In questo DiDomenica, che esce eccezionalmente di sabato per celebrare la Pasqua, torno a parlare di turismo odontoiatrico.
E’ sempre stato difficile capire il reale valore del mercato delle cure odontoiatriche effettuate all’estero da pazienti italiani.
Una ricerca condotta dal prof. Mannheimer per ANDI, aveva indicato nel 4% di coloro che si erano recati dal dentista nell’ultimo anno e lo avevano scelto oltre gli italici confini.
Dati simili erano stati rilevati anche da un sondaggio online svolto da EDRA in collaborazione con AIOP attraverso i lettori di Dica33 indicando nel 2,2% i pazienti che si erano rivolti all’estero per le cure.
I due sondaggi sono stati svolti nel 2012-2015, anni in cui il turismo odontoiatrico era anche un fatto mediatico raccontato da giornali e televisioni più come fenomeno di costume che per capire le motivazioni, i vantaggi, i rischi, come invece fece Altroconsumo in una sua inchiesta dedicata.
L’argomento, negli anni, è decisamente passato di moda, anche perchè in Italia sono arrivate le cliniche low-cost. Ma ovviamente i pazienti continuano ad andarci.
Nei giorni scorsi la trasmissione di Italia Uno Le Iene, è tornata a parlare del fenomeno, anche se indirettamente, e nel settore è tornata a montare la polemica.
Il servizio andato in onda mercoledì 13 aprile, racconta della “gita” in Albania, finanziata da Mediaset, di due ticktocker palermitani diventati famosi per le loro interpretazioni canore e non solo, connotate dalla risata di Franco Gioia che ricorda il verso di un gabbiano e dal “caratteristico” fischio dell’altro, Pietro Modica detto Duracell.
Oltre al “talento” della particolare risata di Franco Gioia, non è passato inosservato il suo sorriso poco televisivo e molto edentulo.
Così, dopo averli portati/utilizzati durante la settimana sanremese come inviati speciali del 72esimo Festival della canzone italiana, la produzione de Le Iene ha deciso di regalare a Franco Gioia un sorriso nuovo, ma non pagando una riabilitazione in uno dei 47mila studi dentistici italiani ma portandolo in Albania presso la Clinica Brianzadent, situata in un centro commerciale a Tirana. Ad accompagnare i due, la Iena Nicolò De Devitis con troupe al seguito per documentare gita e riabilitazione. A questo link il servizio.
Negli 8 minuti di servizio cosa sarà rimasto ai telespettatori?
Non saprei, spero la certezza che senza denti è difficile mangiare, che Franco i denti li ha persi perché ha trascurato la propria salute orale non frequentando un dentista da tantissimi anni e visto che ripristinare il sorriso perso costa, Franco preferisce aspettare perché per lui le spese prioritarie sono altre: lavori a casa, famiglia etc.
Per quanto riguarda la parte odontoiatrica, lo spettatore avrà certamente notato che le cliniche in Albania sono tecnologiche (anche se l’impronta viene rilevata tradizionalmente) con sfoggio di computer e simulazioni CAD sul computer. Ma soprattutto che da un giorno all’altro vengono tolti i denti rimanenti, inseriti gli impianti e la nuova protesi. Di prezzi nel servizio non se ne parla, forse perché essendo un regalo, sembrava scortese fare sapere a Franco il suo valore. Sempre che poi Le Iene abbiamo pagato, come ci ha fatto notare qualche nostro lettore ipotizzando un cambio merce: riabilitazione in cambio di visibilità.
Ovviamente ad infastidire gli odontoiatri italiani che ci hanno scritto o che hanno commentato con molti post sui social, anche sulla pagina Facebook del programma, il non aver evidenziato i rischi che interventi di questo tipo possono comportare al paziente e le criticità di una implantologia “toccata e fuga” a distanza.
Però perché stupirsi. Le Iene non sono Quark o Medicina33, è un programma d’intrattenimento non di divulgazione scientifica. Nella stessa puntata in cui è andato in onda il servizio sulla nuova dentatura di Franco, si è approfondito del perché alcune donne scelgono di non depilarsi le ascelle, la sfortuna in amore di Bianca Balti, è stato trasmesso un reportage sulla strage di Bucha, sull’emergenza Covid a Shanghai e su un accoltellamento a Milano ed una serie di video con scherzi ai danni di personaggi più o meno famosi. Anche il servizio su Franco è tutto un ridere, cantare e fischiare.
Indubbiamente come avete sottolineato e come ha giustamente rimarcato il presidente ANDI la spettacolarizzazione di un problema di salute non è un buon servizio nei confronti degli spettatori. O come sottolineato dal presidente SUSO, la banalizzazione di un atto medico facendo passare nello spettatore il messaggio che una riabilitazione totale implantare sia una banalità priva di rischi, può generare false aspettative. Così come determinate per la salute è la continuità di cura che non può esserci per i pazienti che si recano all'estero come ha ricordato AIO.
Bene hanno fatto i presidenti Carlo Ghirlanda, Gianvito Chiariello, Fausto Fiorile ad elencare tutti i rischi e le criticità di rivolgersi all’estero per le cure, sperando che questi temi trovino spazio tra l’opinione pubblica ed anche tra i media. Le Iene avevano già negli anni affrontato la questione turismo odontoiatrico, evidenziando le positività percepite dai pazienti.
Ma oltre alla questione spettacolarizzazione, ai rischi clinici a quelli oggettivi legati al doversi rivolgersi ad un dentista all’estero, vorrei aggiungere un aspetto che dovrebbe interessare certamente i media ma anche il settore: il perché le persone si rivolgono all’estero per effettuare le cure.
Certo, per risparmiare, e non perché i dentisti italiani siano cari e quindi disonesti. Il motivo delle tariffe più economiche lo potrebbe spiegare uno dei tanti dipendenti dei call center italiani licenziati perché l’azienda ha preferito delocalizzare in Albania dove tasse e stipendi sono molto più bassi dei nostri.
Ma Franco non appartiene neppure a quel gruppo di persone che decidono di intraprendere i viaggi della speranza per poter masticare perché un dentista in Italia non possono permetterselo.
Franco è uno dei 10 milioni circa di italiani che per motivi economici, sociali ma anche culturali e fisici, non possono accedere alle cure odontoiatriche e neppure pagarsi un volo per Tirana.
Franco, se il programma televisivo non gli avesse regalato viaggio e riabilitazione, i “denti nuovi” non li avrebbe messi. Lo dice chiaramente anche nel servizio quando, in aereo, l’inviato De Devitis gli offre un biscotto e gli chiede se riesce a mangiarlo e perché abbia trascurato negli anni la salute orale: altre priorità gli fa capire.
Questo è il problema che nel nostro Paese rimane non solo inevaso ma da tempo neppure più discusso.
Chi invoca un modello di assistenza che possa intercettare coloro che neppure da un dentista low-cost possono andare?
E’ veramente ammissibile che il SSN continui, certo non in tutte le regioni d’Italia, a non dare risposte odontoiatriche ai quei 10 milioni di pazienti fragili?
Anni fa intervistando un odontoiatra che lavora in un ambulatorio pubblico di un ASL piemontese, mi ricordava come il SSR consenta di ottenere una protesi rimovibile pagando solo il costo di realizzazione. Un parziale con ganci costa circa 250 euro, uno scheletrato 130 euro in più: la maggior parte degli assistiti sceglie il parziale. La differenza di prezzo, mi spiegava, per loro era troppo.
Ecco, per me il messaggio che fatico ad accettare e che passa dal servizio de Le Iene senza che nessuno si indigni (tra tutti Le Iene stesse) è che chi non può permettersi un dentista privato (in Italia o in Albania è indifferente) non ha alternative se non quella documentata dal servizio: imparare a fischiettare in modo buffo, canticchiare un motivetto spiritoso e sperare di essere intercettato da qualche trasmissione a caccia di simpatici intrattenitori.
D’altronde, come cantavano tre grandi giullari di cui uno anche premio Nobel, “…sempre allegri bisogna stare che il nostro piangere fa male al re...”.
Buona Pasqua.
Photo Credit: Pagina Facebook Le Iene
Articolo modificato il 16 aprile 2022 alle ore 9:45
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