certe patologie.”
"Ma acquisire uno stile di vita più corretto non è facile” Massimo Pagani, direttore della scuola di specializzazione di Medicina dello sport. “Il punto critico è costituito indubbiamente dal cambiamento. Tutti sappiamo individuare a grandi linee quali siano le abitudini più salutari. Ma poi di fatto in pochi si sentono di poter affermare di avere uno stile di vita sano. Credo che lo sforzo debba partire in primo luogo da noi operatori sanitari: siamo noi i primi a dover cambiare. Quello che dobbiamo capire è che curare il cronico non è la stessa cosa che curare l’acuto. L’approccio che tali patologie richiedono è completamente differente, come diverso deve essere il nostro modo di relazionarci agli assistiti.” Il progetto ha potuto contare su un testimonial d’eccezione: Josefa Idem Guerrini, la campionessa nella canoa K1 e la donna che, nella storia italiana dello sport individuale, ha ricevuto più premi tra Campionati del mondo e Olimpiadi. “Sono lieta di essere stata scelta da una Società scientifica così prestigiosa” ha spiegato durante la conferenza stampa. “Quello promosso dalla Sidp è un progetto importante, nel quale mi identifico, perché riassume e sintetizza lo stile di vita che ho messo in pratica come atleta e come mamma. La prevenzione è infatti un aspetto fondamentale nella vita degli atleti ed è uno dei nodi che ho voluto trasmettere alla mia famiglia.”
primi incontri si svolgeranno sabato 22 maggio a Catania, Firenze, Genova, Perugia, Torino e Varese. Il progetto prevede anche la possibilità di scaricare materiale informativo e alcuni capitoli dell’opuscolo “Stili di vita” dal portale Sidp, che contengono anche informazioni pratiche per i cittadini. A disposizione dei pazienti c’è poi un questionario online con cinquanta domande che permette di valutare il proprio profilo di rischio e ottenere in tempo reale suggerimenti per modificare il proprio stile di vita (con un sistema di semafori). Il questionario ha anche l’obiettivo di raccogliere dati e informazioni sulla popolazione. Il progetto ha ottenuto, tra gli altri, l’egida della presidenza del Consiglio dei ministri, della Fnomceo e della fondazione Umberto Veronesi. “Abbiamo voluto concedere il nostro patrocinio - ha spiegato alla conferenza stampa Paolo Veronesi, presidente della Fondazione - perché ci riconosciamo nei valori di questo progetto. Riteniamo infatti che ogni operatore sanitario debba compiere il massimo sforzo per comunicare l’importanza dello stile di vita e d’altra parte l’igiene orale è proprio uno dei punti di partenza dell’igiene di vita. L’iniziativa della Sidp ha d’altra parte il pregio di essere veramente capillare e la possibilità di incidere realmente nella creazione di una cultura della prevenzione.”
Nuovo stile di vita? Ce lo racconta Sefy
Uno stile di vita più sano? Facile, basta prendere un appuntamento con se stessi. Parola di Josefa Idem Guerrini, la sportiva, italiana di adozione, che con la canoa K1 ha vinto, tra Campionati del mondo e Olimpiadi, sei ori, undici argenti e nove bronzi e che, nonostante i suoi quasi quarantasei anni, intende battere un nuovo record: con il prossimo appuntamento nel 2012 a Londra, essere l’atleta che ha partecipato al maggior numero di Olimpiadi. «Per noi atleti l’attenzione allo stile di vita e la prevenzione sono fondamentali» racconta Sefy, come la chiamano gli amici, testimonial del progetto “Stili di vita – Sorridi a un nuovo stile di vita” lanciato dalla SidP a fine febbraio «perché sono ciò che ci permette di preservare la nostra integrità fisica, soprattutto in sport faticosi, in cui rischiamo danni muscolari. Fare quotidianamente determinati esercizi fisici, anche al di fuori dell’allenamento, e seguire un’alimentazione equilibrata è importante. È vero che la chiave del successo è la motivazione, ma questa non darebbe nessun risultato se non fossimo attenti ad arrivare alle gare in ottime condizioni». Ma cambiare il proprio stile di vita non è facile.
«Ormai sappiamo quali sono le abitudini più salutari e ciò nonostante non le adottiamo. Quello che mi chiedo è perché continuiamo a trattarci male. È strano dirlo, ma siamo sempre gli ultimi a cui pensiamo. Diciamo sempre che non abbiamo tempo per fare movimento, ma la verità è siamo più liberi di quello che pensiamo. Credo che un aiuto portebbe essere mettere il momento dello sport in agenda. E possibilmente farlo all’inizio della settimana: non bisogna aspettare il momento in cui l’agenda è piena, per poi dire che abbiamo troppi impegni. Un altro consiglio è prendere con più leggerezza l’esercizio fisico. Spesso lo sentiamo come un dovere e per di più identifichiamo il movimento con il sudore, la fatica. Ma non è così: l’attività fisica è prima di tutto un piacere, è un momento di relax e di tranquillità, e può essere, perché no, una passeggiata in un bosco o in mezzo ai campi. Si può fare ed è alla portata di tutti».Già, basta prendere un appuntamento con se stessi.
GdO 2010; 4
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