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04 Settembre 2022

Dentiere di stato, così andò 20 anni fa

di Norberto Maccagno


Nelle sue pillole elettorali giornaliere, il presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi ha rilanciato la promessa delle cure gratis dal dentista per gli anziani bisognosi.

"Parliamo allora dei nostri anziani e delle persone più deboli”, ha detto in un video postato sui social. “Non basta aumentare le pensioni. Dobbiamo assicurare anche a chi non è abbiente una buona qualità della vita. Per questo, quando saremo al governo, garantiremo cure gratuite per chi non può permettersi di pagare il dentista e lavoreremo con le Regioni per dimezzare le liste d'attesa per gli esami e gli interventi sanitari, che oggi sono troppo lunghe". 

Non è la prima volta che il presidente Berlusconi promette un aiuto per il dentista. Peraltro tra il 1994 ed il 2011, nei suoi 4 governi che hanno guidato l’Italia insieme al centro destra, ci aveva anche provato. Lo fece durante il suo secondo governo riuscendolo ad attivare il progetto, seppure parzialmente, nel terzo governo. 

La promessa inziale -siamo nel 2002 ministro della Salute Girolamo Sirchia- era un progetto di odontoiatria sociale che aveva come obiettivo quello di “donare” una dentiera a 800 mila anziani bisognosi residenti sul territorio nazionale. Come se la riabilitazione della funzione masticatoria persa, fosse un regalo e non un diritto come invece capita quando ti rompi una gamba o hai un problema cardiaco. 

Ma lasciamo stare questo aspetto e torniamo al progetto di odontoiatria sociale che i critici del tempo chiamarono “dentiere di Stato”. 

Nel maggio 2002 venne istituita una Commissione ad hoc per verificare la fattibilità del progetto ed individuare i soggetti che per reddito, problemi di salute avrebbero potuto accedere. La commissione era composta da universitari, rappresentanti della professione odontoiatrica ma anche esperti di marketing, statistica oltre a funzionari ministeriali. Dopo vari tentativi il progetto riuscì a partire solo in via sperimentale nella Regione Lazio, siamo nel maggio 2003.

Il modello organizzativo si basava su 14 Unità Odontoiatriche di Riferimento (UOR), ambulatori odontoiatrici collocati in presidi di ASL o Universitari o in Istituti di particolare rilevanza assistenziale con il compito di verificare i criteri per l’accesso al programma dell’anziano, valutarne le condizioni di salute orale, definire il piano di trattamento per i soggetti idonei e verificare la qualità dell’intervento protesico. La parte “operativa” era affidata a circa 900 Unità Odontoiatrica di Trattamento (UOT), in prevalenza studi odontoiatrici privati che hanno richiesto di partecipare la programma. 

Per ogni protesi realizzata, l'ASP Lazio rimborsava l'UOT con circa 500 euro, costo del laboratorio odontotecnico incluso. 

Il programma prevedeva che l’anziano, dopo aver ricevuto la valutazione di idoneità da parte della UOR, si recasse presso un ambulatorio odontoiatrico UOT per effettuare l’intervento protesico. Potevano chiedere di essere inseriti nel progetto i residenti della Regione Lazio con almeno 65 anni di età, un reddito complessivo nel 2002 per nucleo famigliare non superiore a 6.713,98 euro se soli e non superiore a 11.271,39 euro se coniugati ed una determinata situazione clinica. Per esempio non venivano accettati anziani con più di 5 denti per arcata o con protesi già funzionali. Il progetto durò 17 mesi e venne chiuso il 31 dicembre 2005, fatto salvo di terminare i piani di trattamento in corso, per mancanza di fondi. 

Furono stanziati 10 milioni di euro dei quali 7.500 a carico dello Stato e 2.500 della Regione Lazio. 

Al tempo collaboravo con Il Sole 24 Ore Sanitàquesti i dati che sono riuscito a recuperare da articoli scritti in quel periodo, i dati erano stati forniti dalla stessa Agenzia di Sanità Pubblica della Regione Lazio. 

Al 10 marzo 2006 si erano rivolti presso le 14 UOP per richiedere di essere accreditati al programma 8.456 anziani. Di questi, 7.353 sono stati valutati idonei ad accedere al programma, 612 hanno ottenuto una valutazione temporaneamente negativa (in prevalenza per una condizione clinica generale che ne impediva il trattamento), 455 i pazienti giudicati non idonei a ricevere il trattamento. Tra le cause di valutazione negativa il numero di denti maggiore di 5 è la più frequente: l'85,7% ma anche la presenza di protesi già funzionante (8%), patologia importante (4,8%) o a causa di una patologia del cavo orale incompatibile con la protesizzazione (1,5%).  

Al 31 dicembre 2005 erano state realizzate 7.018 protesi di cui 465 su impianti. In media il trattamento per riabilitare il paziente con una protesi mobile è durato 70 giorni, con una su impianti 186. Il 65,2% dei pazienti si è rivolto per il trattamento protesico ad una UOT privata ed il restante 34,8% in strutture pubblicheL'età media dell'anziano che ha aderito al programma è stata di 74 anni con un range compreso tra 65 e 102 anni. Il 52% era rappresentato da donne mentre il 54% dei pazienti risultava vedovo o non coniugato o separato; condizione più frequente nelle donne (63,4%). 

Il programma è stato anche uno strumento per monitorare la salute orale di quella popolazione di pazienti

Le prime tre patologie riscontrate durante le visite sono state: ipertensione (49,4%), patologie cardiovascolari (20%), diabete (18,1%). Per quanto riguarda lo stato di salute orale all'inizio del trattamento questa è stata valutata compilando il questionario sulla salute orale GHOIA: 14 sono stai gli anziani valutati con un ottimo stato di salute orale alla prima visita, 52 con uno stato di salute media, mentre 7.200 con uno scarso stato di salute orale. Conferma che campagne per sensibilizzare, ma soprattutto servizi per migliorare l'igiene orale degli anziani, sono più che mai necessarie.   

Durante il programma non sono mancati i problemi giudiziari. Alcuni dentisti sono stati denunciati perché avrebbero falsificavano documenti per far figurare la realizzazione di protesi senza che questo fosse avvenuto per intascarsi ugualmente i rimborsi. Non ho trovato riscontri su come siano finite quelle denunce. 

Il programma non credo possa dirsi fallimentare, anzi, anche perchè in corso d'opera è stato modificato dagli operatori che lo gestivano sul campo per ottimizzare le risorse a disposizione. 

Il programma ha permesso di evidenziare un problema, quello della salute orale degli anziani socialmente deboli, ha cercato di dare una soluzione e ha fornito alla comunità scientifica una serie di dati estrapolati da un campione numericamente rilevante.  

Così chiudevo un articolo al tempo: 

Il progetto ha permesso di scoprire in corso d’opera che le esigenze degli anziani socialmente deboli erano anche altre. Di scoprire che l’anziano da assistere non era solo il “vecchietto sdentato” ma una paziente con molti problemi di salute, anche orale, dove la dentiera che balla diventa un disagio marginale. Ed infatti spesso, gli anziani visitati nelle RSA romane, una dentiera nuova l’anno rifiutata.  La condizione di esclusione sociale, di ricovero presso centri assistenziali, di solitudine, predispone l’insorgenza di malattie della bocca e viceversa, ed il non poter accedere alle cure diventa un’ulteriore fonte di emarginazione”. E poi: ”Diventa quindi necessaria è una seria programmazione nazionale di assistenza odontoiatrica che possa far fruttare al meglio i fondi, minimi, a disposizione e che non si limiti a risolvere una assistenza “una tantum” e destinata a pochi”.  

Ecco, però dopo 20 anni siamo ancora in questa situazione, dopo le promesse in campagna elettorale, nulla si attiva.
La speranza per le persone in quella situazione è, questa volta, di essere finalmente smentito. 

Intanto, ben ritrovati. Da domani torna l’informazione giornaliera di Odontoiatria33.      

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