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03 Dicembre 2023

Fattura elettronica ai pazienti: “mo’ che famo”, ci organizziamo o aspettiamo la finta agevolazione?

di Norberto Maccagno


Dal 2019 i professionisti sanitari non possono (vi è un divieto) emettere fatturazione elettronica per le prestazioni rese ai pazienti. Stessi sanitari che sono invece obbligati, come le aziende ed i professionisti, a ricevere le fatture elettroniche in entrata ed emetterle per le altre prestazioni rese, per esempio le collaborazioni. 

La motivazione del divieto è la tutela della privacy del paziente

Il Garante rilevò che la fatturazione elettronica, così come prefigurata dall’Agenzia delle Entrate, “presenta rilevanti criticità in ordine alla compatibilità con la normativa in materia di protezione dei dati personali”.
Le criticità, spiegò il Garante, sono da ricercare in quanto le fatture indicano le prestazioni sanitarie effettuate al paziente, e questo comporta “il trattamento di dati sulla salute di regola non direttamente rilevanti a fini fiscali, ma connesse alle descrizioni delle cessioni di beni e prestazioni di servizi oggetto di fatturazione”. 

Garante che, al tempo, “intima” alle Entrate di porre il divieto di invio “affinché in nessun caso sia emessa una fattura elettronica attraverso lo SDI concernente l’erogazione di una prestazione sanitaria, a prescindere dall’invio dei dati attraverso il sistema TS”.L’Agenzia delle Entrate emise il provvedimento di divieto e chiese al Garante di indicare come modificare il sistema informatico in modo da poter estendere, anche a queste prestazioni, l’utilizzo della fatturazione elettronica. 

Garante che ad oggi non sembra aver ancora indicato. 

Volendo suggerire, potrei dire: perché non fate come per i dati del Sistema Tessera Sanitaria. I dati inviati sono solo quelli fiscali inerenti al paziente ed all’importo della fattura, senza indicare le specifiche cliniche. Cosa che tecnicamente sembra molto facile. Quello inviato è un file di un database, basta impedire a chi riceve di visualizzare il campo dove è indicato il dato. Più o meno così mi ha detto l’amico informatico. 

Ma chi sono io, e l’informatico, per ipotizzare come si dovrebbe fare? 

Peraltro, già le fatture emesse dal dentista non è che specifichino poi molto di cosa viene fatto al paziente, anche perché era stato proprio lo stesso Garante ad indicarlo: guai specificare, in fattura nessun dato sensibile che possa compromettere la privacy del paziente. 

Quindi, secondo pareri oramai consolidati, per non fare arrabbiare le Entrate che vorrebbero una fattura dettagliata e neppure il Garante che “aborra” i dettagli, si è trovato un compromesso. Questa la descrizione che sembra andare bene ad entrambi: "ciclo di cure odontoiatriche specialistiche in ..." (indicando la tipologia della prestazione: per esempio conservativa oppure protesi, etc.)". 

Tornando alla fatturazione elettronica per le prestazioni sanitarie rese direttamente ai pazienti, dal 2019, ogni anno, il legislatore di turno proroga il divieto di invio proprio per la questione privacy in attesa che venga chiarito come fare a tutelarla ma anche inviare la fattura elettronica.

Sarebbe dovuto avvenire anche quest’anno e probabilmente avverrà, il divieto scade il 31 dicembre 2023. Nel Decreto Proroghe un emendamento presentato inseriva la proroga del divieto d’invio per il 2024, si veda la notizia.

 Emendamento che non è poi stato inserito nel testo approvato alla Camera e neppure al Senato dove i tempi ristretti non hanno consentito ulteriori modifiche, si veda la notizia.

Quindi ora cosa potrà capitare? 

Se la proroga non arriva, dal primo gennaio 2024, anche le fatture emesse direttamente ai pazienti dagli studi odontoiatrici, odontoiatri collaboratori, igienisti dentali ed anche laboratori odontotecnici (in particolare quelli in convenzione con alcune Asl che prevedono questo), dovranno inviare la fattura allo SDI. 

I tempi per rinnovare anche quest’anno il divieto d’invio probabilmente ci sono, ed anche i possibili provvedimenti che potrebbero contenere la proroga, martedì 5 in Aula al Senato approda il Decreto decreto-legge 18 ottobre 2023, n. 145, recante misure urgenti in materia economica e fiscale, in favore degli enti territoriali, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili (mentre scrivo non sono ancora disponibili i testi degli emendamenti inseriti al testo). Peraltro, non credo neppure che si debba cercare un provvedimento pertinente alla materia da normale, dopo che il Decreto Bollette ha normato la questione della medicina estetica odontoiatrica. 

Ma la considerazione che vorrei porvi è un’altra. 

Ma veramente a voi la proroga è utile

Tutti gli studi, gli odontoiatri collaboratori, gli igienisti dentali, i laboratori odontotecnici hanno già attivato un sistema per poter gestire ed inviare le fatture elettroniche. Dal primo gennaio 2024 anche i forfettari con fatturato minimo, ora esentati, saranno obbligati ad emettere fattura elettronica. Il costo per attivare uno strumento informatico che gestisca la fatturazione elettronica è di poche decine di euro l’anno, molti gestionali lo comprendono e sulla piattaforma delle Entrate è anche gratuito (si veda nostro approfondimento), ed i vantaggi di questo strumento per chi emette fattura, io trovo siano evidenti. 

Inoltre, se non verrà prorogato il divieto, i sanitari potranno tornare a chiedere di eliminare l’obbligo di invio dei dati al Servizio Tessera Sanitaria
Questo si che è un adempimento inutile che crea un doppio lavoro per voi dentisti ed igienisti dentali. La fattura la dovete fare e credo che quelli che usano ancora il blocchetto cartaceo scrivendola a mano, siano veramente una rarità. Invece per inviare i dati al STS dovete demandare ad un intermediario (pagando il servizio) oppure utilizzare il vostro gestionale o accedere alla vostra ara riservata sul portale STS e inserire i tanti dati richiesti che copiate dalla fattura emessa molto spesso attraverso lo stesso programma che invierebbe in automatico il dato allo SDI. 

Non sarebbe più comodo emettere direttamente e solamente la fattura elettronica al paziente (tanto, mi ripeto, la fattura in qualche modo la dovete compilare) e poi le Entrate, i dati che gli servono per il 730 precompilato li prendono da lì? 

E se poi il vero problema non fosse la privacy ma il fatto che il sistema del 730 precompilato non parla (informaticamente) con quello della fatturazione elettronica? 

Ed allora la furbata: diamo ai sanitari, con la proroga annuale del divieto di invio della fatturazione elettronica, l’illusione di agevolarli e nel mentre, con l’obbligo d’invio dei dati al STS, io Stato continuo ad avere chi fa, gratuitamente, un lavoro (quello dell’inserimento dei dati) che spetterebbe alla Pubblica Amministrazione.   


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