 
				Nel novembre 2020 il tribunale di Milano, dopo aver concesso un periodo di tempo per trovare un acquirente, dichiara il fallimento di Dentix così come avviene per le società di qualsiasi settore che si trovano ad avere più spese che ricavi e non riescono più a fare quadrare i bilanci. Nel caso di Dentix la situazione, già non rosea, crollò da una parte per il Covid e lo stop dell’attività per qualche mese ma soprattutto perché il fondo che fino ad allora aveva finanziato e rifinanziato, decide di sfilarsi.
Come per tutte le aziende che falliscono, a rimetterci sono dipendenti, fornitori e creditori.
Però Dentix era si una azienda come le altre, ma non vendeva beni, vendeva salute e oltre ai creditori, a rimetterci, sono stati anche i pazienti che da un giorno all’altro si sono trovati con le cure a metà e per molti di loro con quelle cure iniziate ma non finite ma da pagare attraverso le finanziarie.
Già, perché se fallisce un concessionario di auto o una catena che vende prodotti elettronici saranno i fornitori, i dipendenti, gli altri creditori a lamentare di averci rimesso i soldi, ma non i clienti che avevano comprato l’auto o il televisore a rate. Quel bene lo avevano ricevuto e potuto subito utilizzare non appena hanno firmato il contratto di finanziamento.Invece i clienti di Dentix che hanno deciso di finanziare il ponte su impianti, hanno firmato e cominciato a pagare prima di ricevere il “bene” (il ponte) e peraltro senza avere la certezza che quel ponte avrebbe funzionato. Si sono fidati, come ti fidi del medico a cui ti affidi per le cure. Ma non solo i pazienti che hanno deciso di finanziare le cure in anticipo, anche quelli che hanno versato degli anticipi per quello che in edilizia chiameremmo “avanzamento lavori” si sono trovati con cure o riabilitazioni non finite e senza più il dentista che le doveva finire, con il rischio concreto che rivolgendosi ad un altro, si sarebbe dovuto ricominciare da capo, pagamenti compresi.
E sta qui la vera anomalia su cui il legislatore dovrebbe attivarsi, imponendo alle società odontoiatriche (indifferentemente da chi sia il proprietario) delle garanzie che il paziente possa terminare le cure in caso di chiusure impreviste. Per esempio, attivare un fondo di garanzia sulla base dei pazienti in cura o dei preventivi accettati, un’assicurazione che copra le cure da altri professionisti o qualsiasi altra soluzione che tuteli il paziente, in questo caso in versione consumatore.
In altre parole dare al paziente che si rivolge ad una società odontoiatrica, le stesse garanzie che ha il paziente che si rivolge nello studio del dentista libero professionista.
Di questo ne ho già scritto più volte, alcuni mi hanno spiegano che non è vero, anche il paziente che si rivolge al professionista non ha garanzie che questo gli termini il lavoro. Vero, però il professionista risponde anche con le sue proprietà personali e quelli dei suoi familiari, la società con i beni aziendali ed il capitale sociale versato, se non ricordo male per Dentix era 10mila euro come per la maggior parte delle Srl, ma sicuramente sbaglio.
Poi c’è la questione della tutela del paziente rispetto alla qualità delle cure erogate e del ruolo e delle responsabilità degli odontoiatri che lavorano all’interno delle società odontoiatriche. Responsabilità che sono praticamente le stesse, dove il dentista lavora non fa differenza.
Perchè per l’ennesima volta ritorno su questo tema e cito il caso Dentix? Per una notizia che nei giorni scorsi la cronaca mi ha proposto facendomi vedere il problema da un altro punto di vista.
La vicenda la leggo sul Resto del Carlino edizione di Forlì del 20 gennaio scorso.
La notizia è dell’inizio del processo penale che vede imputati due odontoiatri che lavoravano nella Dentix di Forlì con l’accusa di “responsabilità colposa per lesioni in ambito sanitario”, come parte lesa un carabiniere di 70 anni che lamenta lesioni causate dalle riabilitazioni implantoprotesica effettuata dai due odontoiatri nel centro Dentix.
Per il quotidiano questo è il primo procedimento penale che coinvolge Dentix di Forlì. 
Il quotidiano riporta il racconto del paziente: “Mi hanno tolto tutta l’arcata superiore e parte di quella inferiore. Poi, in una sola seduta, mi hanno innestato quattro perni sopra e incapsulato quattro denti sotto. Da lì in poi ho sofferto, e soffro ancora, dolori atroci. Un tormento. Con perdite continue di pus dal naso, ancora oggi. Sono disperato. Non riesco neanche a mangiare".
E poi ancora: “…per questo intervento ai denti dimostratosi poi per lui disastroso, firmò nel 2018 un finanziamento di 11mila euro, con una rata mensile di 190 euro. All’epoca dissi alla Dentix che non mi potevo permettere quella cifra. Ma loro mi risposero che non c’era problema, perché avevano una finanziaria che avrebbe risolto tutto. Adesso la rata non la pago più da un paio d’anni. La finanziaria ogni tanto pressa, ma io non pago". “Ho fatto denuncia nel giugno 2020, non sapevo più cosa fare”.
Sempre stando a quanto riporta il quotidiano citando “le risultanze raccolte dalla procura, che alimentano ora le carte processuali dell’accusa”, i due dentisti “avrebbero agito con "negligenza, imprudenza e imperizia, cagionando alla parte offesa lesioni personali... progettando e realizzando un manufatto protesico definitivo che non consentiva al paziente le operazioni di rimozione e pulizia... cagionando lesioni al cavo orale una temporanea funzione masticatoria, estetica e fonetica..."
Al processo si arriva, leggo sempre sul quotidiano, perché i due odontoiatri si sono rifiutati di risarcire il paziente, certamente perché ritengono di aver agito correttamente. Sarà poi il giudice a deciderlo.
Ovviamente da un articolo di giornale non si può capire nulla, tanto meno la reale situazione clinica e le responsabilità dei vostri colleghi.
L’interrogativo che mi sono posto leggendo l’articolo è questo: ma se i problemi clinici sono nati dal fatto che prima per la pandemia e poi per i problemi finanziari che hanno portato al fallimento Dentix gli odontoiatri non hanno potuto seguire il paziente perché lo studio era chiuso e loro impossibilitati ad accedervi, sono ugualmente responsabili?
Sicuramente un esperto di odontoiatria legale saprà rispondermi. Se invece saranno giudicati negligenti, capita nessuno è infallibile, sarà uno dei casi in cui l’odontoiatra ha perso il contenzioso. Poteva capitare anche se avessero avuto un loro studio.
A questo link l'articolo su Il Resto del Carlino
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