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06 Giugno 2024

La logica della funzione in ambiente digitale

Nuovi strumenti di acquisizione dati, nuove prospettive su protocolli di previsualizzazione, diagnosi e protesi ricostruttiva

Giuseppe Rampulla

I moderni software e hardware a nostra disposizione – come le CBCT di ultima generazione, le scansioni facciali, i software CAD e la cattura dei movimenti mandibolari – ci consentono di visualizzare il paziente virtuale in 4D. Questo porta sia il clinico che l'odontotecnico in un nuovo mondo, soprattutto virtuale, ricco di dati utili per verificare, diagnosticare e valutare i singoli casi secondo parametri noti della gnatologia classica, ma anche secondo nuovi protocolli applicabili.

La possibilità odierna di creare un "avatar" del paziente, come nel caso in questione, apre a innumerevoli considerazioni, soprattutto di natura biomeccanica, che coinvolgono non solo il clinico ma anche, e soprattutto, l'odontotecnico. Queste soluzioni richiedono un continuo aggiornamento per comprendere al meglio ogni aspetto anatomico e funzionale del paziente.

L'introduzione dell'animazione 4D, con lo scanner facciale che si muove in 3D e include la CBCT e le arcate dentali come quarta dimensione, consente di analizzare dettagli in modo evidente (video 1).




Le immagini del video permettono di osservare come il paziente mastica, se il ciclo masticatorio è prevalentemente lateralizzato, a destra o a sinistra, la posizione condilare nella fossa glenoide, la simmetria dell'arco gotico e, se tale simmetria non è presente, considerare le caratteristiche craniali dove si potrebbe richiedere una riprogrammazione funzionale.

Il lettore non può non notare, con queste immagini, quanto risulti logica l'eventuale valutazione gnatologica di quel paziente. Immediatamente avremo a disposizione piani di riferimento, caratteristiche craniali, eventuali torsioni scheletriche, la condizione condilare, l'esposizione labiale e a quale classe si riferisce. Con la movimentazione della mandibola, inoltre, è possibile osservare veramente come il paziente utilizza la sua funzione e immaginarsi già una futura terapia.



Si possono inoltre visualizzare i contatti durante la dinamica per valutare la loro distribuzione – essenziale per la salute gnatologica del paziente la situazione dei contatti occlusali sui sesti, le guide incisive e di lateralità – e valutare la dimensione verticale tramite l'acquisizione e l'osservazione della comfort position, anche utilizzando la sezione aurea per la misurazione della DVO.

Con il paziente avatar in 4D quindi, siamo immersi in una rivoluzione terapeutica e funzionale che cambia il modo di affrontare le terapie, la valutazione dimensionale, l'estetica e molto altro grazie a queste potenti immagini. Dopo avere adottato questa metodologia, clinici e odontotecnici non potranno più fare a meno di questi dati precisi, passando da rilevazioni approssimative e dipendenti dall'operatore, come quelle con cere o siliconi, ad approcci basati su dati biomeccanici e biometrici individuali.

Questa sistematica rivoluzionaria favorisce una collaborazione ancora più professionale tra clinici e odontotecnici, che possono coordinarsi per un trattamento completo. Il tecnico deve comprendere l'anatomia e i dati dinamici del paziente per costruire protesi future o riprogrammarle secondo le indicazioni strutturali, mentre il clinico può valutare l'idoneità dei dati acquisiti per una corretta funzione gnatologica o decidere se è necessaria una fase di riprogrammazione guidata.

La cattura digitale della DVO, per esempio, è particolarmente interessante e rappresenta una vera rivoluzione nell'odontoiatria, rendendo l'individuazione della dimensione verticale molto più funzionale e immediata grazie alla sistematica avanzata e alle dettagliate informazioni disponibili.

Con il vantaggio di avere a disposizione la dinamica mandibolare, con le registrazioni di apertura, chiusura e la posizione di comfort, il clinico può selezionare la futura dimensione verticale: questa può essere valutata monitorando la posizione condilare grazie alla segmentazione della mandibola associata ai movimenti mandibolari. È altrettanto importante sottolineare l'opportunità offerta dalla sezione aurea come misura di controllo.

La consapevolezza del rialzo occlusale in neurofunzione, cioè acquisire la dimensione verticale nella posizione funzionale di riposo, è fondamentale. Esistono due posizioni importanti della mandibola: la posizione abituale (durante la deglutizione) che potrebbe non essere corretta e funzionale, portando a dolori o a una vicinanza eccessiva dei condili alla parete della fossa glenoide (verificabile con CBCT), e la rest position (posizione di comfort), il luogo dove la mandibola trascorre gran parte del tempo in sospensione.

Questa posizione mandibolare spesso indica uno spazio funzionale di compensazione in assenza di dimensione verticale adeguata o in presenza di dolore oro-facciale; per semplicità e coerenza potremmo definirla posizione di comfort. In pratica, si è osservato che il paziente adotta questa posizione in autoprotezione o per autocompenso posizionando la mandibola in questo modo. Questa posizione può essere catturata solo digitalmente durante la registrazione dei tracciati, consentendo al clinico di ottenere dati reali.

Abbiamo chiamato questa posizione comfort position per distaccarci dalle eventuali scuole di pensiero note della gnatologia classica, in quanto alla rest position sono state date diverse interpretazioni. Per questo motivo, la comfort position risulta essere per noi un'interpretazione più logica, poiché la sua registrazione viene effettuata facendo deglutire il paziente che successivamente apre spontaneamente la sua mandibola lasciandola risalire senza tensioni muscolari; essa si ferma senza andare in contatto dentale. Si può definire più che un punto, un'area di comfort dove il clinico potrà decidere quale posizione memorizzare.

Invece l'utilizzo di cere o siliconi durante la registrazione dei movimenti mandibolari può causare tensioni muscolari indotte dai materiali che rendono difficile registrare la vera e naturale posizione di comfort.

Cosa è necessario per creare il paziente avatar 4D
Scanner facciali
L’acquisizione della scansione facciale deve essere effettuata a morso chiuso, a medio sorriso e ampio sorriso e l’utilissima posizione della lettera O; esse portano molte soluzioni visive per il tecnico, tra le quali previsualizzare l’estetica del sorriso; la scansione facciale inoltre risulta fondamentale in assenza della CBCT: essa di fatto sostituisce gli archi facciali più comuni, abbiamo infatti tutte le informazioni necessarie per scegliere piani di riferimento e posizioni delle arcate all’interno del triangolo di Bonwill. Infatti, grazie ai software CAD e stampa dei modelli questi possono essere già collocati esattamente nella posizione spaziale in relazione all’articolatore.  

CBCT o tac cone beam
Le caratteristiche richieste sono di un FOV almeno di 16x16, si devono vedere almeno la glabella o cresta galli e i condili, se possibile anche la C1-C2-C3. La richiesta clinica deve essere assolutamente di low dose, a bassissimo dosaggio perché sono solo immagini 3D dove non dobbiamo lavorare e quindi è sufficiente la visualizzazione anatomica. Altro aspetto importante è l’acquisizione della CBCT che deve essere effettuata a morso chiuso: solo in questa posizione potremo valutare la reale posizione mandibolare e i suoi condili in fossa. 

Registrazione dei tracciati mandibolari
Esistono diversi sistemi di acquisizione dati dei movimenti mandibolari che ci consentono non solo di visualizzare in anteprima i grafici condilari, ma anche di esportarli (in file XML) nei sistemi CAD, dove consentono la simulazione dei movimenti condilari. Pertanto, per creare l'avatar del paziente sono necessari questi tre sistemi: uno scanner facciale (indispensabile), una CBCT di ultima generazione (a bassa dose) e i dati dei movimenti mandibolari.




Inutile sottolineare l’importanza di queste immagini; di fatto tutto ciò ci porta in una nuova era di comprensione funzionale individuale del paziente. Si intravvedono già molte asimmetrie craniali e deviazioni cervicali che sicuramente influenzano i tracciati mandibolari.

Da quando utilizziamo questa tecnologia abbiamo rivisto alcuni concetti classici della gnatologia oggi conosciuta; per esempio, non esiste simmetria, ogni paziente è unico, è riduttivo e soprattutto pericoloso cercare di simmetrizzare il movimento o la posizione mandibolare ritenendo l’attuale posizione assolutamente disfunzionale, quindi la ricerca assidua di simmetrizzare con regole geometriche su uno strumento meccanico quale l’articolatore.

Osservare, misurare e valutare risulta indispensabile per meglio comprendere il caso da risolvere.

Risulta fondamentale la profonda conoscenza clinica da parte del dentista e altrettanto importante, ripetiamo, è che il tecnico conosca molto bene la biomeccanica craniale.

Inoltre, grazie a questi nuovi strumenti di diagnostica possiamo avere una comprensione più approfondita della correlazione tra malocclusione e problemi posturali o respiratori, portando a un approccio terapeutico più completo e personalizzato. Non si tratta solo di correggere l'estetica dei denti, ma di promuovere la salute globale del paziente.

La tecnologia ci ha sicuramente aiutato a fare passi da gigante nella gnatologia, ma non dobbiamo dimenticare l'importanza della clinica e dell'esperienza nel trattamento dei pazienti. L'uso di questi strumenti deve essere sempre accompagnato da una corretta anamnesi e da una valutazione clinica accurata per comprendere al meglio le esigenze del paziente.

In definitiva, l'uso di questi dati acquisiti ha cambiato il modo in cui consideriamo la diagnosi e il trattamento della malocclusione. Ci offrono una visione più dettagliata del paziente e ci consentono di personalizzare maggiormente il percorso terapeutico. È importante continuare ad aggiornarsi e ad approfondire le conoscenze per poter sfruttare al meglio tutte le potenzialità e offrire il miglior trattamento possibile ai nostri pazienti.


La registrazione dei movimenti mandibolari avviene tramite il sistema ITAKA. Il paziente viene posto in condizioni di rilassamento e in posizione verticale (per sfruttare la gravità terrestre). Siamo contrari a posizionare il paziente in poltrona con le gambe sollevate, poiché ciò influenzerebbe notevolmente la registrazione. Gli strumenti utilizzati devono essere il più possibile poco invasivi e leggeri.

Esistono protocolli molto precisi per garantire la registrazione naturale del paziente. Tuttavia, il concetto principale, ribadiamo, è quello di metterlo a proprio agio e registrare ogni fase possibile dei movimenti mandibolari liberi.

Che cosa si intende per movimento mandibolare libero?
Si può definire movimento libero un movimento non indotto da forzature o manipolazioni; per forzature si intende dare alla mandibola una posizione decisa dal clinico e per manipolazione si intende indurre il paziente a forzare una posizione mandibolare. Da ciò si deduce che ogni movimento si può definire libero solo se il paziente è messo in condizione di attuarlo.

I vantaggi di tale registrazione sono:

  • movimento libero;
  • possibilità di registrare la disfunzione e la valutazione dei dati;
  • valutazione dei dati registrati successivamente a una placca o rebalancer di riprogrammazione;
  • possibile ricattura della DVO in posizione neuromuscolare;
  • - comfort position;
  • rispetto delle asimmetrie craniali e posturali;
  • verifica dei tracciati funzionali che possono essere utilizzati per finalizzare la protesi;
  • utilizzo dei dati acquisiti di movimento libero anche su articolatore robotico (Artur) per costruire o finalizzare le protesi con movimenti propri del paziente;
  • rispetto dei tracciati unici di ogni paziente.  

Sono ragionamenti logici una volta acquisiti tutti questi dati che portano, ripetiamo, a una nuova comprensione e consapevolezza della riprogrammazione funzionale.


Alcuni tracciati registrati, come l'arco gotico e la posizione di comfort, sono di fondamentale importanza. Questi dati certificano la salute gnatologica del paziente al tempo zero. Le registrazioni successive indicheranno il potenziale miglioramento dei tracciati e della funzionalità gnatologica.

Vi sono numerosi dati da valutare, e il clinico si renderà conto di avere a disposizione un software in cui misurare o previsualizzare immediatamente eventuali disfunzioni, inclusi i problemi condilari già visibili nei tracciati registrati.


Una volta montato il progetto 4D su CAD ci sarà una valutazione complessiva tra il clinico e l'odontotecnico. Osservando con meraviglia i movimenti mandibolari associati alle segmentazioni mascellari, sarà possibile individuare eventuali anomalie disfunzionali. Le valutazioni cliniche e biomeccaniche serviranno a verificare se vi è corrispondenza tra le esigenze del paziente e la verifica strutturale cranica. L'operatore noterà immediatamente eventuali incongruenze funzionali.

Applicare le nostre conoscenze e fare una valutazione logica sui dati acquisiti. La parola più adatta in questi casi è la logica della funzione. Quando si dispone di dati inconfutabili quindi risulta ovviamente logico formulare una diagnosi o creare una terapia ricostruttiva, evitando approssimazioni.


Durante la prima fase sarà importante registrare i movimenti liberi del paziente. Solo in questo modo possiamo verificare se i contatti, in particolare il primo contatto anteriore (come nella foto), possano fornire indicazioni utili. Il primo contatto anteriore ci fornisce la prima valutazione; il paziente potrebbe cercare una posizione anteriore per proteggersi dal dolore o a causa di un supporto occlusale posteriore insufficiente.


La dinamica mandibolare da cicli masticatori inoltre può farci notare quali sono i contatti funzionali dei versanti e in questo caso ancora una volta il contatto maggiore è sull’anteriore.


Nelle immagini precedenti era evidente la mancanza di contatti occlusali posteriori adeguati. Nella vista palatale, si nota la mancanza di contatto cuspide-fossa tra il 16 e il 36.

A questo già precario contatto, causato dalla posizione dentale, si aggiunge una scarsa morfologia protesica. Si è compromessa l'efficacia masticatoria della paziente, con una riduzione delle forze nell'area posteriore dell'arcata dentale e un aumento dello stress sulle strutture anteriori. La mancanza di contatti occlusali può portare a disfunzioni dell'articolazione temporo-mandibolare (ATM) e a una minore stabilità dell'arcata dentale.

Per ripristinare i contatti occlusali posteriori mancanti sarà necessario effettuare delle ricostruzioni protesiche sui denti 16 e 36, al fine di creare una corretta morfologia e consentire il contatto cuspide-fossa con i denti antagonisti.

Una corretta occlusione è essenziale non solo per garantire una corretta funzionalità del sistema masticatorio, ma anche per prevenire problemi legati all'ATM e alle strutture adiacenti.


Per sottolineare l’importanza della funzione morfologica del sesto dentale bisogna comprendere che si tratta del dente che sostiene il più grosso carico masticatorio perché sostenuto dall’osso più duro, lo zigomatico; in mancanza di questo supporto il ciclo masticatorio cerca altre via alla triturazione del cibo influenzando una futura disfunzione: abbiamo notato spesso questa caratteristica nelle problematiche occlusali.

Si può dire, infine, che il sesto dentale svolga una funzione fondamentale nella masticazione, aiutando a triturare e a sminuzzare il cibo in modo da facilitarne la digestione e l'assorbimento dei nutrienti. Inoltre, è anche importante per mantenere una corretta occlusione e per evitare lo sviluppo di problemi come la malocclusione.

In definitiva, il clinico e il tecnico non devono mai sottovalutare la funzione del sesto dentale; abbiamo notato in molti casi che quando questo contatto manca o è deficitario spesso si manifesta una disfunzione.


Vista inferiore, ancora in evidenza la mancanza dell’importante contatto dentale dei sesti; inoltre, la CBCT evidenzia un’usura condilare da contatto con l’osso superiore dovuta probabilmente a una perdita di dimensione verticale o a deviazione strutturale.


Inseriamo frequentemente la sfera di Monson in quanto fornisce informazioni cruciali sui piani funzionali (SPEE-WILSON), correlando il punto sferico di trasferimento delle forze tra la glabella e la posizione condilare. Questa traccia una traiettoria e una curva di compenso personalizzata per ciascun paziente.

Posizionando il centro della sfera digitale proprio tra la glabella e la cresta galli, definiamo la sua dimensione quando sfiora appena i condili. Questo ci conferma che i piani funzionali possono coincidere e fornisce, in questo caso, una lieve evidenza di intrusione incisale che, coincidentalmente, corrisponde al contatto occlusale anteriore.

La sfera di Monson è essenziale nella valutazione della funzione poiché indica la corretta curva di compenso individuale del paziente. Quando questa non coincide, è frequente riscontrare una disfunzione. Viene impiegata in ogni fase diagnostica e ricostruttiva. Tuttavia, per sfruttarne appieno le potenzialità è necessario utilizzare una CBCT, altrimenti il posizionamento potrebbe essere approssimativo.


Il problema biomeccanico più rilevante che abbiamo identificato riguarda la posizione del condilo destro. Non sottovalutiamo mai le malposizioni condilari, poiché spesso sono associate a blocchi occlusali o a dolori orofacciali. La valutazione riguarda anche il pattern di usura condilare, evidenziando un contatto precoce con l'osso superiore già in statica, come confermato dalle immagini precedenti, con un'usura da contatto ancora più evidente in dinamica, specialmente durante la protrusione.

La valutazione clinica, invece, spesso richiede l'ausilio della risonanza magnetica nei casi gravi di dolore. Siamo consapevoli che intervenire solo sulla posizione condilare potrebbe non essere sufficiente, poiché i problemi possono essere molteplici. Tuttavia, con queste informazioni e mediante un approccio multidisciplinare che coinvolge il clinico, l'odontotecnico e, se necessario, altre figure professionali come fisioterapisti e osteopati, possiamo affrontare in modo più completo e accurato queste condizioni.


Sfruttando la preziosa opportunità di valutare la posizione dei condili mediante i movimenti mandibolari e la CBCT segmentata, si procede alla ricerca dell'ottimale posizione dinamica dei condili. Saranno esaminate tutte le registrazioni posizionali al fine di ricentrare correttamente la mandibola nello spazio secondo le indicazioni cliniche. In questo contesto, la posizione di comfort fornisce importanti indicazioni, poiché il sollevamento da tale posizione di comfort spesso corrisponde a una posizione condilare soddisfacente.

In alcuni casi è possibile ricorrere ad altri tracciati per ripristinare una corretta relazione tra condili e fossa glenoide. Questo sottolinea ulteriormente l'importanza dell'acquisizione accurata dei dati per garantire un trattamento mirato e preciso.

In questo caso comunque il ritrovamento della comfort position e il ricentramento dei condili nello spazio possono essere sufficienti per il trattamento delle disfunzioni dell’articolazione temporo-mandibolare.


Durante l'attivazione della dinamica mandibolare e l'osservazione delle caratteristiche dinamiche del paziente, il focus si sposta verso il raggiungimento di un equilibrio tra la posizione condilare e la dimensione verticale. La registrazione della comfort position fornisce preziose indicazioni in questo processo.

Come evidenziato nella foto, il sollevamento ottenuto dal tracciato raggiunge una posizione in cui le arcate dentali non entrano in contatto. È interessante notare che spesso è il paziente stesso a indicare correttamente la propria posizione di comfort, e questa coincidenza spesso si riflette nella dimensione verticale e nella corretta posizione condilare, come illustrato nelle figure sotto.


Spesso il sollevamento funzionale corrisponde alle regole della proporzione aurea. In molti casi, questa proporzione si manifesta con precisione, come dimostrano studi che evidenziano una misura di esposizione dentale pari a 1 (parte visibile dell'incisivo superiore) e 6,18 (parte visibile dell'incisivo inferiore) nel disegno coronale. L'equazione 1,6,18 definisce ciò che molti dentisti considerano la proporzione aurea dentale, rappresentando un equilibrio armonico tra le dimensioni dei denti.

Questa proporzione è comunemente apprezzata per la sua estetica gradevole e simmetrica, diventando una linea guida nella progettazione di restauri e nell'applicazione di faccette dentali.

Aggiungiamo che la proporzione aurea è un principio matematico che si basa sulla relazione tra due parti, dove la parte maggiore (1) è uguale alla somma della parte minore (6,18) e il rapporto tra le due parti (1,6,18). Questo rapporto è rappresentato dalla lettera greca Φ (fi) ed è considerato in matematica come il rapporto più armonioso e perfetto tra due grandezze.


I tracciati mandibolari associati alla CBCT introducono un nuovo approccio diagnostico e di riprogrammazione delle disfunzioni articolari. Questa ricchezza di dati semplifica la diagnosi articolare in modi prima impensabili. Ogni fase dei tracciati diventa il nuovo linguaggio comunicativo del paziente verso il clinico e successivamente verso il tecnico.

Riteniamo che concentrarsi esclusivamente sull'eminenza articolare da trasferire su un modello meccanico per essere simmetrizzato in base a scuole di pensiero o medie funzionali, come tradizionalmente fatto, sia limitante. È essenziale considerare l'intera nuvola di punti derivante da tutti i tracciati registrati, poiché rappresentano il linguaggio scritto della funzione o disfunzione del paziente.

È importante imparare a interpretare questa ricca fonte di informazioni per una diagnosi e un trattamento più mirati ed efficaci.  

Il lettore noterà che in questo articolo non viene data rilevanza alla registrazione dell'eminenza articolare, comunemente considerata come punto di riferimento principale in tutte le scuole gnatologiche. Noi riteniamo che questa sia solo una delle molte registrazioni possibili e che risulti fondamentale quando si utilizzano tecniche classiche come con archi facciali e articolatori a registrazione meccanica e semindividuali. Tali strumenti possono limitarsi a riprodurre come unico dato il rilevamento dell'angolo dell'eminenza o il bennet. Con le nuove tecnologie, soprattutto con i sistemi CAD/CAM, siamo in grado di ottenere una replica completa dei movimenti mandibolari in tutte le loro fasi, consentendo di visualizzare la complessità del sistema.



Il tracciato di comfort fornisce indicazioni precise, come ad esempio la curva di traslazione sulla quale il paziente cerca la sua posizione di riposo (posizione di riferimento neuromuscolare con i muscoli elevatori non in tensione). Questa curva disegna un'area sulla quale il clinico e il tecnico potranno decidere il rialzo occlusale appropriato.


La registrazione della comfort position viene effettuata almeno tre volte e, come si può notare dalla foto, c'è coerenza tra i vari tracciati, a conferma che il paziente riesce tranquillamente a dare indicazioni sulla sua rest position.

Ripetiamo ancora una volta: questa posizione deve essere innanzitutto terapeutica, poiché abbiamo compreso che è una posizione o un’area di riferimento sulla quale la mandibola del paziente si posiziona, sarà poi il sistema ad accettare o rifiutare la fase test.


Sottolineiamo e ripetiamo che tutti i tracciati possono essere utilizzati per individuare una nuova posizione mandibolare. All'interno di questa vasta quantità di punti, non vi è manipolazione o forzatura: si tratta di movimenti naturali del paziente. È fondamentale evitare di manipolare i movimenti e non insistere se il paziente non riesce a eseguirli tutti. Questi possono essere indicativi di eventuali disfunzioni da confrontare con le registrazioni successive durante la fase di riprogrammazione.


Una volta identificata la nuova posizione mandibolare e stabilita la nuova DVO, si procede con una fase di test di riprogrammazione, che prevede l'uso di un dispositivo per occupare lo spazio ottenuto. Questa rappresenta il passaggio da una fase diagnostica a una terapeutica. Grazie ai software a nostra disposizione, come i sistemi CAD/CAM, possiamo catturare digitalmente la nuova posizione terapeutica per creare un dispositivo che consenta di riprogrammare l'occlusione e la posizione mandibolare in modo adeguato.


Il dispositivo per la riprogrammazione deve possedere specifiche caratteristiche fondamentali. Prima di tutto, deve occupare il nuovo spazio funzionale identificato. Inoltre, deve essere morfologicamente adatto per compensare i punti funzionali mancanti con la dentizione naturale, garantendo che i contatti siano simultanei sia in dinamica che in statica. Un'altra caratteristica fondamentale riguarda l'esecuzione del materiale. Preferiamo utilizzare PMMA fresato, possibilmente di un colore appropriato, poiché riteniamo che se esteticamente accettabile il paziente sarà più incline a indossarlo comodamente durante il giorno e anche di notte, accelerando significativamente i tempi di terapia in fase test.

Questo dispositivo è noto come "rebalancer" (riequilibratore), un dispositivo di riprogrammazione o ribilanciamento neurofunzionale, in quanto sfrutta i dati individuali del paziente per un trattamento personalizzato.


Un’altra caratteristica del rebalancer è che viene progettato considerando la dinamica individuale del paziente, con particolare attenzione al ripristino dei contatti occlusali e alla nuova posizione spaziale della mandibola in neurofunzione basata sul tracciato della comfort position. In sostanza, l'obiettivo è ripristinare il più possibile tutte le funzioni mancanti per migliorare la salute e il comfort del paziente.


I contatti occlusali devono essere simultanei, di gruppo e rispettare la dinamica individuale del paziente, con particolare enfasi sull'utilizzo dei tracciati dell'arco gotico e dei cicli masticatori. Questi tracciati sono cruciali poiché rispettano le funzioni articolari primarie: l'arco gotico rispetta la protrusiva e la lateralità, mentre i cicli dinamici del chewing riflettono la funzione di rototraslazione condilare e il rispetto neurofunzionale.

Il dispositivo deve già soddisfare tutti questi requisiti funzionali, sia primari che definitivi, per ricreare la corretta funzione propria del paziente, garantendo il ripristino ottimale della salute e della funzionalità dell'articolazione temporomandibolare.



Per una migliore rifinitura e finalizzazione dei contatti occlusali, potremmo avvalerci del nostro robot articolatore ARTUR (video 2). Questo robot replica esattamente tutti i movimenti dinamici del paziente, consentendo al tecnico di perfezionare i contatti occlusali. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non riteniamo che il flusso totalmente digitale sia sufficiente per completare i dispositivi con precisione.




Ci sono troppe variabili che potrebbero influire sul successo del progetto. Inoltre, è importante considerare che la mandibola può percepire anche un contatto minimo di 0,4 mm; quindi, immaginare un dispositivo con 14 elementi inseriti in bocca è un processo che richiede attenzione e precisione per garantire il comfort e l'efficacia del trattamento.

Altre caratteristiche importanti del rebalancer sono:

  • ottimo posizionamento in inserzione senza tensioni;
  • materiale fresabile in PMMA con caratteristiche mimetiche (multilayer);
  • possibilmente design estetico; sfruttare la parte anteriore dentale come ritenzione e la parte linguale il più possibilmente ridotto per dare spazio alla lingua;
  • facile rimozione da parte del paziente.


Il controllo occlusale in situ e il confronto con il progetto digitale devono corrispondere il più possibile, garantendo che i punti occlusali registrati in statica e dinamici corrispondano a quelli progettati digitalmente per una corretta funzionalità.

In conclusione, abbiamo evidenziato l'importanza dell'acquisizione dettagliata dei dati per la visualizzazione preventiva, la diagnosi e la riprogrammazione del paziente. Utilizzando i dati specifici del paziente e seguendo una logica gnatologica ben nota, è possibile risolvere casi complessi.


Il lettore noterà come sia stato ripristinato soprattutto il contatto funzionale dei sesti.


Ovviamente non potendo ridurre i denti dobbiamo occupare spazio e sovracontornare; preferiamo invadere la parte vestibolare per creare ritenzione ed estetica e se possibile liberare quanto più spazio possibile lingualmente.


I materiali in PMMA che preferiamo sono quelli caratterizzati da una buona elasticità e capacità di mimetizzazione, in particolare resine multilayer semitrasparenti che possono essere facilmente fresate con sistemi CAM. Cerchiamo di garantire un equilibrio ottimale tra estetica e funzionalità per favorire l'accettazione del dispositivo da parte del paziente.

Questo dispositivo funge da fase test per valutare l'efficacia del progetto. Il clinico effettuerà le proprie valutazioni basate sui risultati clinici e sul feedback fornito dal paziente. Una volta ottenuto il risultato desiderato, sarà semplice replicare la nuova DVO e la funzione dinamica testata con successo dal paziente per garantire un trattamento personalizzato e di successo.  

Conclusioni
L'incredibile opportunità offerta oggi dalla dinamica mandibolare fornisce al clinico e al tecnico possibilità straordinarie, incluso il riposizionamento mandibolare estremo tramite strumenti digitali, aprendo un nuovo capitolo nella gnatologia odontoiatrica. È importante riesaminare alcuni concetti del passato poiché la comprensione delle anatomie craniali associate alle dinamiche ci porta a considerare ogni paziente come un individuo unico, che deve essere trattato in modo personalizzato per creare dispositivi funzionali senza necessità di ritocchi o adattamenti successivi.

Nel caso specifico, sono stati impiegati la tecnologia e i protocolli del sistema ITAKA, comprendenti software e hardware per la cattura di immagini 3D e le dinamiche per la riproduzione analogica su un robot articolatore, il tutto nel pieno rispetto della funzionalità del paziente e garantendo un trattamento accurato e personalizzato.

L'articolo in questione non ha lo scopo di approcciare una terapia clinica per questo caso, ma è solo un semplice esempio di come potrebbero essere interpretati alcuni dei numerosi dati acquisiti. Il paziente avatar 4D, ripetiamo, fornisce una comprensione maggiore. Sarà il clinico con le sue conoscenze ed esperienze a poter sfruttare ogni singolo dato acquisito e creare un protocollo funzionale.

Da anni utilizziamo questa tecnologia e siamo convinti che sia il futuro dell'odontoiatria moderna, anche se è possibile ottenere comunque risultati soddisfacenti con metodi classici. Questa tecnologia semplifica e, ripetiamo, rende più logica e accessibile a tutti un'interpretazione funzionale delle nostre diagnosi e delle terapie future, garantendo dati affidabili e un protocollo personalizzato.

La sistematica ITAKA include l'acquisizione dei dati sui movimenti mandibolari, la scansione facciale, il previsualizzatore ITAKAD e il robot articolatore dinamico.

Le immagini sono dei casi sono state gentilmente concesse dal dott. Domenico Massironi

Con il contributo non condizionate di ITAKA


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