Intervista a Maria Rita Vannetti presidente della neonata Associazione Nazionale Odontoiatri e Medici Convenzionati
Secondo la neonata Associazione Nazionale Odontoiatri e Medici Convenzionati sono 4.500 gli studi odontoiatrici convenzionati con un fondo integrativo. In queste settimane dalla sua costituzione ANOMeC ha raccolto, dichiarano, oltre 800 adesioni. Maria Rita Vannetti, laureata in medicina a Firenze con 110 e lode e dal 1990 titolare di uno studio in provincia di Firenze è la presidente e rimarrà in carica per i prossimi tre anni, con lei abbiamo cercato di approfondire obiettivi ed i motivi della scelta di fondare una nuova associazione.
Perché avete deciso di dare una rappresentanza ai dentisti ed ai medici convenzionati?
Esercitare la professione odontoiatrica, ma anche medica, nei rapporti col terzo pagante, è diventato nel tempo sempre più complesso e difficile. Burocrazia sempre più complicata ed in alcuni casi vessatoria, ritardi nei pagamenti, interferenze nella diagnosi e nell’approfondimento dei piani terapeutici, tariffari in molti casi inadeguati al decoro professionale, che non lasciano margini per cure di qualità alta ma neppure media, ma solo per cure di livello base o anche sotto il livello base. Queste problematiche sofferte dalla gran parte degli operatori sanitari avevano bisogno di essere canalizzate ed organizzate per poter avere un confronto istituzionale con gli altri attori della Sanità Integrativa, nel tentativo di trovare una soluzione in cui pazienti, assicurazioni e odontoiatri / medici siano tutti contenti e appagati da questo reciproco rapporto.
Non vi sentivate rappresentati dai sindacati già esistenti? Non c’è il rischio di frammentare la rappresentanza sindacale della professione?
Non ci poniamo in antitesi, né in concorrenza con le altre organizzazioni, con le quali invece cerchiamo e auspichiamo grande dialogo e collaborazione. Noi però siamo concentrati solo ed unicamente sulla difesa della professionalità medica ed odontoiatrica nei rapporti del convenzionamento sanitario, dove, ahimè, la categoria non è stata adeguatamente tutelata in passato e la situazione attuale ne è la dimostrazione più evidente.
Quali sono le questioni più urgenti che intendete risolvere e come?
Noi desidereremmo essere considerati interlocutori attivi nel disegno del progetto della Sanità integrativa negli ambiti che ci riguardano. Vorremmo poter sedere ad un tavolo con le componenti assicurative ed i Fondi sanitari aziendali e trovare un equilibrio che possa dare soddisfazione a tutte e tre le parti. In un rapporto di questo tipo, se una delle componenti entra in sofferenza, fatalmente il disagio coinvolge anche le altre. Per essere chiari: se gli odontoiatri ed i medici sono costretti ad operare con modalità che mortificano le loro capacità, in ambiti in cui la professionalità ed il desiderio di tendere al costante miglioramento non trovano lo spazio per potersi esprimere, fatalmente dicevo questa sofferenza coinvolgerà anche i pazienti che non potranno ricevere le cure che potrebbero. Questa è una situazione che deve essere corretta. Noi crediamo che il tariffario unico nazionale proposto dalle Assicurazioni sia una cosa sbagliata e anacronistica. E’ evidente che ci sono aree geografiche dove la vita ha costi molto diversi, come è evidente che gli studi professionali possono essere molto diversi. Questo è quello che succede nella realtà ed il paziente sceglie il proprio medico o odontoiatra in base alle qualità ed al costo. Tentare di livellare tutto verso il basso introduce una distorsione della realtà che ha solo conseguenze negative. Noi crediamo che i professionisti debbano poter applicare il proprio tariffario, che è frutto di considerazioni complesse, individuali, geografiche, gestionali. Le Assicurazioni intervengono con un “contributo” che dipende dai contratti che stipulano e che in alcuni casi può arrivare a coprire l’intero importo delle prestazioni, in altri solo una parte. La restante parte il paziente la pagherebbe direttamente al professionista. Solo cosi si può trovare quell’equilibrio in grado di far funzionare a lungo il rapporto: i pazienti ricevono le cure migliori, sostenendo solo una parte dei costi, le Assicurazioni non escono da loro budget, gli odontoiatri ed i Medici si possono concentrare sulle qualità delle cure, per soddisfazione propria, ma soprattutto di chi le cure le riceve.
Perché purtroppo se non si pone rimedio alla situazione attuale si andrà sempre più differenziandosi la “sanità dei ricchi” cioè di coloro che possono pagare le cure migliori fuori dal convenzionamento e la “Sanità dei convenzionati” cioè di coloro che verranno curati con terapie che permettono agli studi di stare all’interno del budget tariffario stabilito dalle Assiurazioni senza perderci. Ovviamente non potranno essere utilizzati certi materiali costosi, acquistati macchinari moderni, sostenuti costi per aggiornamenti. Uno scenario davvero preoccupante che vogliamo combattere con tutte le nostre forze per poter garantire il diritto alla salute a tutti, e non solo ad alcuni.
La vostra sarà un’azione puramente di tutela sindacale oppure state pensando di attivare anche servizi a supporto dei soci?
Noi siamo concentrati, come già detto, solo sul rapporto tra operatori sanitari, Assicurazioni e Fondi Sanitari Aziendali / Pazienti. Tutto ciò che può servire in questo ambito da parte del nostro interesse a tutela della categoria. Ho già citato il coinvolgimento di numerosi legali esperti delle problematiche. Abbiamo allo studio un servizio di informazione per i nostri iscritti sulle modalità amministrative di gestione delle pratiche, per poter superare i mille ostacoli che le Assicurazioni ci porgono.
Oggi l’odontoiatria è esercitata anche in forma societaria ed in alcuni casi la proprietà non è un odontoiatra iscritto all’Ordine, ma un imprenditore o fondi finanziari. In questo caso intendete rappresentare anche questi soggetti?
Possono iscriversi ad Anomec solo medici e odontoiatri in possesso di abilitazione all’esercizio professionale. Le società possono essere rappresentate dal loro direttore sanitario, che abbia i titoli per poter essere accettato secondo quanto scritto nello statuto dell’Associazione.
Rappresentate anche i Medici. Le esigenze sono le stesse?
Nella maggior parte dei casi si. Ritardi nei pagamenti, burocrazia asfissiante, ingerenze nei piani terapeutici, tariffari inadeguati al decoro professionale, sono problemi comuni che minacciano il futuro dell’attività medica in generale e la salute dei pazienti.
Nei mesi scorsi sono state molte le criticità denunciate dai dentisti convenzionati con Previmedical, soprattutto in termini di pagamenti. Com’è la situazione ora?
Non ci sono stati molti miglioramenti. I tempi sono sempre molto lunghi e superano di solito i termini contrattuali, mettendo quindi Previmedical in una posizione facilmente attaccabile da decreti ingiuntivi. A questo proposito Anomec mette a disposizione degli iscritti il proprio ufficio legale, formato da avvocati esperti presenti nelle diverse aree geografiche di tutta Italia, i quali si incaricano del recupero dei crediti con tutti i mezzi legali necessari.
Nel settore è da tempo aperto il dibattito tra convenzionamento diretto e indiretto. Voi siete favorevoli al diretto. Perché?
Riteniamo che i pazienti vadano tutelati ed aiutati. Il convenzionamento diretto favorisce il paziente, che non deve anticipare il costo delle cure e poi attendere (non si sa quanto) il rimborso da parte delle Assicurazioni. E deve anche fornire tutta la documentazione che l’Assicurazione richiede. Nel convenzionamento diretto tutta la pratica burocratica è svolta dallo studio professionale ed il paziente ha meno oneri finanziari. Questo scarica però sullo studio maggiori costi di amministrazione che riducono ulteriormente i margini di guadagno. E anche di questo bisogna tenere conto. Crediamo che l’impostazione attuale dei rapporti tra medici odontoiatri e Assicurazioni sia inadeguata a garantire la salute dei pazienti convenzionati secondo gli standard delle conoscenze attuali. Esiste un modo per uscire da questa situazione inadeguata, abbastanza semplice in realtà, ed è per questo che ci battiamo.
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