In occasione della Giornata internazionale dello sport, Straumann Group vuole sottolineare la relazione, importante, tra salute orale e performance sportiva. Il perché e come sensibilizzare il paziente
A volte talento e dedizione possono non essere sufficienti per raggiungere la massima performance dal punto di vista sportivo. C’è un’altra componente che potrebbe risultare fondamentale per migliorare le prestazioni fisiche: i denti!
Per questo, Straumann Group in occasione della Giornata internazionale dello sport – che si celebra il 6 aprile – ha voluto porre l’accento sulla relazione che sussiste tra la salute del cavo orale e la performance degli sportivi. E gli sportivi in Italia sono molti: secondo alcuni dati forniti dal CONI, sono infatti oltre 35 milioni le persone che svolgono sport e attività fisica leggera, soprattutto tra i ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 14 anni (70,3%).1
E per comprendere come possano i denti avere degli effetti (positivi o negativi) sulle prestazioni atletiche Straumann ha deciso di chiedere il parere di due massimi esperti in materia: il dottor Mario Bonino, che segue diversi celebri sportivi, come Bruno Mascarenhas – vincitore tra l’altro di una medaglia di bronzo nel canottaggio alle Olimpiadi di Atene – e il dottor Fausto Madaschi, che da molti anni assiste molti atleti a livello nazionale e internazionale, tra cui Margherita Parini, ex campionessa del mondo di snowboard.
Ma perché avere denti sani risulterebbe vantaggioso nella pratica sportiva?
Bisogna innanzitutto sottolineare come la salute della bocca incida in modo significativo su un ampio numero di organi, parti del corpo e fattori. Per questo motivo, proprio a partire dalla bocca possono innescarsi una serie di problemi, definiti discendenti, che possono andare a coinvolgere articolazioni e muscoli, andando a interessare persino ginocchia e piedi. E come se ciò non bastasse, si possono infatti generare delle torsioni che, oltre a provocare effetti negativi a livello posturale, possono andare a influenzare il gesto atletico, compromettendo di fatto il movimento e l’armonia generale.
E il dottor Madaschi sottolinea proprio come ci sia di fatto una doppia valenza: “da una parte la torsione facilita il trauma e la tendenza a farsi male nelle persone che praticano sport, dall’altra la performance non può essere al top a causa di condizioni non ideali a livello posturale”. E la spiegazione di questo fenomeno è in realtà “semplice”: nello schema dell‘homunculus motorio - che indica le aree della corteccia cerebrale coinvolte per il movimento - la bocca da sola rappresenta il 35% e, insieme a mano e piede, circa il 90%.
Sotto questo aspetto, un caso eclatante, balzato agli onori delle cronache, è sicuramente quello del doppio oro olimpio di Tokyo 2020 Marcell Jacbos. Il dottor Bonino, infatti, ricorda come il campione si sia sottoposto all’estrazione di un dente del giudizio malposizionato che lo disturbava molto e che, stando anche alle affermazioni del suo coach, ne comprometteva in parte la performance e l’assetto posturale.
Denti mancanti o malposizionati (come possono essere i denti del giudizio), malocclusioni o contatti anomali possono infatti generare torsioni e problemi muscolari, che vanno quindi a inficiare sulla stabilità del bacino e l’equilibrio. È fondamentale sottolineare come le conseguenze siano diverse a seconda dell’attività sportiva praticata: un ciclista, per esempio, si troverà a pedalare spingendo maggiormente con una gamba rispetto all’altra, mentre gli sciatori potrebbero effettuare meglio le curve verso destra e male quelle a sinistra (e viceversa).
Ma non sono solo i denti a poter avere effetti su altri distretti corporei!
Non bisogna infatti dimenticare che anche deglutizione, respirazione e salivazione possono essere amici o nemici degli sportivi. In particolare, in caso di una deglutizione scorretta e alterata, definita atipica (o anche infantile), può causare problemi posturali, cervicali, lombalgie e problemi alle ginocchia, potendo influire addirittura sulla vista.
Ma la deglutizione errata può portare anche a problemi respiratori, da cui deriva poi una modifica della struttura e della morfologia ossea che crea debolezze delle catene muscolari.
Un occhio di riguardo, infine, deve essere dato anche alla salivazione.
L’acidosi metabolica è infatti una condizione comune che può avere notevoli ripercussioni sugli sportivi. A spiegarlo ci pensa il dottor Madaschi: “Il corpo funziona per metabolismi, i cui prodotti finali sono acidi che non possono rimanere all’interno. Questo perchè il pH del sangue deve essere pari a 7. Quando il corpo fa fatica ad espellere tutti gli acidi tramite il rene e le urine, trova un sistema differente, il sistema tampone dei muscoli e delle ossa. Il calcio tolto dai muscoli e dalle ossa forma con gli acidi dei sali che precipitano e nel tempo possono causare calcolosi, artrite, artrosi, arteriosclerosi. Nell’immediato, il prelievo di calcio dai muscoli può causare stanchezza, dolori, crampi, contratture, spasmi, deficit di prestazione. Può inoltre verificarsi l’osteoporosi - malattia sistemica dell'apparato scheletrico che aumenta la fragilità ossea - per cui operazioni di implantologia e sostituzione di denti con relativo riassorbimento osseo risultano più complicate e rischiose”.
Ovviamente, un aspetto che gli sportivi non possono permettersi di trascurare è l’alimentazione.
Proprio in relazione a quanto chiarito poc’anzi, sarebbe opportuno che le persone che praticano sport evitassero cibi che creano acidità, prediligendo invece alimenti (soprattutto vegetali) che contrastano invece l’acidosi. Il dottor Bonino, infatti, spiega che alcuni alimenti come gli agrumi, i kiwi, i pomodori e le confetture, se consumati quotidianamente o quasi possono generare dei problemi, andando a consumare di fatto gli elementi dentari e potendo quindi causare delle malocclusioni. E il dottor Bonino poi continua: “Gli sportivi mangiano anche molta cioccolata per le energie, ma, se consumata in quantità eccessive, arrossa considerevolmente i tessuti e fa sensibilizzare i denti. Non solo: anche le bevande e gli alimenti eccessivamente zuccherati vanno consumati con attenzione. Lo zucchero, infatti, è come fuoco quotidiano nei denti e nelle gengive e aumenta il rischio di carie e di erosione dentale”.
Ma anche il carattere e l’emotività possono influire sulla postura e, di conseguenza, anche sulla performance atletica. Soggetti riservati, essendo magari più insicuri, tendono inconsciamente a “chiudere le spalle”. Questo, soprattutto nella fase di crescita, può avere ripercussioni sulla formazione ossea, con ripercussioni anche sul cavo orale e sugli elementi dentari.
Da tutto ciò appare dunque lampante come per gli sportivi (e non solo) è necessario prendersi cura della propria salute orale, sottoponendosi quindi a controlli frequenti e adottando opportuni protocolli di prevenzione.
Prevenzione che si inquadra anche nell’utilizzo, soprattutto per gli sport da contatto, di opportuni “devices”, ossia il paradenti. Questo, ovviamente, fornisce protezione agli elementi dentari, riducendo l’intensità dell’impatto e stabilizzando i denti. A scopo terapeutico, invece, è possibile utilizzare i cosiddetti bite, ossia delle mascherine che – posizionate sulle arcate dentarie – agiscono per risolvere problematiche come la dislocazione mandibolare, le malocclusioni e il digrignamento/serramento dei denti.
Per concludere i dottori Bonino e Madaschi concludono: “Il corpo è un tuttuno e non va guardato nè curato a compartimenti stagni, al contrario va messo in armonia. Per farlo, bisogna avere una vera e propria visione di insieme. Negli studi dentistici ci dovrebbe essere multidisciplinarietà: i dentisti hanno il ruolo fondamentale di intercettare i differenti problemi che presentano i pazienti, indirizzandoli poi naturalmente dagli specialisti giusti”.
1) Rapporto “I numeri della pratica sportiva in Italia”, Dati Istat 23 Febbraio 2017, Coni
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