In collaborazione con la Società Italiana di Parodontologia e Implantologia, Dental Cadmos propone un percorso formativo (ECM) di diagnosi/trattamento/gestione del post-operatorio dei pazienti affetti da parodontite
Per intercettare e trattare correttamente la parodontite servono sia delle conoscenze tecniche che una corretta organizzazione del team per pianificare le varie fasi terapeutiche. Il raggiungimento di tali obiettivi è il focus del percorso che viene proposto nei 5 Moduli del primo Corso ECM 2022 di Dental Cadmos “La gestione del paziente affetto da parodontite”.
“Abbiamo pensato fosse una valida opportunità per trasmettere in maniera capillare sia agli odontoiatri che agli igienisti dentali un messaggio scientificamente corretto e autorevole” commenta il coordinatore del Corso, Francesco Ferrarotti (nella foto).
“Il nostro auspicio è che il Corso possa fornire linee guida chiare e supportare i clinici nell’adozione di corretti protocolli per gestire l’intero iter clinico.”
I cinque Moduli, nel dettaglio
Il primo è dedicato alla diagnosi parodontale, il cui inserimento come componente routinaria nella visita odontoiatrica va implementato. Contestualmente viene approfondita la nuova Classificazione AAP-EFP 2017 che ha aggiornato quella preesistente del 1999 adeguandola all’evoluzione dell’evidenza scientifica e superandone alcune criticità irrisolte.
Tra le principali novità si evidenziano l’introduzione delle malattie peri-implantari, la chiara definizione di stato di salute gengivale a livello istologico e clinico, la distinzione della gengivite in due sole categorie in base al rapporto con il biofilm batterico, l’abolizione della distinzione tra parodontite cronica e aggressiva e l’adozione di un modello di differenziazione della patologia in Stadi e Gradi, la sostituzione dei termini trauma occlusale e ampiezza biologica con quelli, rispettivamente, di forza occlusale traumatica e tessuto d’attacco sopracrestale, una nuova classificazione delle recessioni gengivali.
Nel Modulo 2 vengono illustrate, alla luce delle attuali linee guida, i principi consolidati e gli approcci moderni della terapia parodontale non chirurgica e presentate le caratteristiche principali degli strumenti per l’igiene orale domiciliare (spazzolini manuali o elettrici, filo interdentale o scovolino ecc.) e le loro indicazioni per orientarsi nella scelta da suggerire al paziente
La parte centrale del Corso è costituita dai due Moduli che trattano gli aspetti chirurgici. Nel terzo Modulo vengono affrontate le indicazioni e i passaggi operativi delle moderne tecniche chirurgiche parodontali in presenza di riassorbimento osseo orizzontale, con particolare riferimento alla chirurgia ossea resettiva e conservativa. Attraverso la selezione della letteratura scientifica abbiamo cercato di fornire le basi per guidare il clinico nella scelta del corretto approccio chirurgico. La nuova Classificazione (livello S3) suggerisce un’indicazione alla chirurgia ossea resettiva nei casi con tasche residue profonde (PD ≥6 mm) in pazienti con parodontiti di Stadio III dopo un’adeguata fase di terapia causale. Oggi viene utilizzata principalmente per trattare difetti infraossei poco profondi in aree non estetiche e in casi perio-protesici.
Una modifica alla chirurgia ossea resettiva tradizionale è la tecnica “con ritenzione delle fibre”: costituisce un approccio più conservativo ed è in grado di ridurre la recessione post-chirurgica, il sacrificio di osso di supporto e il discomfort per il paziente. Il quarto modulo si focalizza invece sul trattamento dei difetti infraossei mediante chirurgia rigenerativa e chirurgia conservativa. Sulla base delle conoscenze dei processi biologici di guarigione verranno forniti gli strumenti per scegliere tra le tecniche chirurgiche presenti in letteratura e tra i vari biomateriali da innesto.
Ultimo, ma non per importanza, il Modulo sulla gestione della ferita post-chirurgica e sulla terapia di supporto nel paziente parodontale. La gestione della ferita dopo un intervento di chirurgia parodontale deve seguire un timing e procedure precise per permettere una corretta guarigione dei tessuti duri e molli. Inoltre, è fondamentale fornire al paziente le indicazioni post-operatorie opportune in base al tipo di intervento eseguito e alla maturazione della ferita.
Al termine della terapia attiva, che sia chirurgica o non chirurgica, il paziente deve essere sottoposto a una nuova rivalutazione per stabilire i nuovi parametri di baseline a cui si farà riferimento durante la terapia di supporto per valutare la stabilità della malattia. Molti studi hanno dimostrato che un sistema di richiami di igiene e di terapia di supporto personalizzato permettono di evitare nel lungo periodo la perdita dentale nei pazienti parodontali.
L’intervista completa è disponibile a questo link.
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