A vent’anni da Armitage, è nata la nuova classificazione delle malattie parodontali e peri-implantari. Con importanti implicazioni cliniche. Abbiamo approfondito l’argomento con il prof. Mario Aimetti, presidente della Società Italiana di Parodontologia e Implantologia.
Professor Aimetti, la precedente classificazione risale al 1999. Che cosa ne ha reso necessaria la revisione?
Più che di revisione parlerei di svolta. L’evoluzione che la medicina ha avuto negli ultimi anni, supportata dalle recenti acquisizioni scientifiche, non poteva vedere disgiunta la parodontologia, da sempre “allineata”, grazie all’intensa produzione scientifica che la caratterizza.
La straordinaria crescita di conoscenze rappresenta l’elemento su cui è stata costruita questa nuova classificazione. Negli ultimi anni, soprattutto, si è parlato di terapia personalizzata e, più recentemente, di Precision Medicine. Concetti che sottintendono un’immagine olistica del paziente.
Grazie allo sviluppo di discipline come la genomica, la trascrittomica, la proteomica e la metabolomica, il paziente può essere “curato” in modo sempre più individuale. Tutto questo ha mutato nel tempo l’approccio della classe medica.
La nuova classificazione individua proprio il concetto di case definition: identifica il paziente affetto dalla malattia, introducendo elementi nuovi che non erano presenti nelle precedenti classificazioni.
Per continuare la lettura scaricare l'allegato.
doi: https://doi.org/10.19256/d.cadmos.09.2018.02
per scaricare questo contenuto è necessario accedere a Medikey
accedi a medikeyse non fai ancora parte della più grande comunità medica italiana
registrati ora a medikey