01 Aprile 2019

Restauri adesivi in disilicato di litio in paziente multidisciplinare

Rubrica AIE

Raffaele Esposito

Il disilicato di litio negli ultimi anni ha conosciuto un notevole ampliamento del suo utilizzo in odontoiatria restaurativa indiretta per l’elevato potenziale estetico, le caratteristiche ottiche, le valide proprietà meccaniche, la precisione e l’accuratezza del prodotto finale, i tempi di realizzazione del manufatto più brevi.

È una ceramica a matrice vetrosa altamente caricata con resistenza alla flessione tra 300 e 450 MPa introdotta in odontoiatria nel 1998; è mordenzabile, caratteristica questa che la rende candidata ideale alla cementazione adesiva; in questo modo è possibile realizzare un unico sistema dente-restauro che aumenta la resistenza alla flessione del materiale stesso. Trova impiego nella realizzazione di veneers, intarsi, corone singole e protesi parziali (ponti) fino a tre elementi nella sola regione frontale, cioè che non si estendono oltre il primo premolare.

I restauri in disilicato di litio possono essere ottenuti mediante due procedure:

  • tecnica della pressofusione;
  • CAD/CAM.

Materiali e metodi
Paziente maschio di anni 41, ci viene inviato per la finalizzazione estetico-funzionale degli elementi anteriori dell’arcata superiore, nel contesto di un trattamento odontoiatrico multidisciplinare. Il paziente, infatti, è stato sottoposto a terapia chirurgica bimascellare e a trattamento ortodontico per la risoluzione di una malocclusione di III classe.

All’anamnesi medica presenta buone condizioni di salute generale. All’anamnesi stomatologica risultano evidenti i numerosi trattamenti odontoiatrici; ultimi, in ordine temporale, corone in metallo-ceramica sostenute da elementi naturali, trattati endodonticamente, e da impianti osteointegrati. Tali lavori protesici sono stati eseguiti dopo l’intervento chirurgico. Il paziente presenta una buona igiene orale ed effettua periodicamente controlli odontoiatrici e igiene orale professionale.

All’esame clinico dell’area da restaurare, risulta una necrosi a carico del 2.2 (test di vitalità negativo) e una marcata discromia dell’elemento 2.3 trattato endodonticamente.

Per continuare la lettura scaricare l'allegato.

doi: https://doi.org/10.19256/d.cadmos.04.2019.07




 
 
 
 
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