01 Aprile 2021

Management del morbo di Riga-Fede associato a denti natali e neonatali

Rassegna

Alessandro Venditti, Paolo Maturo, Alessia Vincenza Brescia, Raffaella Docimo

Obiettivi  Il morbo di Riga-Fede (MRF) è una condizione patologica benigna del bambino caratterizzata da lesioni ulcerose a carico di lingua, muco­sa geniena, gengive o pavimento della lingua, causate più frequen­temente dall’azione traumatica di denti natali/neonatali. La sintoma­tologia dolorosa può essere as­sente o acuta, fino a impedire al bambino di alimentarsi.

Scopo del lavoro è una revisione della letteratura sulle possibilità di cura proposte per MRF e la de­scrizione di due casi clinici con di­verso approccio terapeutico.

Materiali e metodi  È stata condotta una revisione si­stematica della letteratura ri­guardo il trattamento del morbo di Riga-Fede associato a denti natali e neonatali.

È stata eseguita una ricerca sui database PubMed, Scopus e Goo­gle Scholar aggiornata al 1° aprile 2020. Per compilare la revisione sistematica è stato eseguito il pro­tocollo PRISMA (Preferred Repor­ting Items for Systematic Reviews and Meta-Analysis).

Tutti i casi clinici descritti in lette­ratura identificati sono stati cata­logati per età, sesso, presenza di elementi natali o neonatali, sede della lesione, complicanze clini­che, trattamento e tempi di gua­rigione.

Risultati  Negli studi revisionati, sono stati oggetto di osservazione e di piano terapeutico 44 casi clinici. I tratta­menti descritti sono stati: estrazio­ne dentale (41,3%), ameloplastica (14,3%), restauro additivo dei margini incisali (7,5%), biopsia escissionale (7,5%), utilizzo di placche occlusali (2,9%), applica­zione topica di corticosteroidi (9,7%), lidocaina gel 2% (5,2%), piante acantacee (2,9%), fluoro (2,9%), acqua ossigenata (2,9%) e low level laser therapy (2,9%).

Discussione e conclusioni  L’avulsione dentaria e l’amelopla­stica sono i due trattamenti elettivi per il morbo di Riga-Fede.

L’estrazione è indicata nel caso in cui il bambino non è in grado di alimentarsi a causa della sintoma­tologia dolorosa o quando vi è un alto di rischio di ingestione/inala­zione degli elementi presenti a causa dell’elevata mobilità.

L’ameloplastica è indicata invece nei casi in cui la mobilità degli elementi presenti non è tale da presentare il rischio di ingestio­ne/inalazione.

Il restauro additivo dei margini in­cisali e l’applicazione di una placca occlusale sono due tratta­menti proposti in letteratura ma difficilmente attuabili data l’età neonatale.

In associazione a tali trattamenti sono state proposte applicazioni topiche a base di corticosteroidi e l’utilizzo di laser a diodi al fine di ridurre la componente algica e infiammatoria.

Implicazioni cliniche  Il presente studio indirizza il clinico verso la scelta terapeutica più in­dicata, alla luce dell’ottimizzazio­ne del risultato finale.

Per continuare la lettura gli abbonati possono scaricare l'allegato.

doi: https://doi.org/10.19256/d.cadmos.04.2021.04




 
 
 
 

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