Elaborate dal Tavolo Tecnico portano alcune modifiche a quelle emanate nel 2020. Obiettivo ridurre i rischi di contati considerando tutti i pazienti potenzialmente contagiosi
Meno procedure burocratiche ma sempre alta l’attenzione perché il Covid è ancora in circolazione.Sembra essere stato questo lo spirito che ha guidato i componenti del Tavolo Tecnico dell’Odontoiatria nel stilare la revisione delle indicazioni operative per l’attività odontoiatrica durante la pandemia Covid- 19. La revisione, viene fatto notare, è stata redatta in data 22 giugno 2022 e deriva da basi scientifiche consultabili bibliograficamente dove nulla è lasciato a considerazioni personali.
Il lavoro, viene ricordato, è stato realizzato dal Tavolo Tecnico dell’Odontoiatria presso il Ministero della Salute coordinato dal prof. Enrico Gherlone e composto da: prof.ssa Antonella Polimeni - Rettrice, Università “La Sapienza” di Roma, Past-President del Collegio dei Docenti Universitari di Discipline Odontostomatologiche; prof. Marco Ferrari - Professore Ordinario, Direttore clinica odontoiatrica di Siena e componente del CSS; dott. Raffaele Iandolo - Presidente nazionale Commissione Albo Odontoiatri (CAO); dott. Fausto Fiorile - Presidente nazionale Associazione Italiana Odontoiatri (AIO); dott. Carlo Ghirlanda - Presidente nazionale Associazione Nazionale Dentisti Italiani (ANDI); dott. Pio Attanasi – Responsabile dell'odontoiatria presso il Sindacato Unico Medicina Ambulatoriale Italiana-SUMAI; dott. Walter Di Fulvio - Presidente dell'Associazione Nazionale Studi Odontoiatrici Convenzionati- ANSOC.
Il testo è stato poi validato dal Ministero della Salute che lo ha inviato ai ministeri competenti, alle Istituzioni sanitarie e del Lavoro, alle Federazioni ed agli gli Ordini delle professioni sanitarie.
Lo scopo del documento, viene indicato, “è di fornire indicazioni per l’operatività degli odontoiatri in epoca di pandemia da SARS-CoV-2, che:
Il documento si basa sugli stessi principi che guidavano il precedente ovvero che le indicazioni descritte “sono indicazioni cliniche procedurali di riferimento riguardanti gli standard minimi di sicurezza che gli studi odontoiatrici dovranno adottare al fine di ridurre al minimo il rischio di trasmissione di infezione in ambito odontoiatrico, poiché ogni paziente va considerato come potenzialmente contagioso”.“L’importante –viene ribadito- è che non si scenda al di sotto del livello indicato poiché in questo caso non sarà garantita la sicurezza del paziente e degli operatori”.
Sulla base delle evidenze scientifiche dimostrate in questi oltre due anni di pandemia viene ricordato che “è insufficiente basare la prevenzione dell’infezione solo sul distanziamento fisico, che non appare più adeguato a impedire la trasmissione del virus”. “E’ diventato fondamentale –si legge nel documento ministeriale- prevedere un’adeguata ventilazione negli ambienti chiusi, magari con l’ausilio di purificatori d’aria che si sono dimostrati utili sia da soli, sia insieme alla ventilazione naturale, per limitare la diffusione delle nuove varianti considerate molto più trasmissibili”.
In questi oltre due anni, viene ricordato, “le conoscenze scientifiche hanno permesso di introdurre importanti novità in termini di diagnostica, trattamento e profilassi” sia in termini di diagnosi preventiva che di farmaci che “possono diminuire in maniera notevole l’aggravarsi della infezione in pazienti a rischio e probabilmente anche diminuirne l’infettività”.
Per quanto riguarda i pazienti ed i componenti del Team odontoiatrico, questi rimangono quotidianamente esposti ai rischi di “trasmissione diretta per quanto riguarda la distanza tra operatore e paziente, l’esposizione a saliva e secrezioni, l’utilizzo di strumenti appuntiti e di strumenti rotanti generanti “droplet”, il contatto con la mucosa congiuntivale, ed infine il contatto con goccioline prodotte da tosse e secrezione nasale di un individuo infetto senza mascherina, che aumenta significativamente il rischio biologico per l’operatore”.
Ambito di applicazione
Come per le prime indicazioni operative anche queste saranno “suscettibili di successive revisioni a causa delle evidenze scientifiche al momento disponibili sulla Covid-19 in generale e sul correlato rischio di contagio in ambito odontoiatrico”.Oltre alle procedure indicate, “rimangono valide le procedure standard per i requisiti organizzativi, strumentali e di rapporto con il paziente già normalmente adottate negli studi odontoiatrici (es. sterilizzazione, privacy, cartella clinica, ecc.) Ulteriormente queste indicazioni devono essere calibrate e rivalutate per ogni specifico caso e questo documento, che deve essere personalizzato rispetto alle caratteristiche della struttura presso la quale si svolge l’attività di lavoro, deve essere parte del documento di valutazione dei rischi (DVR) presente nella struttura”.
Sintetizzando le modifiche apportate rispetto alle indicazioni elaborate nel 2020, viene indicato non più necessario il triage telefonico preliminare, mentre rimane (fondamentale) quello durante l’accettazione.
Altra novità riguarda il rilevamento della temperatura del paziente tramite termoscanner, che viene ritenuta “non più opportuna” così come viene ritenuto non più necessario l’invito a depositare gli oggetti personali del paziente in sacchi monouso prima di entrare nelle sale operative.
Viene ribadito “che tutti gli studi e le strutture odontoiatriche dovranno adottare la misura del triage di accettazione al fine di ridurre al minimo il rischio di trasmissione di infezione in ambito odontoiatrico, poiché ogni paziente va considerato come potenzialmente contagioso”.
Per quanto riguarda i DPI viene confermata la necessità di utilizzo di quelli già previsti, in particolare delle mascherine FP2 o FP3, ma “il dispositivo (tuta/camice) deve essere sostituito al termine di ogni procedura che genera aerosol e non più al termine di ogni attività con ogni singolo paziente”.
Altra novità “la decadenza del divieto di permanenza di accompagnatori in sala di attesa. L’accompagnatore deve essere gestito (TRIAGE) analogamente a quanto avviene il paziente stesso”.
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