Obiettivi Descrivere un approccio multidisciplinare nel trattamento di un paziente con malattia di Von Willebrand. La malattia di Von Willebrand (VWD) è una malattia autosomica ereditaria causata da difetti quantitativi o qualitativi nel fattore Von Willebrand (VWF), con una prevalenza approssimativamente dell’1%, causata da difetti nella concentrazione, struttura o funzione di VWF. In genere i valori normali di VWF in pazienti sani possono variare da 50/55 a 200 UI/dL. Molti pazienti rispondono favorevolmente alla stimolazione del rilascio di VWF endogeno mediante desmopressina (DDAVP), in caso contrario la terapia di scelta è la sostituzione con prodotti derivati dal plasma con un contenuto sostanziale di VWF e FVIII.
La chirurgia implantare e la chirurgia orale sono in ogni caso da considerarsi minor surgery in cui il rischio di perdita ematica è molto basso, quindi esiste l’indicazione alla profilassi e terapia del sanguinamento perioperatorio con DDAVP qualora il paziente sia responsivo. In caso contrario, la terapia prevede i concentrati di FVIII ricco di Willebrand.
Materiali e metodi Un paziente maschio di anni 60, affetto da VWD senza altre patologie sistemiche e non in terapia farmacologica, moderato fumatore, richiede riabilitazione per edentulia distale con compromissione della funzione masticatoria che ha causato disfunzione articolare, contrattura muscolare e abrasione dentale. Il piano di trattamento viene condiviso tra chirurgo orale, medico internista e anestesista.
Dal punto di vista internistico, trattandosi di un paziente affetto da malattia di Willebrand tipo 2B, si decide infusione da emoderivato di fattore VIII e VWF (Haemate P, CSL Behring S.p.A, King of Prussia, Pennsylvania, US) 2000 UI e.v. e acido tranexamico.
Dal punto di vista odontoiatrico si decide di eseguire impianti endossei con tecnica flapless, di eseguire un impianto post-estrattivo in sede 44 e un impianto inclinato in sede mascellare sinistra, come alternativa a un intervento di rialzo di seno mascellare.
Dal punto di vista anestesiologico si stabilisce di procedere in anestesia locale associata a moderata sedazione con benzodiazepine endovena, per offrire comfort al paziente, realizzare la chirurgia in una singola seduta e ridurre lo stimolo adrenergico con stabilità emodinamica. Il decorso post-operatorio è risultato regolare, senza alcun sanguinamento. La connessione implantare è stata eseguita mediante laser a diodi senza terapia medica.
Si è proceduto quindi alla riabilitazione protesica e conservativa degli altri elementi dentari senza mai ulteriori terapie sistemiche e senza registrare episodi emorragici.
Risultati e conclusioni Questo caso illustra una possibilità terapeutica valida e sicura per il trattamento odontoiatrico anche invasivo del paziente con VWD.
Significato clinico Questo case report dimostra che anche un paziente con coagulopatia può sottoporsi in sicurezza a un intervento di chirurgia orale.
Per continuare la lettura gli abbonati possono scaricare l'allegato.
doi: https://doi.org/10.19256/d.cadmos.08.2021.08
per scaricare questo contenuto è necessario accedere a Medikey
accedi a medikeyse non fai ancora parte della più grande comunità medica italiana
registrati ora a medikey