I materiali endodontici utilizzati per l'otturazione canalare e per le riparazioni radicolari vengono considerati ottimali qualora posseggano determinate caratteristiche tra cui:
- non devono essere citotossici,
- devono essere radiopaci,
- devono essere biocompatibili,
- devono essere facilmente manipolabili,
- devono essere chimicamente e meccanicamente stabili e
- devono essere osteoinduttivi.
L'MTA è quello che ultimamente viene più comunemente usato tra i nuovi materiali (Eid et al., 2014), tuttavia le sue applicazioni cliniche sono limitate da alcuni svantaggi (Parirokh & Torabinejad 2010), inclusi tempi di posa lunghi, procedure di manipolazione complessa, consistenza sabbiosa e pigmentazione. Il tempo di indurimento lungo può arrecare svantaggi alle procedure riducendone il successo clinico in quanto può portare a indebolire la resistenza meccanica dei materiali e aumentare il rischio di contaminazione (Kang et al., 2013). Pertanto, un breve periodo di indurimento del materiale è una caratteristica importante. Recentemente è stato introdotto sul mercato l'IRoot FS (Innovative BioCeramix Inc., Vancouver, BC, Canada), materiale bioceramico a nanoparticelle che ha un tempo di indurimento breve e funzionalità pronta all'uso. Secondo le istruzioni della casa produttrice l'iRoot FS può indurire grossolanamente in 20 minuti e può essere completamente solidificato in 1 ora. Al contrario, l'iRoot BP Plus e l'MTA richiedono da 12 ore a 7 giorni (Jiang et al., 2014).
L'IRoot FS è composto da silicati di calcio, ossido di zirconio, pentossido di tantalato, solfato di calcio, solforato di calcio e solfato di calcio e agenti di riempimento (Yang & Lu 2008).
Altro requisito indispensabile che devono avere questi materiali endodontici è la biocompatibilità in quanto vengono direttamente a contatto con l'osso o possono interagire indirettamente con i tessuti periradicolari attraverso l'ambiente interstiziale circostante. In un recentissimo studio pubblicato sull'International Endodontic Journal di giugno 2017 viene valutata la biocompatibilità in vitro dell'iRoot FS nella sua forma fissata, valutandone la citotossicità sulle cellule MC3T3-E1 e l'apoptosi mediante test di attacco cellulare. La biocompatibilità di iRoot FS è stata quindi confrontata con quelle di iRoot BP Plus e MTA.
Gli autori dello studio hanno incubato le cellule MC3T3-E1 per 1, 2 e 3 giorni in varie diluizioni di iRoot FS, iRoot BP plus e MTA. Dopo 7 giorni è stata valutata la vitalità cellulare utilizzando un kit di conteggio delle cellule 8 (Dojindo, Kumamoto, Giappone). L'apoptosi delle cellule indotta è stata valutata tramite citometria a flusso di ioduro V-propidium di annexina. Le variazioni nell'organizzazione citoscheletrica e delle fibre sono state osservate attraverso l'immunofluorescenza. L'attaccamento cellulare è stato osservato con il microscopio elettronico a scansione.
Dai risultati emersi da questo studio si è potuta constatare una maggiore vitalità cellulare nel gruppo dell'iRoot FS rispetto agli altri gruppi controllo (P <0,05). Rispetto ai gruppi di controllo, l'iRoot FS non ha promosso l'apoptosi cellulare e non ha provocato alterazioni cellulari e citoscheletriche. La microscopia elettronica a scansione ha rivelato un migliore attaccamento cellulare nei casi a contatto con iRoot FS.
Dai dati emersi da questo studio in vitro il nuovo materiale endodontico IRoot FS pare garantire un'ottima biocompatibilità, promuovendo la proliferazione e l'attaccamento cellulare senza causare apoptosi cellulare. Ulteriori studi in vitro e clinici sono però necessari a conferma di questi dati.
A cura di: Lara Figini, Coordinatore Scientifico Odontoiatria33
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