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17 Gennaio 2019

Disinfezione, detersione e sterilizzazione nello studio odontoiatrico. Le procedure “necessarie”

Nor. Mac.

La vicenda del dentista romano che si è rifiutato di visitare un paziente affetto da Hiv motivando di non essere attrezzato, ha riportato d’attualità la questione prevenzione delle infezioni crociate nello studio odontoiatrico. 
Sul punto la norma è estremamente chiara: lo studio deve adottare tutte le misure necessarie per prevenire il rischio, al di la del paziente che si sta curando. Perché, sembra dire la norma, tutti i pazienti sono potenzialmente portatori di infezioni. “Il rischio specifico della sanità è il rischio biologico”, spiega ad Odontoiatria33 Roberta Pegoraro (nella foto) esperta di menagement ed organizzazione degli studi odontoiatrici, da tempo docente in specifici corsi per ASO sui processi di sterilizzazione.  “I servizi degli studi medici e odontoiatrici di diversa dimensione e organizzazione sono classificati ad Alto rischio”.  

Per questo motivo si devono adottare dispositivi di protezione individuale e si adottano rigorose procedure di sicurezza a tutela degli operatori e dei pazienti e si formano gli operatori sanitari attraverso una formazione specifica da farsi in ottemperanza della Legge sulla Sicurezza sul Lavoro 81/08”. L’operatore sanitario, sintetizza l’esperta, indossa guanti a norma 374, indumenti di protezione a norma 14126:2004, mascherine chirurgiche in III categoria, visiere/occhiali a norma 166, proprio per proteggersi da un eventuale contatto accidentale. Inoltre con il D.Lgs 19 febbraio 2014 n.19 si introduce il divieto di reincappucciamento degli aghi e l’eliminazione dei taglienti in sicurezza oltre al fatto che è fatto divieto all’operatore sanitario entrare in contatto con i contaminati biologici privo di DPI.  Per quanto riguarda invece i Dispositivi Medici riutilizzabili, (gli strumenti) è dal 2010 che l’ISPESL ha stabilito Linee Guida sull’attività di sterilizzazione quale protezione collettiva da agenti biologici per l’operatore nelle strutture sanitarie.  

“Il richiamo normativo tra le altre norme e leggi, è riferito alla  (17665-1/2007) norma di processo, che puntualizza come il processo di sterilizzazione dei dispositivi medici riutilizzabili debba avere una procedura relativa alla decontaminazione, lavaggio, risciacquo, asciugatura, confezionamento, sterilizzazione e stoccaggio. Il processo è eseguibile con termodisinfettori per una maggiore protezione dell’operatore, oppure con la linea tradizionale di immersione e manuale” ricorda Roberta Pegoraro. “La Norma (indirettamente cogente) specifica come vada quotidianamente verificata l’efficacia delle attrezzature con appositi test, prima della loro messa in uso ed ad ogni ciclo”.   

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