Per la prof.ssa Nardi il punto focale è l’approccio clinico tailor-made: elemento fondamentale che deve portare l’operatore a scelte opportune protocollari incentrate non sulla patologia ma sulla persona assistita
Il vocabolario indica al termine innovazióne, “l’atto, l’opera di innovare, cioè di introdurre nuovi sistemi, nuovi ordinamenti, nuovi metodi di produzione”. In senso concreto ogni novità, mutamento, trasformazione che modifichi radicalmente o provochi comunque un efficace rinnovamento in un ordinamento politico o sociale, in un metodo di produzione, in una tecnica operativa.
I mutamenti nelle scienze di igiene orale sono condizionati dall’evoluzione delle conoscenze sui sistemi biologici e sulle tecnologie che permettono cambiamenti negli approcci clinici.
L’innovazione nell’igiene orale offre esperienze e prospettive migliori per la persona assistita e la conoscenza delle tecnologie e l’esperienza clinica delle stesse, permette all’operatore una efficiente competenza clinica e maggiore opportunità di successo delle terapie di prevenzione primaria, sul paziente sano, secondaria nel paziente affetto da patologie del cavo orale reversibili e nella prevenzione terziaria dove l’igienista dentale ha il difficile compito di programmare protocolli di prevenzione per il mantenimento di terapie riabilitative.
Integrare le evidenze scientifiche con l’efficacia e abilità clinica dell’operatore e la condivisione di responsabilità delle terapie domiciliari di igiene orale con la persona assistita permette il raggiungimento dello stato di salute del cavo orale e permette di contenere il rischio di compromettere la salute sistemica.
La ricerca ha sottolineato il link importante tra salute orale e salute sistemica .Il controllo del biofilm batterico quindi costituisce il fattore di impatto epidemiologico più importante sulla prevalenza del processo carioso e rappresenta il fattore di successo a lungo termine della terapia dei tessuti parodontali.
E’ opportuno dare il “significato medico del controllo del biofilm batterico”, con la consapevolezza, comprovata da importante bibliografia scientifica, che le condizioni di salute del cavo orale dipendano spesso da un management di prevenzione inefficace e non monitorato nel tempo.
Nella scelta dei protocolli operativi bisogna metabolizzare il livello di intervento al pari di una vera e propria “guerra” contro le patologie e quindi il livello di intervento deve essere strategico, con il monitoraggio attento dell’evoluzione delle condizioni cliniche, deve essere operativo con una esatta pianificazione delle operatività cliniche, e tattico con implementazioni di tecnologie dedicate alle scienze di igiene orale.
L’approccio clinico tailor-made è un elemento fondamentale che deve portare l’operatore a scelte opportune protocollari incentrate non sulla patologia ma sulla persona assistita: livelli di attenzione devono riguardare i suoi bisogni clinici ed extra clinici che vanno rilevati e monitorati nel tempo .
La specifica formazione universitaria del dottore in igiene dentale, spesso implementata da percorsi post laurea, laurea magistrale, master specialistici e corsi di alta formazione universitaria, permette alla persona assistita di avere un operatore sanitario che possa guidarlo con successo nel tempo, nel suo progetto di salute.
Gli approcci interdisciplinari tra odontoiatra, igienista dentale ed altre figure specialistiche, devono essere basati sul rispetto dei ruoli e devono salvaguardare il rispetto della competenza di tutti gli operatori .
Per approfondire:
Tailored Brushing Method (TBM): an innovative simple protocol to improve the oral care. Nardi G.M. et all. J Biomed 2016; 1:26-31
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