I dati dall’Analisti UNIDI Key Stone, indicano dati positivi anche per quanto riguarda i consumi di studi e laboratori che tornano ai livelli pre pandemia
Segnali positivi per il settore dentale dai dati della sedicesima edizione dello Studio di settore UNIDI, realizzato come ogni anno da Key-Stone confermando una forte ripresa dopo il calo del 2020 dovuto al lock down causa pandemia.
Come ogni anno, i dati presentati da Roberto Rosso presidente di Key Stone, nascono dall’analisi del fatturato delle aziende italiane ma viene considerato anche quello della vendita agli studi e laboratori odontotecnici.
Quelli di quest’anno, riferiti al fatturato 2021, indicano un “abbondante recupero” rispetto a quanto perduto nel 2020 con un +31% di fatturato, superando del 13,5% anche i valori del 2019, anno nel quale il comparto aveva raggiunto e sorpassato, per la prima volta, il miliardo di euro di produzione.
Il tasso medio annuale di crescita è del 5%, ben al di sopra dell’andamento dell’economia nazionale. Anche considerando la media dei due esercizi, 2020 e 2021, si osserva un consolidamento dei valori di settore e “si può affermare che l’Industria dentale italiana ha quasi recuperato totalmente quanto perduto nei periodi più difficili condizionati dalla pandemia”, sottolinea Rosso.
Un mercato che, ha spiegato Rosso, è stato in parte condizionato (favorevolmente) dalla richiesta di cure dovute dallo stop forzato del 2020 ma anche dall’onda lunga degli aiuti economici, soprattutto verso le attrezzature, concessi attraversi i vari iper e super ammortamenti.
A fronte di una crescita della produzione industriale italiana di circa il 12% a livello globale, e nello specifico del 13% per ciò che riguarda l’attività manifatturiera, il dentale con un +31% ottiene una performance più che eccellente, superando anche i comparti più virtuosi come il farmaceutico che ha fatto segnare un +25%.
“Nonostante il dentale valga solo una piccola parte (il 4 per 1000) rispetto ai 318 miliardi del manufatturiero italiano, è raro trovare ambiti, anche di nicchia, che abbiano ottenuto un risultato di crescita così evidente come quello dell’industria dentale italiana che cresce tre volte in più rispetto ad altri settori”, ha evidenziato Rosso.
I risultati del settore confermano nuovamente la forza di un comparto produttivo a servizio delle esigenze di salute e benessere della popolazione, nonché la forza del “Made in Italy” che consente di mantenere alto il valore della produzione industriale del settore.
Con riferimento al “Made in Italy”, il mercato delle esportazioni fa marcare una crescita simile a quella della produzione complessiva, con un +30% sul 2020, che significa di fatto una crescita allineata alla domanda domestica, uno sviluppo sostenuto dall’export nonostante le difficoltà sanitarie, economiche e logistiche che hanno continuato a caratterizzare diversi paesi del mondo, soprattutto nella prima parte del 2021.
Complessivamente, le esportazioni sono stimate in circa 742 milioni, quasi un 13% in più rispetto al 2019, con un recupero pieno di quanto perduto nell’anno dell’avvento della pandemia. Si registra, quindi, un tasso medio annuale di crescita del 6%, e uno sviluppo complessivo delle esportazioni dell’80% dal 2011 al 2021.
Nella ripartizione delle esportazioni si nota una fortissima influenza dell’ambito attrezzature (in particolare radiologia e riuniti), ma anche i prodotti di consumo (in particolare l’ambito chimico) e l’Implantologia hanno una forte rilevanza nella crescita complessiva.
Sul fronte degli acquisti da parte degli studi e dei laboratori odontotecnici la domanda interna supera globalmente la barriera di 1,6 miliardi di euro e fa registrare una crescita del 28% rispetto al 2020, ma anche rispetto al 2019 (+15%).
“Si tratta di uno sviluppo del mercato fortemente sostenuto dal mondo digitale sia in termini di tecnologie che di dispositivi medici su misura, come le lavorazioni CAD-CAM e gli Allineatori Ortodontici, che fanno registrare un tasso di crescita straordinario, mai osservato sinora, quasi raddoppiando i valori in due anni”, speiga Rosso informando che nel solo 2021 gli scanner intraorali venduti sono stati 3200, anche se l’incremento più alto è stato registrato per le vendite di radiografici(+102%).
Oltre alle apparecchiature che segnano un +45% rispetto al 2020 e alla produzione digitale (+66%), a confermare che gli studi hanno lavorato è il dato del +12% di incremento registrato dalla vendita di materiali di consumo. Sudi odontoiatrici e laboratori odontotecnici che nello scegliere i prodotti da utilizzare si orientano più di un tempo verso quelli italiani. Fatto 100 il mercato italiani il 47% è il peso dei prodotti italiani venduti a studi e laboratori, mentre il 52% sono i prodotti che arrivano dall’estero. Dieci anni fa l’incidenza dei prodotti stranieri era del 58%.
Per quanto riguarda le previsioni future, più che mai quest’anno è difficile fare delle ipotesi, ha chiarito Rosso evidenziano come i dati delle vendite dei primi 5 mesi del 2022 risultino in negativo (-4%) rispetto la 2021 (anno del rimbalzo post lock down), però in grosso recupero rispetto al 2019. “Il 2022 potrebbe essere l’anno che consolida il risultato apparentemente straordinario del 2021”, a ipotizzato Rosso ricordando, però, come le variabili dovute alla situazione socio politica mondiale siano veramente molte anche se, ha concluso, “il settore lavora su di un bene primario
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