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02 Luglio 2015

Ortodontista e logopedista, un rapporto necessario. Alcuni consigli e considerazioni dall'esperta


La strategia è quella la collaborazione tra ortodontista e logopedista ma quando deve intervenire il primo e quando il secondo e poi, in caso di problemi di malocclusione quando è possibile risolverli solo con intervento del logopedista e quando in caso di problemi del linguaggio è necessario l'intervento dell'ortodontista?

Sono alcuni dei quesiti che abbiamo posto alla dott.ssa Sara Vegini, logopedista milanese, già docente universitaria e autrice di alcuni libri sul tema.

Quali sono le principali problematiche trattate da una logopedista nelle sue collaborazioni con gli ortodontisti ?

Da oltre 10 anni collaboro attivamente con diversi studi dentistici nell'hinterland milanese.
Le principali problematiche di cui più mi occupo sono: deglutizione atipica, ipotonia/ipertonia del distretto miorale, frenuli linguali e labiali corti, respirazione orale, palati ogivali e conseguenti difficoltà fonetiche- fonologiche. La costante collaborazione e il continuo confronto tra ortodontista e logopedista permette di risolvere le diverse difficoltà in maniera più rapida garantendo inoltre alti livelli di successo e standard riabilitativi elevati.

Una scorretta posizione della lingua e alcune abitudini viziate possono portare difficoltà di linguaggio?

Le difficoltà articolatorie sono strettamente correlate alla posizione della lingua, alla tonicità del distretto bucco-linguo-facciale e al loro punto articolatorio. Tutti i fonemi infatti vengono classificati per luogo, modo articolatorio e tipo di articolazione. Qualora, infatti, per svariate complicanze, non fosse possibile usufruire del corretto punto articolatorio, il logopedista è costretto a trovare posizioni di compenso per permettere al paziente di pronunciare quel fonema.

LUOGO DI ARTICOLAZIONE

M

O

D

O

Bilabiali

Labio-

dentali

Dentali

Alveolari

Palato-

alveolari

Palatali

Velari

Occlusive

p/b

t/d

k/g

Nasali

m

n

ŋ

Laterali

l

λ

Plurivibranti

r

Fricative

f/v

s/z

∫/З

Affricate

ts/dz

t∫/ dЗ

Approssimanti

ј

w

Tabella 1- Classificazione dei suoni consonantici per modo e luogo di articolazione

Prima dell'impostazione di qualunque fonema è necessario comunque valutare la tonicità di labbra, lingua, guance, mento, controllare i frenuli, il palato e la respirazione, così da comprendere se è necessario eseguire un lavoro di potenziamento o di riduzione del tono muscolare e di rieducazione respiratoria.

Ovviamente, collaborando con diversi ortodontisti, tutti questi aspetti vengono ampiamente indagati e si studiano insieme soluzioni e priorità: è necessaria prima la logopedia o forse è di primaria importanza allargare il palato così da dare maggiore spazio alla lingua sia nella fonazione sia nella corretta postura a riposo?

Per quanto riguarda le abitudini viziate invece, le principali che si riscontrano sono:

· succhiamento del dito;

· uso prolungato del ciuccio o del biberon;

· onicofagia;

· lapisfagia;

· masticazione delle guance;

· masticazione o succhiamento di pezzuole di stoffa o vestiti.

Tutte queste abitudini scorrette, se non eliminate, provocano mal occlusioni, morsi aperti, palati ogivali... con ovvie ripercussioni sul versante fonetico- fonologico: interposizioni linguali anteriori, fuoriuscita di aria dai lati della bocca, errata pronuncia di alcuni fonemi per impossibilità di usufruire del corretto punto articolatorio.

Una scorretta postura linguale a riposo invece ha ripercussioni sul linguaggio?

Correttamente, si è soliti associare la scorretta posizione della lingua a riposo alla deglutizione atipica. Oltre però a questa difficoltà, sovente, ci si imbatte in palati stretti (poiché la lingua non essendo in posizione non ha creato il giusto spazio sul palato) e quindi difficoltà ad articolare i fonemi palato- alveolari e palatali.
Frequentemente, in concomitanza alla deglutizione atipica e alla relativa errata postura linguale a riposo, si osserva interposizione linguale anteriore nella pronuncia dei fonemi /s/, /z/, /ts/, /dz/, /t/,/d/ e /l/.
Se invece, la scorretta postura linguale a riposo è dovuta a un frenulo linguale corto, le difficoltà articolato rie saranno principalmente a carico dei fonemi dentali (/n/, /t/ e /d/), degli alveolari (/l/ e /r/) e dei palatali (/λ/) e la vibrazione del fonema /r/ non sarà mai corretta se non a seguito di allungamento del frenulo (con esercizi logopedici) o con frenulectomia.

Vi è quindi una correlazione tra malocclusioni dentarie e scheletriche e difficoltà di linguaggio?

Certamente, la questione fondamentale è su quale intervenire prima: logopedia o ortodonzia?
Ci sono malocclusioni così importanti per cui noi logopedisti siamo costretti a modificare l'impostazione dei fonemi per poter ottenere risultati. III° classi, morsi aperti o morsi in testa rendono molto difficile il lavoro logopedico e sarebbe utile in queste situazioni aver eseguito un precedente lavoro ortodontico o comunque avere la possibilità di confrontarsi con il referente del caso. E' per queste ragioni che reputo fondamentale un lavoro di equipe e non opero mai in maniera individualistica.

A cura di: Lara Figini, Coordinatore Scientifico Odontoiatria33

Sull'argomento leggi anche:

2 Luglio 2015: A una perfetta unità dentofacciale corrisponde una perfetta articolazione del linguaggio e fonazione del bambino. La collaborazione tra ortodontista e logopedista

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