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06 Settembre 2021

Il Regolamento Regionale della Puglia, forse il vero argine alla diffusione del capitale in odontoiatria

Considerazioni del presidente CAO Bari dopo la sentenza del Consiglio di Stato ed in tema di autorizzazione sanitaria sulla base del fabbisogno regionale


In Puglia per aprire una struttura odontoiatrica sotto forma di società di capitali è necessario sottostare al “fabbisogno regionale”, che attualmente prevede 1 struttura ogni 500mila abitanti: un fabbisogno che al momento risulta pari a zero.
Gli studi professionali non sottostanno al fabbisogno e l’unica forma societaria consentita (sia per il semplice nullaosta che per il regime autorizzativo) sono le S.T.P., cioè le Società Tra Professionisti, con obbligo di comunicazione all’Ordine provinciale di appartenenza.

Queste, in sintesi, le disposizioni previste dal Regolamento Regionale in attuazione della Legge Regionale 2 maggio 2017, n. 9 e s.m.i.: “Nuova disciplina in materia di autorizzazione alla realizzazione e all’esercizio, all’accreditamento istituzionale e accordi contrattuali delle strutture sanitarie e socio-sanitarie pubbliche e private”.
Nel mese di luglio la Giunta Regionale ha approvato le ultime modifiche, dopo una lunga concertazione con gli Ordini Provinciali pugliesi e grazie alla supervisione e agli approfondimenti dell’esperto in normativa sanitaria, dott. Andrea Tuzio, consulente dell’Ordine dei Medici di Roma, portando finalmente a termine il Regolamento Regionale dopo ben 4 anni dalla legge regionale del 2017 e abolendo il precedente regolamento del 5 febbraio 2010, di oltre 10 anni più vecchio.

La semplificazione introdotta dal nuovo Regolamento è stata resa possibile dallo schema che individua e distingue le prestazioni a bassa, media e alta invasività e che consente di differenziare l’iter autorizzativo da seguire. In particolare,  gli studi professionali, che potranno essere anche sotto forma societaria, ma solo nella declinazione di Società Tra Professionisti, se dichiareranno di limitare le prestazioni odontoiatriche a quelle a bassa invasività (di fatto escludendo soltanto il grande rialzo del seno mascellare, la trasposizione del nervo alveolare, l’implantologia zigomatica e le neoformazioni superiori ai 3 cm) non necessiteranno dell’autorizzazione sanitaria ma della semplice comunicazione alla ASL di competenza, potendo quindi immediatamente avviare il proprio studio professionale; viceversa, se vorranno affrontare interventi più invasivi, dovranno richiedere l’autorizzazione regionale.

La Regione Puglia ha infine regolamentato anche le “strutture di specialistica ambulatoriale”, che possono essere sotto forma di società di capitali, così come previsto dall’ art. 1 comma 153 della Legge 124/2017 (cd Decreto Concorrenza), ma con l’obbligo di autorizzazione comunale e regionale e previo soddisfacimento del fabbisogno territoriale, che attualmente è pari a zero, essendo già ampiamente soddisfatto il rapporto di 1 a 500mila abitanti. Questo parametro sarà, inoltre, rivalutato periodicamente negli anni previa concertazione con gli Ordini provinciali, mettendo quindi un freno alle possibilità di aprire liberamente strutture ambulatoriali gestite interamente da soci di capitale (per esempio catene dentali), e che dovranno comunque dotarsi un Direttore Sanitario regolarmente iscritto all’Ordine provinciale e con almeno cinque anni di anzianità di servizio, funzione che svolgerà esclusivamente in un’unica struttura.

Tra le altre novità importanti dell’ultime modifiche al Regolamento approvate a luglio, la possibilità prevista per particolari patologie o interventi, da parte del medico/odontoiatra titolare dello studio professionale, di avvalersi dell’ausilio di altro professionista anche di altra branca medica e sanitaria, prevedendolo direttamente nel piano di cura e informandone preventivamente il paziente.Regolamento Regionale e ultime modifiche scaricabili dal sito della Regione Puglia al seguente link.

Alessandro Nisio: Presidente CAO Bari e Segretario Nazionale Commissione Albo Odontoiatri FNOMCeO

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