Fino al 2018 il prof. Enrico Gherlone, Presidente Corso di laurea in Odontoiatria e Protesi dentaria Ateneo San Raffaele di Milano, è il presidente del Collegio dei Docenti.
L'abbiamo intervistato per capire gli obiettivi e la strada che intenderà intraprendere in questi quattro anni.
Gli obiettivi sono gli stessi che questo organismo sta condividendo ormai da qualche anno. Obiettivi fanno parte di un progetto che è stato intrapreso dalla professoressa Elettra De Stefano Dorigo e che quattro anni fa ne ha visto continuità con Antonella Polimeni e così sarà con il sottoscritto.
Recentemente, al nostro incontro prenatalizio svoltosi alla Sapienza di Roma, ho detto chiaramente queste cose: non vi è un presidente che decide ma che coordina un direttivo di cui fa parte anche il past-president ed il presidente eletto, il tutto in sinergia con il Collegio dei referenti ed i presidenti delle due Conferenze permanenti dei Corsi di laurea di odontoiatria ed igiene dentale. Solo attraverso un lavoro di gruppo e condiviso si potranno portare avanti le azioni intraprese con il fine di avere un Collegio al passo con i tempi e con un valore politico, scientifico, didattico e di coordinamento che sia utile a tutti e di cui tutti i docenti si sentano parte attiva. A tal fine segnalo che siamo recentemente entrati a far parte dell'Intercollegio e la delega a rappresentarci è stata conferita alla professoressa Polimeni. Tutto questo nello spirito di cui ho accennato sopra.
D'altronde, oggi, le priorità sono l'Europa, il Mondo, i piani di studio che dovranno sempre più tener conto delle reali esigenze di formazione, come peraltro abbiamo cominciato a fare. Continueremo dunque su questa strada.
Il 2014 è stato l'anno dell'Università. E' iniziato il sesto anno abilitante, si è celebrato l'anniversario dei 30 anni della prima laurea in odontoiatria ma si è registrato anche il pasticcio sui ricorsi e le critiche verso la formazione in odontoiatria. Quale è il reale stato di salute dei corsi di laurea in odontoiatria in Italia?
Negli ultimi anni la Conferenza ha monitorato l'implementazione della laurea magistrale a sei anni, stimolando tutte le sedi a crescere, sia in risorse umane che strutturali. Molti dei nostri corsi di laurea, certamente la maggioranza, hanno mostrato evidenti miglioramenti. Purtroppo, alcune (poche), realtà hanno trovato poca sensibilità da parte dei loro Atenei e palesano difficoltà a vari livelli: numero di docenti, riuniti, manichini etc.
E' assolutamente necessario che i nostri Corsi di laurea siano in grado di competere con quelli stranieri più accreditati, e molti già lo sono. Lo scopo e dare al laureato che entra nel mondo del lavoro quella preparazione che gli permetta di non dovere accedere ob torto collo a costosi corsi privati di tipo basic. Questo emerge anche da un recente sondaggio sul tema commissionato dalla CAO: lo chiedono i nostri studenti e per questo dobbiamo riuscire ad attrezzarci nel migliore dei modi.
Ricordo che la nostra "mission" didattica è fondamentale e su questa siamo giudicati non solo sul h-index o il nostro grado di impact factor. Per fare buona didattica, oltre che strutture e docenti sono necessari pazienti ed è anche su questo tema, avendoci lavorato molto come consulente del ministro Fazio ed attualmente in regione Lombardia, ho in mente qualche azione che se attivata sarà di grande utilità sia per i cittadini che per i nostri allievi.
Si chiede un accorpamento dei corsi di laurea in odontoiatria per ridurne il numero ed una modifica dei test di ammissione. Richieste ricevibili?
Sicuramente sono richieste ricevibili. La normativa ministeriale per la sostenibilità dei corsi di laurea 'spinge' le sedi più piccole verso l'accorpamento. Certamente il test di ammissione può e deve essere migliorato ma non certo abolito.
Nel precedente mandato avete cominciato a cercare di armonizzare la formazione tra tutti i corsi di laurea. Continuerete in questo lavoro?
Certamente si. A tal proposito è stata appena rinnovata la Consulta didattica che lavorerà anche su questo tema.
Gli obiettivi sono quelli di favorire la mobilità degli studenti e dargli una preparazione, definiamola standard, al passo con i tempi fornendo quelle competenze e quella professionalità necessaria per competere a livello internazionale. Senza queste competenze non è più possibile approcciarsi al mondo del lavoro. La nostra, come tante altre, è diventata una professione difficile, che necessita di professionisti preparati e non solo clinicamente ma anche nella percorribilità della professione con concetti di marketing, comunicazione, approccio logistico organizzativo. Un professionista che sappia, anche, rapportarsi e confrontarsi con il terzo pagante.
Il moderno odontoiatra non può più permettersi di essere solo un operatore ma un imprenditore di se stesso, e questo noi docenti dobbiamo insegnarlo ai nostri studenti prima che a farlo siano altri, con scopi molto meno nobili dei nostri. Sono sicuro che i lettori capiranno dove voglio arrivare.
Mi sembra che in questo periodo il mondo Universitario sia in piena sintonia con l'Ordine e la professione. Una sinergia indispensabile per riuscire a creare la professione del futuro?
Su questo punto mi prendo un pochino di merito perché è stata la mia mission principale già nel 2009 quando entrai al Ministero della Salute.
Mi resi subito conto che senza la concordia tra queste tre importanti realtà, aggiungerei anche le società scientifiche, non si sarebbe andati da nessuna parte, e questo indipendentemente dall'incarico politico che uno poteva ricoprire in quel momento.
Devo dire che da subito trovai sostegno nelle persone illuminate ricoprenti le apicalità di tutte queste realtà e che per fortuna, in gran parte, quelle persone ricoprono oggi gli stessi ruoli. Anche se l'impresa non fu delle più facili, si è arrivati nella situazione attuale che in questo senso definisco rosea: un grande rispetto e grande sinergia, seppure ciascuno con la propria identità e consapevolezza del proprio ruolo, ma con un unico fine comune: il bene della nostra professione, dei nostri colleghi sia professionisti che accademici, dei nostri studenti e questo nell'assoluta tutela della salute del cittadino.
Le raccomandazioni cliniche, partorite da una mia idea, ne sono l'esempio più eclatante, senza la collaborazione di tutti, Ministero della Salute, Accademia, libera professione con le sue associazioni, società scientifiche, Ordine (CAO), non sarebbero state portate a compimento e licenziate.
E sul fronte della politica?
Nessuna preclusione verso nessuno. Le esigenze della politica sono dettate dai cittadini, quelle dei cittadini sono di poter disporre di un'odontoiatria di qualità a prezzi sostenibili con conseguente aumento nel numero delle prestazioni che possono essere fornite solo attraverso un'odontoiatria unita, rispettosa verso pazienti ed Istituzioni. L'Accademia gioca il ruolo di attore principale in questo processo, e questo va ben al di là dei colori politici.
Come Università voi create i professionisti del futuro. Avesse una bacchetta magica quali sono gli interventi da attivare nel 2015?
La bacchetta magica non la possiede nessuno, le idee chiare però si. Il sottoscritto, i colleghi dell'Accademia e non solo, certamente le hanno.
Chiediamo solo di essere ascoltati e di rappresentare parte attiva del nostro futuro e di quello dei nostri giovani.
Quello che posso/possiamo promettere è un forte impegno che non verrà mai meno, ma credo che questo, chi ha avuto modo di conoscerci, già lo sappia.
Potrei terminare questa intervista dicendo "fatti, non parole o proclami", ma fatti veri.
Mi permetta di augurare a tutti i lettori un caro saluto sperando che il 2015 sia un anno di successi serenità e positività e che ci si liberi da ambizioni individuali, talvolta troppo esaltate, augurando che si rientri in un vero spirito di servizio come dovrebbe essere per tutti ma soprattutto per chi vive l'Istituzione.
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