Da gennaio 2017 cambia lo strumento ma l'obiettivo delle Entrate rimane invariato: capire se imprese e professionisti dichiarano il reale. A comunicarlo alle associazioni di settore e sindacati di categoria è stata la stessa Agenzia delle Entrate ed il So.Se., durante la riunione della Commissione degli esperti degli studi di settore svoltasi ieri a Roma.
A sostituire l'istituto che in questi anni ha suscitato non pochi malumori sarà l'Indicatore di compliance".
Uno strumento, informa il Ministero dell'Economia in una nota, che "consentirà il superamento degli studi di settore come mezzo di accertamento presuntivo" e sarà introdotto con gradualità e che "stimolerà il contribuente ad incrementare l'adempimento spontaneo e a interloquire con l'Agenzia per migliorare la sua posizione sul piano dell'affidabilità".
"Secondo quanto hanno riferito i funzionari del Ministero ai nostri consulenti presenti alla riunione -spiega ad Odontoiatria33 Alberto Libero (nella foto), Segretario Sindacale ANDI- l'Indicatore di compliance classificherà le imprese ed i nostri studi professionali con un voto da uno a 10, una sorta di scala di affidabilità fiscale dell'azienda o dello studio. Quelli affidabili potranno godere del regime premiante (a cominciare da non subire controlli), mentre gli altri potranno essere sottoposti a verifica , e non sempre sarà possibile adeguarsi come avviene oggi".
Secondo le anticipazioni, l'Indicatore di compliance sarà calcolato sulla base di indicatori specifici per ogni tipo di attività seguendo una metodologia diversa da quella su cui si basavano gli studi di settore: le spese sostenute. Sarà considerata la gestione dell'attività, stimati il valore aggiunto e il reddito d'impresa considerando non solo l'ultimo anno di attività, come avveniva oggi, ma gli ultimi 8.
"Per ora ci sono state presentate le linee generali sulle quali si basa il nuovo strumento di stima, è un percorso ancora tutto da definire nel concreto al quale noi sindacati saremo chiamati a verificare le soluzioni proposte indicando i correttivi", spiega Libero.
"L'impressione ricevuta -continua- è però quella che i nostri studi saranno ancora di più considerati come aziende chiedendoci una gestione contabile più precisa ed analitica".
Segretario Sindacale che per questi motivi rimanda il giudizio sul nuovo sistema che dovrebbe diventare operativo già dal 2017 anche se , forse, in una fase sperimentale.
"Dobbiamo aspettare di conoscere più nel concreto il meccanismo di stima del reddito prima di commentare. La considerazione che per ora posso fare è che lasciamo un sistema come quello degli studi di settore, non certo perfetto, ma che negli anni eravamo rifusiti a calibrare secondo la realtà degli studi monoprofessionali italiani; la dimostrazione è l'altissimo numero di studi congrui e coerenti. Con questo nuovo strumento dovremo ricominciare da capo per riuscire a evidenziare al legislatore come la realtà professionale del dentista sia molto diversa da quella di una impresa ed anche di molti altri studi professionali".
Nor.Mac.
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