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30 Giugno 2015

Studi di settore. Gli scenari possibili se non si è congrui


Tempo di denuncie dei redditi, il 6 luglio scade il termine per pagare le tasse, e tempo di bilanci per dentisti, laboratori odontotecnici ed igienisti dentali, come per gli altri lavoratori autonomi e le imprese italiane, ma sarà possibile pagare entro il 20 agosto con un aggravio del 0,4%.

Per le attività e le professioni soggette, gli Studi di Settore possono rivelarsi un possibile alleato. Attraverso il software Gerico è infatti possibile verificare la propria congruità e decidere, con il proprio consulente, come muoversi.

Se si risulta congrui non dovrebbero esserci problemi. La congruità non garantisce "l'immunità" da una verifica ma le probabilità che questa avvenga sono decisamente poche e legati quasi esclusivamente alla casualità.

Diversi gli scenari se si risulta non congrui con i parametri indicati dagli Studi di Settore.

Va ricordato che recenti sentenze hanno stabilito che non è possibile effettuare "d'ufficio" una verifica solo sulla base della non congruità, ma questo non vuole dire che l'Agenzia delle Entrate possa utilizzare la non congruità per "decidere" di andare a verificare.

Adeguarsi. Un contribuente non congruo, in fase di dichiarazione dei redditi, può decidere di adeguarsi, ovvero di pagare secondo il reddito presunto secondo i parametri dello studio di settore anche se in realtà non è stato raggiunto quel reddito.

Ravvedersi. Di fatto il contribuente non congruo paga le tasse sulla base del reale reddito dichiarato e poi, successivamente, decide di ravvedersi, ovvero pagare la differenza di quanto dichiarato con quanto dedotto dai parametri scaturiti dallo studio di settore "beneficiando così della riduzione delle sanzioni, graduata in ragione della tempestività delle correzioni". Si può decidere di ravvedersi anche una volta ricevuta l'eventuale "allert" del Fisco o a seguito di un controllo.

Aspettare l'eventuale controllo. Soluzione estrema può essere quella di decidere di dichiarare il proprio reddito, anche se non congruo, ed attendere eventuali (ma non certe) comunicazioni dall'Agenzia delle Entrate o un controllo in studio o in laboratorio. Nel primo caso il Fisco aprirà con il contribuente un "dialogo" volto a capire i motivi del reddito più basso rispetto ai parametri dello studio di settore.

Nel secondo caso, il controllo diretto, si risponderà direttamente ai quesiti di chi controlla dimostrando eventuali problemi nati nell'anno fiscale oggetto del controllo.

Le cause giustificative determinate da condizioni di marginalità economica sono molte.

Attenzione alla non coerenza. Si può essere congrui ai parametri risultanti dagli studi di settore ma non coerenti. Ovvero si denuncia di più di quanto, sempre secondo lo studio di settore, si poteva "produrre". Per il fisco, questo aspetto può essere una criticità che merita verifica in quanto potrebbe nascondere situazioni non chiare come ad esempio dipendenti in nero. Per il contribuente, la non coerenza è anche più difficile da gestire in quanto, in caso di verifica o contenzioso, si dovrà dimostrare i motivi e non ci sono possibilità di "ravvedersi".

Regime premiante ma non per tutti. L' Agenzia delle Entrate, con apposita circolare, ha ribadito che i lavoratori autonomi (nel nostro settore i dentisti e gli igienisti dentali) non possono accedere al cosiddetto "regime premiale" che prevede tra l'altro l'accorciamento dei termini di accertamento nonché l'impossibilità di operare i cosiddetti accertamenti sintetici basati sul numero di guanti, sugli aspirasaliva ed altro materiale di consumo utilizzato.

Le motivazioni in quanto lo studio "nel valorizzare le prestazioni rese non riesce ad accogliere a pieno i possibili casi di omessa fatturazione, i relativi studi, in attesa delle eventuali modifiche che potranno essere introdotte in fase di evoluzione degli stessi, non vengono interessati dal regime premiale in argomento per l'annualità 2014".

Questa affermazione dell' Ufficio a mio parere rende ancora più debole la validità degli studi per i professionisti in quanto è la stessa Agenzia che ne attesta la non corrispondenza ai ricavi conseguiti.

A cura di: Franco Merli, libero professionista e consulente fiscale ANDI Genova

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