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31 Marzo 2009

Impianti one-piece a carico immediato: valutazione clinica

di A. Forabosco, T. Grandi


L’utilizzo di impianti in titanio osteointegrati per la riabilitazione protesica del cavo orale ha inizio negli anni Sessanta a opera di Bränemark e collaboratori (1).
La Scuola svedese, eseguendostudi sull’interazione tra osso e impianti dentali, per prima descrisse il principio biologico dell’osteointegrazione, definita come il contatto diretto tra un impianto in titanio e l’osso alveolare senza interposizione di tessuto fibroso (2).
Sulla base dei risultati ottenuti da queste ricerche furono stabilite le linee guida da rispettare al fine di ottenere il successo a lungo termine della terapia implantare. Particolare importanza venne attribuita all’uso di una tecnica chirurgica a due fasi (iniziale sepoltura sottoperiostea della fixture e successiva scopertura per la connessione degli abutment) e al rispetto di un tempo di guarigione, in assenza di carico, della durata in media di 3 mesi per la mandibola e 5-6 mesi per il mascellare superiore. Un simile approccio era finalizzato alla creazione di un ambiente che, preservato dalle infezioni, dalla crescita epiteliale in profondità e dall’azione di carichi occlusali incongrui, favorisse la guarigione del sito implantare nel senso della neoformazioneossea, impedendo la riparazione fibrosa.



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