Alcune riflessioni, a freddo, del presidente CAO di Cosenza su questi oltre due anni di gestione della pandemia sia da parte del settore odontoiatrico che sella sanità pubblica
Gentile Direttore, il “fenomeno” pandemico e le vicende ad esso collegate, a mio modesto parere, meritano qualche riflessione più asettica possibile e certamente a mente fredda. Perché ciò si determini è opportuno contestualizzare le diverse vicende succedutesi in un periodo molto difficile e complesso per tutti.
Spero che si comprenderà, quindi, il riferimento alla lettera inviatale il 7/4/21 che lei ha ritenuto pubblicare il 9/4/21. Nessuno di noi avrebbe mai immaginato di vivere una pandemia con tutte le conseguenze e non solo di natura socio sanitaria che ne sono derivate. Momenti drammatici che, inevitabilmente, segnano una ferita profonda in tutti noi. E il mio primo pensiero, va ai colleghi medici, odontoiatri ed a tutto il personale sanitario che ci hanno lasciati: si sono “immolati” per il bene comune, sono stati definiti eroi ed è proprio nel rispetto del loro sacrificio che dovremmo trarre insegnamento da quanto accaduto. Invece, con grande tristezza ed amarezza devo segnalare che le cose non cambiano: nella mia città si assiste, nell’indifferenza della politica, non certo dei medici che fanno più di quanto è nelle loro possibilità, ad una inefficienza della sanità pubblica che è insopportabile. Il più grande ospedale della città nel quale affluiscono ammalati da tutta la nostra provincia dove il pronto soccorso è al collasso, dove reparti dichiarati Covid non ricoverano ammalati costretti, per chi ha la possibilità, a cercare altrove; oppure, peggio ancora, reparti dove sono ricoverati pazienti Covid e non.
Incredibile quanto accaduto e quanto sta accadendo nel silenzio irresponsabile di molti, come se tutto ciò non potesse ritorcersi contro; ed in tutto questo dobbiamo però dire, orgogliosamente, che le CAO, per le dirette competenze, hanno saputo gestire, nella fase dell’emergenza, una situazione tutt’altro che facile. E’ prevalso, in assenza di indicazioni definite e protocolli riconosciuti, il profilo istituzionale, il pedissequo rispetto delle norme codicistiche.
Si ricorderà che nell’immediatezza, si è determinato un ampio e coinvolgente slancio in risposta alla richiesta di aiuto degli amici medici donando loro quei DPI di cui erano inspiegabilmente sprovvisti: aiutare i colleghi nella mission di salvare i nostri concittadini. Ognuno dei miei iscritti, che voglio pubblicamente ringraziare, ha fatto generosamente e responsabilmente la sua parte.
Questo fa onore alla nostra categoria e nessuno deve dimenticarlo.
Tanti sono i ricordi e le emozioni vissute nei primi interminabili tre mesi, alcuni belli altri meno belli: la dichiarata pandemia mondiale, la drammaticità del surreale lockdown, la prima notizia dell’informatore cosentino contagiato e poi deceduto, l’isolamento, la chiusura di quasi tutte le attività, la paura di essere contagiati da un virus sconosciuto, subdolo col quale dovremo convivere, l’attesa quotidiana delle ore 18 di un bollettino di guerra dei nuovi contagiati e delle migliaia di morti, le uscite notturne in una città deserta con appuntamento all’Ordine per raccogliere e catalogare le donazioni, l’orgogliosa cerimonia di consegna dei 60.000 guanti e 4.000 mascherine donate alla Direzione Sanitaria dell’Ospedale di Cosenza e raccolti in soli quattro giorni , le ulteriori consegne di DPI e di pulsossimetri al reparto malattie infettive, ai presidi ospedalieri sul territorio, al 118, la notizia del contagio del nostro collega , tutte le notti insonni con il quale sono stato in contatto con lui, la sua telefonata che mi annunciava la guarigione.
A maggio 2020 è iniziata la fase due: le linee guida emanate dal Ministero della Salute che hanno, inevitabilmente, regolamentato l’attività odontoiatrica, mai interrotta, seppur qualcuno, inizialmente, mi spingesse ad emanare una circolare di chiusura per gli studi libero professionale. Per fortuna la decisione di dichiarare pubblicamente la nostra disponibilità alle urgenze ed all’emergenze si è rivelata strategicamente la più giusta sia dal punto di vista politico, deontologico che di immagine.
Poi, sembra inevitabile, arriva la speculazione!!!
Da quel momento abbiamo preso coscienza, infatti, di un aumento incontrollato dei prezzi dei DPI e della loro irreperibilità; tutto ciò ci ha indotti a costituire dei gruppi di acquisto; scelta azzeccata e a mio avviso da adottare anche in seguito, per una serie di motivi facilmente intuibili.
Subito dopo subentra lo sconforto e la tristezza della notizia del nostro collega deceduto per Covid. Sappiamo bene di essere ancora in piena emergenza e questo mi spinge a raccomandare di non abbassare la guardia e di attenerci alle disposizioni emanate dal Ministero della Salute.
Poi, la bella notizia del vaccino, seguita dall’amarezza per essere stati esclusi dalle categorie alle quali andava prioritariamente somministrato. L’immediata reazione di rivendicazione, quale categoria a rischio, che in piena pandemia mi ha visto impegnato, con l’appoggio e condivisione degli altri Presidenti CAO, a far si che tutti i colleghi della Calabria, le loro assistenti e persino gli odontotecnici venissero sottoposti a vaccinazione. Attivare i diversi canali per fare vaccinare tutti i colleghi e collaboratori; a questo sono serviti gli incontri con i dirigenti della Regione, le numerosissime comunicazioni scritte, le tante lettere inoltrate agli organismi superiori per fare includere quei colleghi inizialmente esclusi. La nostra è stata la prima Regione a far vaccinare tutti i dentisti!!!
Insomma, la somministrazione dei vaccini è diventato in quel momento il nostro primo obiettivo.
Come dimenticare le telefonate di tanti colleghi ai quali ho sempre cercato di dare risposte, di infondere serenità e speranza comunicando la mia adesione con convinzione alla vaccinazione.
Poi, la decisione del Ministero di affidare agli Ordini la responsabilità di sospendere coloro che non hanno voluto sottoporsi alla vaccinazione anti-covid19; ed anche in questo, senza non poche polemiche, abbiamo ottemperato al ruolo.
E che dire della “scoperta” delle riunioni on-line che sono diventate un ottimo mezzo di comunicazione e confronto di cui avvalersi.
Da parte mia credo di aver fatto tutto il possibile per stare vicino ai miei colleghi e non solo, dando tempestivamente qualsiasi notizia utile sulla necessità di ricorrere alla vaccinazione, senza se e senza ma, cercando di infondere in tutti quella speranza necessaria a farci affrontare quei momenti di particolare difficoltà.
In tanti anni di Presidenza, mai come in quei momenti ho sentito la responsabilità del ruolo.
La Professione ha saputo concentrare il proprio impegno sulle cose da fare per fornire esempio ai colleghi e supporto ai nostri pazienti. Ancora oggi, quando bisogna ancora combattere la pandemia, mi confortano gli attestati di stima e di apprezzamento.
Pertanto, con rispetto dei tanti che più di me hanno sofferto in questo brutto periodo, faccio richiamo a quello che è stato il mio impegno concreto a favore della vaccinazione anti-covid non solo per le mie convinzioni di medico, ma anche per la considerazione del ruolo istituzionale che rivesto.
Il mio augurio a lei Direttore, a tutti i Presidenti CAO ed a tutti i colleghi vuole essere quello di tornare a vivere una vita serena, in salute e professionalmente piena di soddisfazioni nella speranza di scrollarci da dosso quelle paure e preoccupazioni che hanno segnato questi ultimi due anni della nostra esistenza. Un sincero Buon Natale e buon Anno Nuovo.
Giuseppe Guarnieri Presidente CAO Cosenza
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