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14 Novembre 2023

Chi può prendere l’impronta con uno scanner intraorale?

Lo abbiamo chiesto al presidente CAO Raffaele Iandolo. Tra i temi toccati anche la necessità di tracciare tutti i passaggi della realizzazione dei dispositivi medici e le possibili nuove competenze in tema di odontoiatria digitale


L’eventuale opportunità di allargare le competenze ad altre figure professionali del Team odontoiatrico in merito al rilevamento delle impronte con uno scanner digitale, era stata avanzata dal prof. Massimo Gagliani in un suo recente Agorà del Lunedì, che potete leggere a questo link

Il prof. Gagliani commentava il lavoro di un gruppo di ricercatori cinesi che hanno fatto rilevare una serie di impronte utilizzando uno scanner intraorale a varie figure tra cui gli ASO ed ovviamente anche gli odontoiatri. 

Dalla ricerca sembra che la qualità delle impronte rilevate sia stata buona indifferentemente dalla mano che guidava lo scanner.
Da qui la considerazione se, vista la facilità di utilizzo dello strumento, non sarebbe ipotizzabile pensare di estendere ad altre figure del Team odontoiatrico la possibilità di rilevare l’impronta attraverso lo scanner. Visto che poi è comunque l’abilitato all’esercizio dell’odontoiatria ad essere responsabile, a verificare l’impronta ed inviarla, insieme alla prescrizione, al fabbricante del dispositivo medico su misura. 

Abbiamo posto la domanda al presidente nazionale CAO Raffaele Iandolo, in una video intervista che trovate sotto. 

La prima domanda è stata sul perché l’impronta è un atto medico esclusivo dell’abilitato all’esercizio dell’odontoiatria. 

L’impronta, sintetizziamo quando detto dal presidente Iandolo, fa parte di un insieme di procedure che consento di riabilitare una persona attraverso una protesi, una corona, un allineatore trasparente. La riabilitazione è un atto medico, di conseguenza l’impronta è un atto medico.Sono le norme che hanno individuato gli ambiti professionali che definiscono questo”, ricorda il presidente CAO che fa un esempio.Tra gli ambiti di competenza definiti dal profilo professionale degli igienisti dentali c’è quello dello sbiancamento. Ma l’impronta della arcata dentale per realizzare la mascherina necessaria durante il processo di sbiancamento, la può rilevare solo l’odontoiatra ricorda Iandolo. L’igienista utilizzerà la mascherina che verrà realizzata per gli scopi della propria professione, in questo caso lo sbiancamento dentale. 

Ognuno, ricorda, ha il suo ruolo, odontoiatra ed igienista dentale lavorano in collaborazione rispettando i propri ambiti di competenza. “Le norme italiane vietano la sovrapposizione di competenze tra professioni diverse”. 
Ancora peggio se si pensa agli ASO che prendono l’impronta, “che non sono professione sanitaria”, dice Iandolo. 

Sulla opportunità o meno di consentire, anche in futuro magari modificando le leggi, per esempio agli ASO di rilevare le impronte con scanner digitali, Iandolo si chiede dove stia la convenienza.“Siccome lo specchietto può essere messo in bocca da chiunque, chiunque può fare una visita odontoiatrica?”Non è giustificabile dire, siccome è una cosa facile, la può fare chiunque. E’ nostro interesse come ordinisti di garantire al paziente che quella pratica viene svolta solamente da chi ne è abilitato”. 

Tra i temi affrontati anche quello delle nuove tecnologie che in odontoiatria stanno creando spazzi nuovi ed anche nuove professionalità, e se serve crearne delle nuove o modificare quelle che esistono con profili certamente datati. Ed il discorso finisce ovviamente su quello dell’odontotecnico. 

Per il presidente Iandolo servono certamente delle figure capaci a districarsi nell’odontoiatria digitale ma sempre ausiliarie alla figura dell’odontoiatra che deve rimanere il responsabile del trattamento sanitario nei confronti del paziente. Presidente CAO che sottolinea come la figura dell’odontotecnico sia certamente da tutelare come fabbricante, ma non vede nel percorso universitario la soluzione, meglio implementare e potenziare il percorso formativo attuale. 

Iandolo ritorna anche sulla questione del tracciamento della fabbricazione dei dispositivi protesicisoprattutto oggi che questi possono venire realizzati a migliaia di chilometri di distanza.“Dobbiamo fare in modo che il percorso sia tracciabile dall’inizio alla fine”, dice. 

Infine, sempre parlando di nuove tecnologie ma sul fronte della diagnosi, il presidente Iandolo sottolinea come questo sarà un aspetto da valutare e tenere sotto controllo ed annuncia un lavoro di confronto con tutte le componenti dell’odontoiatria per valutare le varie criticità, soprattutto legate all’Intelligenza Artificiale.




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