Dopo l’invio agli OMCeO da parte del Co.Ge.A.P.S. della situazione dei crediti ECM acquisiti dai propri iscritti, alcuni Ordini provinciali stanno inviando delle lettere a quelli non certificabili per ricordare la scadenza del 31 dicembre 2022 entro la quale, salvo proroghe, si dovrà raccogliere 150 crediti ECM al netto dei bonus e delle esenzioni.
Nelle lettere, almeno quelle che ci hanno inviato alcuni lettori di Odontoiatria33, viene ricordato l’obbligo formativo contenuto nell’art.16 quater del D.LGS. 502/92 nel quale si “dispone che la partecipazione alle attività di formazione continua costituisce requisito indispensabile per svolgere l’attività professionale, in qualità di dipendente o di libero professionista, sia nelle strutture pubbliche che private”.
Lettere certamente “dovute” vista la comunicazione ufficiale del Co.Ge.A.P.S., in quanto l’Ordine ha dovere di verifica e di sanzione nei confronti degli iscritti inadempienti. Come già avevo rilevato in un precedente DiDomenica, la mancata attività di verifica e sanzione potrebbe comportare, nei confronti del presidente di Ordine, l’accusa di inadempienza.
Delle lettere che ho avuto modo di leggere, nessuna entra nel merito delle sanzioni. Ovviamente invitano a raccogliere i crediti necessari “per evitare di incorrere nelle sanzioni previste in materia”, ma in realtà quale sanzione applicare a chi non raccoglie il numero i crediti necessario, non è specificato da nessuna parte, neppure nei testi delle norme che obbligano il sanitario ad aggiornarsi secondo l’ECM.
La palla passa quindi agli Ordini provinciali che dovranno decidere quale sanzione comminare per il singolo iscritto sulla base della sua situazione. Sanzione che va dal semplice avvertimento fino alla radiazione, come aveva ricordato il Sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri. E credo, questa della valutazione della situazione del singolo, sia la strada più corretta da intraprendere. Un iscritto a cui mancano pochi crediti non potrà essere certo penalizzato con la sospensione che potrebbe essere invece decisa per un iscritto che non ha ottenuto nessun credito, anche se questa situazione non è possibile visti gli 80 crediti bonus assegnati d’ufficio a tutti gli iscritti, come Odontoiatria33 aveva evidenziato.
Ma c’è un'altra incognita sulla questione sanzioni, quella dei sanitari dipendenti delle strutture pubbliche.
Secondo il Contratto collettivo nazionale di lavoro dell’area sanità attualmente in vigore (ma è dal contratto 2002-2005 che viene prevista la stessa clausola), è l’Azienda Sanitaria a dover provvedere a fare acquisire i crediti ECM ai propri dipendenti. Nel caso di impossibilità anche parziale di rispettare questo, “l’acquisizione nel triennio del minimo di crediti formativi da parte dei dirigenti interessati non trova applicazione la specifica disciplina prevista dall’art. 16-quater del decreto legislativo n. 502 del 1992 e successive modifiche ed integrazioni. Ne consegue che, in tali casi, le Aziende ed Enti non possono intraprendere iniziative unilaterali di penalizzazione per la durata del presente contratto”. Se vi interessa approfondire, della questione ne avevo parlato in questo DiDomenica. Stessa norma è contenuta nel contratto degli operatori sanitari (tra cui anche i pochi igienisti dentali assunti nel pubblico) appena rinnovato.
Quindi, nei confronti dei medici e dei sanitari dipendenti del SSN, nel caso non siano riusciti a recuperare il numero di crediti necessari perché la propria ASL o Ospedale non li ha messi in condizione di farlo, gli Ordini come si dovranno comportare? Potranno per esempio comminare una sospensione temporanea fino a quando il sanitario non si mette in pari con il numero di crediti da raccogliere, sapendo che la sospensione comporterebbe l’impossibilità di esercitare la professione e quindi l’allontanamento, anche se temporaneo, dal posto di lavoro del sanitario visto che per esercitare si deve essere iscritti all’Albo?
Ma l’allontanamento dal lavoro per mancato aggiornamento non è previsto dal contratto di lavoro.
Quindi?
Interessante sarà anche capire come le assicurazioni si comporteranno coi medici dipendenti del SSN non in regola con l’ECM. Ma per farlo, ed eventualmente cambiare la norma, c’è tempo fino al 2026 quando scatterà l’obbligo di acquisire il 70% di crediti ECM per ottenere la copertura assicurativa.
Come ho già avuto modo di rilevare, non è stato diffuso nessun dato ufficiale su quanti siano i medici ed odontoiatri che stando agli elenchi del Co.Ge.A.P.S. non hanno ancora raccolto il numero di crediti necessari. Da una mia piccola indagine sentendo alcuni presidenti CAO, la situazione dei non certificabili (al 30 giugno 2022, i dati Co.Ge.A.P.S. fanno riferimento a questa data e non sono neppure completi per ammissione dello stesso Ente) sarebbe di un 60-70% circa per i medici e di un 30% circa per gli odontoiatri. Ovvero ad essere in regola sarebbero più o meno il 40% dei medici ed il 70% degli odontoiatri.
Se il nostro SSN non può permettersi di rinunciare ai medici sospesi perché non hanno rispettato l’obbligo vaccinale (lo 0,8% della forza lavoro secondo i dati FNOMCeO), potrà farlo per il 70% dei medici che non hanno raccolto il numero di crediti ECM sufficienti?
Stando al buon senso, oltre che al segnale dato dal Governo per i medici e dentisti no-vax, sembrerebbe proprio di no.
Quindi se da gennaio 2023 (in realtà da aprile 2023 in quanto i provider hanno 3 mesi di tempo per registrare i crediti ottenuti dai discenti) l’unica soluzione per l’Ordine per non bloccare il SSN ed evitare di essere accusato di non aver ottemperato al ruolo di verifica potrebbe essere, al limite, quello di sanzionare l’iscritto con un avvertimento: “mi raccomando fai il bravo ed aggiornati”.
Senza però indicare entro quando mettersi in regola, così non si dovrà poi comminare una vera sanzione a chi continuerà a fregarsene dell’obbligo ECM.
Lo scrivevo domenica scorsa, invece di cambiare le regole non gestibili, ci si inventa il modo di aggirarle.
Invece, gli Ordini potranno sanzionare senza problemi liberi professionisti e dipendenti delle strutture sanitarie pubbliche. A quanto pare loro sono medici meno indispensabili degli altri.
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