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13 Luglio 2021

Il principio di “antieconomicità”, spiegato dall’esperto di controllo di gestione

Massimo Depedri entra nel merito della sanzione al giovane odontoiatra per scarsi guadagni e fa alcune considerazioni sul concetto di “redditività” 


Leggendo l’ultimo DiDomenica mi sono ricordato di quando, nei primissimi anni '90 all'inizio del mio praticantato, mi sono imbattuto nella "minimum tax", un primordiale sistema di verifica del reddito dichiarato basato sul concetto che l'imprenditore/professionista non può guadagnare meno di un suo dipendente.  Sistema di verifica che già sosteneva il principio di antieconomicità dell'attività d'impresa o professionale. Concetto molto interpretabile e sicuramente non definibile con certezza perchè nessuno di noi può, anche volendo, consultare i dati dei colleghi, salvo che non si tratti di società di capitali obbligate al deposito del bilancio presso la CCIAA. 

E' vero che l'accertamento che viene citato nel DiDomenica è riferito all'anno 2005, ma se vado a visualizzare i risultati delle analisi che in questi ultimi 15 anni ho effettuato con aula41 nel settore odontoiatrico, non vedo molte differenze nell'incidenza dei pagamenti/costi rispetto agli incassi/prestazioni eseguite con quanto "contestato" nell'accertamento dell'Agenzia delle Entrate.

Un'incidenza dei costi del 70%-80% - per uno studio odontoiatrico - non è assolutamente un dato straordinario, soprattutto negli ultimi anni dove il costo degli investimenti in tecnologia è aumentato a dismisura anche con la presenza degli incentivi fiscali che, peraltro, sono prevalentemente a beneficio delle società di capitali. Sono certo che se gli importi del conto economico dell'odontoiatra oggetto di verifica fossero stati più elevati, non avrebbe ricevuto l'accertamento nonostante le alte incidenze dei costi.Per noi consulenti, avere a disposizione analisi di settore e poterle condividere con i nostri clienti, è sicuramente un fattore di limitazione del rischio, non tanto per "adeguare" gli eventuali incassi ma solo per ragionare sulla redditività dell'attività dello studio e per prepararsi ad eventuali futuri controlli. Credo sia utile, infine, precisare che il principio di "antieconomicità" viene preso in considerazione dagli organi competenti anche in fase di verifica delle prestazioni eseguite e non fatturate parzialmente o totalmente in seguito all'applicazione di sconti  o di concessione di prestazioni gratuite ai pazienti diversi dai parenti o amici stretti (classico esempio quello della prima visita - vedi articolo pubblicato sul vostro sito al seguente link.

E' anche per questo motivo che non possiamo più evitare di approfondire la lettura dei dati della gestione. Tutt'oggi, nonostante non sia più un argomento nuovo, ci sono ancora tantissimi studi che non hanno idea di quale sia la loro redditività e di quale sia l'effettiva liquidità residua al lordo e al netto delle imposte e contributi previdenziali. 

Massimo DepedriConsulente Economico e Fiscaleesperto in Controllo di Gestione per aula41

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