L'odontoiatria forense è una disciplina che si è evoluta molto oltre l'ambito della identificazione umana. Possiamo, infatti, distinguere nella moderna odontoiatria forense i seguenti settori di intervento:
1) identificazione dei resti scheletrici attraverso metodi dentali;
2) valutazione di lesioni da morso umano per scopi investigativi;
3) valutazioni medico-legali di traumi ai tessuti orali;
4) malpractise odontoiatrica (colpa professionale, danno biologico);
5) stima dell'età di soggetti viventi e cadaveri;
6) maltrattamenti, abusi e trascuratezza su minori ed adulti;
7) identificazione di sesso, specie e razza di ausilio sia in indagini giudiziarie che rilievi archeologici.
L'analisi dei tessuti duri dentali può rappresentare poi anche una utile alternativa nel post mortem in tossicologia, soprattutto se non vi è altro materiale disponibile, come nei casi di ritrovamento di corpi bruciati.
In uno studio pubblicato su Forensic Science International di agosto 2016 compare un articolo in cui viene illustrato come sia utile analizzare i denti post-mortem perchè in dentina e nel tessuto cariato vengano incorporate e trattenute sostanze farmacologiche e stupefacenti grazie all'apporto di sangue presente nella polpa dentale. In questo studio pilota, è stato estratto e analizzato post mortem un dente di tre tossicodipendenti ricercando tracce di droghe e farmaci. La polpa è stata rimossa in due casi; nel terzo caso il dente era già stato trattato endodonticamente. I denti sono stati separati in radice, corona e materiale cariato e sono state estratte le sostanze stupefacenti con metanolo sotto ultrasuoni. Gli estratti sono stati sottoposti a screening per farmaci da LC-MSN (ToxTyper ™) e quantitativamente analizzati con LC-ESI-MS / MS in modalità MRM. I risultati sono stati confrontati con i risultati analitici ottenuti per il sangue cardiaco, il sangue femorale, le urine, il contenuto dello stomaco e i capelli. Nei tessuti duri dentali sono state rilevate 11 droghe (anfetamine, ecstasy, morfina, codeina, norcodeina, metadone, EDDP, fentanil, tramadolo, diazepam, nordazepam, e prometazina) e le concentrazioni variavano da circa 0,13 pg / mg a 2.400 pg / mg . Le concentrazioni diminuivano nel seguente ordine: materiale cariato> radice> corona.
Solo il dente trattato endodonticamente ha mostrato concentrazioni più elevate nella corona che nella radice.
In dentina quindi si può reperire un maggior quantitativo di sostanze stupefacenti rispetto allo smalto grazie all'apporto di sangue presente nella polpa dentale. Lo smalto invece può essere considerato come una protezione e barriera che impedisce parzialmente l'incorporazione di farmaci e sostanze stupefacenti nella corona dentale tramite la saliva.
Da questo studio quindi si può affermare che in tossicologia post mortem, l'analisi dei tessuti duri dentali potrebbe essere un utile alternativa per stabilire il consumo di droga, perché i dati che forniscono questi tessuti si sovrappongono a quelli ottenuti per i fluidi del corpo e dei capelli.
A cura di: Lara Figini, Coordinatore Scientifico Odontoiatria33
Bibliografia:
- Determination of medicinal and illicit drugs in post mortem dental hard tissues and comparison with analytical results for body fluids and hair samples. Miriam Klima , Markus J. Altenburger , Ju¨ rgen Kempf , Volker Auwa¨rter , Merja A. Neukamm. Forensic Science International 265 ( agosto 2016) 166-171
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