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01 Ottobre 2015

Pressing di ANDI alla politica. Prada scrive al Ministro Lorenzin, incontra il sottosegretario Baretta e propone due emendamenti sulla responsabilità professionale


Foto dell'incontro dal sito AndiFoto dell'incontro dal sito Andi

Settimana di intenso lavoro di lobbie da parte di ANDI impegnata a pressare la politica verso la modifica di alcune norme che stanno, o potrebbero, penalizzare la professione.

Responsabilità professionale

La norma sulla responsabilità professionale dei medici, ora in discussione in Commissione Affari Sociale della Camera, punta a combattere la medicina difensiva. Il provvedimento che dovrebbe essere inserito nella Legge di Stabilità per l'approvazione ridefinisce le regole che governano la responsabilità medica affidando al paziente l'onere della prova oltre a ridurre i tempi di prescrizione per i medici da 10 a 5 anni.

Ma stando al testo attualmente in discussione dalle modifiche verrebbero esclusi i liberi professionisti valendo solo per i convenzionati e dipendenti del SSN.
"Una disparità inaccettabile" ha scritto il presidente ANDI Gianfranco Prada al Ministro della Salute On. Beatrice Lorenzin chiedendo di intervenire sanando la disparità di trattamento.

Due, secondo quanto pubblicato sul sito dell'Associazione, le osservazioni che il presidente Prada pone al Ministro.

La prima riguarda proprio la disparità di trattamento, dato che la norma si applicherebbe solo per le prestazioni erogate in regime pubblico.
"Una simile impostazione - scrive il presidente ANDI al Ministro - escluderebbe l'applicabilità della norma a quegli atti che sono erogati fuori dal contesto della sanità pubblica, determinando, da un lato, un'evidente disparità di trattamento all'interno della stessa categoria professionale degli iscritti all'Albo dei medici e degli odontoiatri, dall'altro una disfunzione tra pubblico e privato. Infatti uno stesso professionista può trovarsi ad erogare le proprie prestazioni sia nel proprio studio privatamente, sia nel pubblico in collaborazione con enti convenzionati con il SSN. In tal caso si avrebbe come conseguenza il fatto assurdo che il medesimo professionista sarebbe assoggettato a regimi di responsabilità diversa a seconda del luogo dove esegue la prestazione".

La seconda riguarda la dicotomia di responsabilità civile tra la struttura e il professionista.
"Infatti - sottolinea Prada - nel caso in cui si parla di strutture sanitarie complesse, cioè quelle nelle quali oltre alla prestazione vengono erogati altri servizi, allora la dicotomia precitata è necessaria. Invece laddove la prestazione sanitaria è resa in uno studio libero professionale resta il fatto, sotto il profilo del regime della responsabilità civile, che non sono erogati servizi di supporto, per cui l'aspetto oggettivo (struttura) coincide con quello soggettivo (medico o odontoiatra): pertanto, non avrebbe alcuna ratio la norma che per lo stesso atto determinerebbe un doppio binario di responsabilità (ex art. 1218 e 2043 c.c.)".

Ricordando al Ministro che l'odontoiatria in Italia è esercitata per oltre il 90% in studi e strutture private, Prada sottolinea che "non è pensabile di trascurare le necessità di questo importante settore della nostra sanità" ed anche per questi motivi chiede che la norma contenuta nella bozza legislativa venga modificata.
Per rendere concreta la richiesta di intervento ANDI ha anche proposto una serie di parlamentari due mozioni che puntano, proprio, a modificare il provvedimento nel senso indicato da ANDI. A questo link il testo delle mozioni proposte.

Ministero dell'Economia e Finanze

Mercoledì 30 Settembre il presidente ANDI Gianfranco Prada ha incontrato il Sottosegretario all'Economia On. Pierpaolo Baretta (nella foto) per rappresentare le esigenze della professione in merito principalmente alle seguenti tematiche.

Queste le problematiche portate all'attenzione:

1) Necessità di aumentare la detraibilità delle parcelle relative alle prestazioni odontoiatriche per favorire il maggiore accesso alle cure da parte della popolazione;

2) Necessità di rivedere le regole relative all'invio dei dati per il 730 precompilato che penalizzano sia dal punto di vista economico che burocratico l'attività degli studi professionali;

3) Necessità di uniformare le regole sulla detraibilità dei versamenti ai fondi sanitari integrativi per permettere l'erogazione delle prestazioni anche agli studi odontoiatrici non accreditati con il Servizio Sanitario Nazionale.

"Il Sottosegretario Baretta -si legge in una nota pubblicata sul sito dell'Associazione si è riservato di esaminare attentamente la documentazione consegnata dal Presidente Nazionale ed in particolare, per il secondo punto, a valutare la possibilità di utilizzare i dati trasmessi con lo spesometro evitando la duplicazione di invio attraverso il sistema tessera sanitaria".

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