Nel dibattito sempre vivo sulla possibilità o meno per le società di esercitare l'attività odontoiatrica (tutte le società non solo le catene) il nodo è la complessità organizzativa. La domanda che in queste settimane abbiamo posto è: ma ci sono indicazioni chiare per identificare che una struttura ha una complessità organizzativa rispetto allo studio tradizionale? Le risposte ottenute sono divere e quasi tutte arrivano alla conclusione che "dipende da chi controlla" per dare l'autorizzazione sanitaria. Odontoiatria33 ha evidenziato come l'accordo Stato Regioni sulle nuove norme in materia di autorizzazione sanitaria per gli studi odontoiatrici indicano le caratteristiche che devono avere le strutture sanitarie ad elevata complessità. L'accordo non è ancora stato ratificato dalle singole Regioni e se questo avveniste potrebbe mettere in "crisi" molte delle attuali società in esercizio (se non sarà riconosciuto l'esistente) e quelle che andranno a costituirsi. Però le norme complicano anche la vita agli studi tradizionali. Quindi il dentista tradizionale è di fronte ad un dubbio: sperare che l'accordo diventi operativo in modo da complicare la vita alle società, sapendo che comporterà anche nuovi adempimenti per il suo studio, oppure preferire evitare nuovi impicci e sperare che non diventi operativo?
Ma sul tema interviene il Segretario CAO Sandro Sanvenero che evidenza come la complessità organizzativa non deve essere determinata secondo specifiche strutturali ma sulla base delle prestazioni cliniche erogate. Se queste sono più complesse di quelle che uno studio tradizionale può praticare allora la struttura è da autorizzare altrimenti non potrebbe neppur presentare domanda, dice Sanvenero supportando le sue dichiarazioni con riferimenti di legge e sentenze.
Questi gli articoli che abbiamo pubblicato sull'argomento:
2 Maggio 2017: Autorizzazioni sanitarie, potrebbero essere a rischio l'80% delle società che esercitano l'odontoiatria
4 Maggio 2017: Società e complessità organizzativa. Sanvenero (CAO): è la prestazione sanitaria praticata che differenzia la struttura
Concorrenza
L'approvazione del Ddl Concorrenza da parte del Senato, senza modifiche rispetto al testo licenziato dalla Commissione Industria, ha riaperto le polemiche non solo nel settore dentale. Per l'odontoiatria sotto i riflettori l'articolo 57 che regolamenta le società obbligandole ad avere un direttore sanitario "esclusivo". Articolo, però, che non accoglie le richieste di limitare la presenza del capitale nella proprietà avanzate dalla professione. Ma le critiche arrivano anche su come è scritto il testo che (secondo alcuni) consentirebbe a chiunque lavori all'interno delle società di curare i pazienti mentre (per altri), la norma non fa altro che confermare l'esistente. Il presidente ANDI Gianfranco Prada invece pone anche un'altra questione: perché per la società degli avvocati sono state imposte le limitazioni richieste dagli odontoiatri? Si pone una disparità di trattamento tra professioni protette oppure le norme che saranno in vigore per gli avvocati saranno valide per tutte le professioni ordinistiche?
E tutto questo in attesa che anche la Camera approvi il testo, perché ad oggi il Ddl Concorrenza non è ancore legge.
Questi gli articoli che abbiamo pubblicato sull'argomento:
3 Maggio 2017: Il Senato approva il Ddl Concorrenza che torna alla Camera. Questi gli articoli di interesse odontoiatrico
5 Maggio 2017: Cosa cambierà con l'approvazione dell'art. 57 del DDL concorrenza? Il parere dell'avvocato Stefanelli
5 Maggio 2017: ANCOD bene Ddl Concorrenza. Cohen, le strutture associate sono già in linea con la norma sul direttore sanitario
Mi Manda Rai 3
La nota trasmissione televisiva della terza rete Rai è tornata venerdì 5 maggio ad occuparsi di cure odontoiatriche. Sul banco degli imputati nuovamente una "catena", questa volta Vitaldent. Il format è sempre e lo stesso: pazienti raccontano i problemi patiti e gli "esperi" commentano. (vai alla notizia)
Lavorare fa male
Molto interesse ha suscitato, soprattutto sulla nostra pagina Facebook, la notizia della ricerca dell'Occupational Information Network che ha classificato una serie di professioni in base al rischio per la salute del lavoratore. Ai primi 5 posti sono state inserite le 4 professioni che fanno parte del team odontoiatrico: igienista dentale, odontoiatra, odontotecnico, assistente alla poltrona. (vai alla notizia)
Norberto Maccagno
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