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12 Novembre 2014

L'impiego della pedana stabilometrica in odontoiatria

di Luca Martinelli


Negli ultimi anni si è discusso sull'impiego e la reale utilità delle pedane stabilometriche in odontoiatria, in realtà il problema più evidenziato è sempre stato che il suo uso comporta un investimento di rilievo per lo studio odontoiatrico e la necessità di una formazione specifica.

I quaderni del Ministero della Salute, il cui obiettivo è uniformare e fissare, nel tempo e nella memoria, i criteri di appropriatezza del nostro Sistema salute, con un approccio inclusivo e olistico, come dichiarato in premessa, fugano d'autorità ogni scetticismo, senza se e senza ma, sull'impiego della pedana.

Nel quaderno n. 7 Odontoiatria di comunità: criteri di appropriatezza clinica, tecnologica e strutturale nel capitolo dei protocolli diagnostici si legge infatti:

... Il sistema statico e dinamico antigravitazionale è soggetto al ciclico alternarsi del meccanismo di facilitazione/ inibizione neuromuscolare; questa considerazione è importante perché mette in risalto la capacità dell'organismo, in funzione dell'elasticità del meccanismo stesso, di riprogrammarsi in modo sequenziale a seguito dell'introduzione di stimoli adeguati e calibrati, come per esempio gli apparecchi (placche di riposizionamento mandibolare) rimovibili utilizzati per la terapia gnatologica.
Questa considerazione è fondamentale per la costruzione dell'impianto diagnostico, perché permette di considerare gli atteggiamenti posturali del paziente prima e dopo la temporanea modifica e di valutarne l'efficienza e l'efficacia, cioè se essa è in grado promuovere il miglioramento non solo della parte odontoiatrica specifica, ma anche delle componenti posturali conducendo il paziente a un nuovo adattamento positivo.

Questi sono i presupposti fondamentali da seguire sia nella gestione del piano di trattamento sia nella realizzazione della procedura diagnostica che ha, anche, lo scopo di effettuare l'analisi differenziale del quadro disfunzionale discriminando la natura della noxa patogena tra cause di specifica genesi odontoiatrica da quelle di altra origine, alle forme miste nelle quali è richiesto un approccio multidisciplinare.

In presenza, quindi, di un paziente disfunzionale che presenta anche problemi nel distretto tonico posturale.

Sono necessari, ai fini diagnostici:

- visita posturale;
- rilevamento dei dati antropometrici;
-analisi della motilità articolare generale;
-esame alla pedana stabilometrica;
• elettromiografia;
• kinesiografia mandibolare.

L'evoluzione tecnologica propone, oggigiorno, novità tra le indagini strumentali a livello posturale per lo studio morfologico della colonna vertebrale compresa la parte cranio-cervicale, che potenzialmente sembrano essere di buona utilità anche se ancora in fase di studio e di sperimentazione nei confronti di queste patologie.

Lo studio e l'analisi del distretto posturale devono seguire sistemi diagnostici validati per poter formulare una corretta diagnosi.

È possibile, inoltre, avvalersi di integrazioni con tutte le medicine cosiddette non convenzionali ben sapendo che queste, sia in fase diagnostica sia in quella terapeutica, non hanno, se non in piccoli aspetti, ancora positivamente passato il vaglio della comunità e dell'evidenza scientifica.
Al termine di questa fase di ampio inquadramento lo specialista deve essere in grado di raggiungere la completa formulazione della diagnosi cosiddetta "di lavoro" dalla quale deve, altresì, emergere il piano di trattamento.

La gestione del paziente con problemi complessi come quelli che coinvolgono l'apparato tonico-posturale deve tenere conto, da un canto, delle singole esigenze di ogni paziente individualizzando
nei tempi e nei modi più idonei i differenti trattamenti e, dall'altro, delle indicazioni della letteratura associate e filtrate attraverso l'esperienza clinica dell'operatore, che per affrontare e risolvere tutti gli aspetti coinvolti nel quadro disfunzionale e doloroso potrà richiedere l'intervento di altri specialisti.

La pedana 

Assunto che l'uso della pedana è previsto anche dalle indicazioni Ministeriali, a conferma delle teorie che ne hanno sviluppato e promosso l'uso fino ad oggi, a cosa serve esattamente? Quanto costa? Quale scegliere?
Per rispondere contemporaneamente a tutte queste domande possiamo fare una interessantissima considerazione.
Quello che serve all'odontoiatra non è la pedana in se per se, ma la relazione tecnica che riassume in parole semplici tutte le misurazioni effettuate sul paziente, è infatti grazie alla lettura della Relazione Tecnica Posturo-Stabilometrica che il dentista può formulare una diagnosi più corretta per quello specifico paziente.

Questo significa che, quando lo studio odontoiatrico per mancanza di tempo o per ragioni economiche non affronta direttamente questo discorso potrebbe avvalersi di un Tecnico di Posturometria che, recandosi nello studio dell'odontoiatra con la sua pedana e la sua competenza tecnica, permetterebbe al dentista di ottenere lo stesso risultato senza che egli debba spendere soldi in apparecchiature, spendere soldi per l'acquisizione di nuove competenze specialistiche e spendere tempo per eseguire l'esame posturometrico dedicandosi piuttosto al trattamento odontoiatrico di un altro paziente.

L'odontoiatra potrebbe così esprimere compiutamente la sua professionalità senza alcun costo aggiuntivo per il suo studio.
Non dimentichiamo inoltre l'aspetto legale dove, in caso di contenzioso, il poter dimostrare di aver eseguito almeno uno degli esami a fini diagnostici indicati dal Ministero giocherebbe in grande favore dell'odontoiatra.
Nel caso lo studio decida comunque di dotarsi di una propria pedana, potrà interpellare il Tecnico di Postruometria che saprà sicuramente dare un consiglio sulla pedana migliore da acquistare in quel momento.

A cosa serve la pedana

La pedana stabilometrica serve a:
 
1)Misurare la qualità e quantità di oscillazione, ovvero la stabilometria;
2)Misurare la proiezione al suolo dei carichi posturali, ovvero la posturometria.

Per eseguire queste misurazioni il Tecnico di Posturometria segue un protocollo di base, per esempio:
-Occhi aperti, denti a contatto (massima intercuspidazione);
-Occhi aperti, arcate dentali svincolate (rest position);
-Occhi chiusi, arcate dentali svincolate.

Protocollo che viene personalizzato sul paziente, in pratica il concetto di fondo è quello di dare o togliere stimoli per valutare la risposta del Sistema Nervoso Centrale.
Possiamo quindi dire che distinguiamo comunque un possibile protocollo di base rispetto ad altri protocolli più specifici, che possono variare in relazione all'anamnesi e alla sintomatologia del paziente.
I dati rilevati vengo trasformati, mediante software dedicato con interfaccia grafica, in tracciati, Es. Statokinesiogramma (gomitolo) stabilogramma trasformata di Fourier.

Esempio di stabilogramma con StatokinesiogrammaEsempio di stabilogramma con Statokinesiogramma

Sulla base di queste misurazioni il tecnico di Posturometria stende la sua Relazione Tecnica Posturo Stabilometrica che consegnerà all'odontoiatra che ha prescritto l'analisi il quale la utilizzerà per formulare una diagnosi più calibrata.

Ma la pedana ha anche un'altra funzione molto importante ovvero il biofeedback.

Poiché, da un punto di vista posturologico, rimuovere le cause non sempre comporta un perfetto riassetto del paziente, nel software della pedana sono presenti esercizi di biofeedback che il paziente può eseguire osservando direttamente lo schermo del computer grazie ad un interfaccia interattiva paziente macchina.

Esempio di grafici per il biofeedbackEsempio di grafici per il biofeedback

Questo significa che il dentista può valutare se è il caso di sottoporre il paziente a sedute di riprogrammazione posturale ante o post intervento odontoiatrico facendo divenire le sedute di rieducazione una nuova fonte di guadagno per lo studio  e oggetto di  fidelizzazione del cliente.

Tipi di pedana

Esistono diversi tipi di pedana:

-Monopiastra
-A una piastra per ogni emisoma
-Baropodometriche

Le differenze non sono semplicemente nella loro geometria od estetica ma sono anche sostanziali.
 

Esempio di pedana posturo stabilometrica composta da due emipedaneEsempio di pedana posturo stabilometrica composta da due emipedane

Pedane con rilevamento a celle capacitive

Si tratta pedane a due piastre caricate elettricamente che hanno la caratteristica di variare la capacità elettrica al suo avvinarsi od allontanarsi fra di esse; se il materiale che costituisce questo tipo di pedane risulta troppo duro o troppo morbido si manifesta un isteresi, ovvero la caratteristica di un sistema a reagire in ritardo alle sollecitazioni applicate ed in dipendenza dello stato (troppo rigido reagisce troppo alla sollecitazione, troppo morbido reagisce in tempi lunghi).

Pedane con rilevamento a celle piezoelettriche (Baropodometriche)

Queste fanno uso di cristalli di quarzo orientato che, compresso, fornisce forma e peso ma non indica il carico.
Lo scopo, in conclusione, è la misura dell'impronta del piede.

Pedane con rilevamento a celle resistive

Misurano, mediante un estensimetro,  (Ponte di Weston) il carico in chili, a seconda di quanto viene sollecitata (piegata), hanno la necessità di un amplificatore di sistema ma una troppa amplificazione crea "rumori di fondo".

Esempio di celle di carico (emipedana capovolta)Esempio di celle di carico (emipedana capovolta)

Pedana posturo-stabilometrica (Lizard)

Questa pedana fornisce in stabilometria la localizzazione al suolo del baricentro, la dinamica del baricentro nel momento dell'osservazione.
A livello posturometrico indica la localizzazione e dinamica del baricentro di ogni piede.
Il carico viene ripartito fra piede destro e piede sinistro ovvero ripartito anche fra tallone, I metatarso e V metatarso equindi misurato.
Quest'ultima è quella di maggior affidabilità e con maggior flessibilità di impiego.

Il Tecnico di Posturometria (TdP)

Già nominato più volte non possiamo non fare un cenno a questo professionista sconosciuto ai più.
Il Tecnico di Posturometria (chiamato anche posturometrista) si può definire come la persona abilitata a compiere tutti gli atti utili e necessari per una corretta rilevazione tramite misurazione, strumentale e non, dell'attività posturale del soggetto in esame.
Tutte le attività che egli compie non sono di diagnosi e/o terapia e/o prevenzione ma solo ed esclusivamente di misurazione della postura e stesura di una Relazione Tecnica Posturo Stabilometrica da consegnare all'odontoiatra o ad altro medico che ha prescritto l'esame al paziente.

Come si diventa tecnici di posturometria?

Si segue un corso biennale, con eventuale terzo anno specializzante che non è obbligatorio, al termine del quale, dopo aver sostenuto un esame di superamento, viene rilasciato un Attestato Universitario di Tecnico di Posturometria.

Conclusioni

Lo studio delle correlazioni fra occlusione e postura inizia già nella metà del secolo passato (Walthers e Goodheart) le successive acquisizioni scientifiche fino ad oggi ottenute hanno portato a pieno titolo la postura nella cultura odontoiatrica.
Gli studi, e l'evoluzione del progresso scientifico e tecnologico, mettono oggi a disposizione strumenti estremamente precisi come la pedana stabilometrica che superati i primitivi scetticismi entra anch'essa a far parte in piena ufficialità degli strumenti per esame a fine diagnostico, così come indicato anche dal Ministero Italiano della Salute, con risultati e benefici ben più che soddisfacenti.
L'impiego di questo strumento permette di formulare una diagnosi maggiormente individualizzata e quindi potenzialmente più esatta.

Il tecnico di posturometria e' in grado di eseguire gli esami prescritti dall'odontoiatra direttamente presso lo studio dentistico e fornire al dentista la Relazione Tecnica Posturo Stabilometrica così che egli possa migliorare le possibilità di successo di una diagnosi precisa senza però che questi debba farsi carico di spese economiche rilevanti in apparecchiature, senza che debba perdere tempo in ulteriori formazioni specialistiche e senza che debba perdere tempo prezioso per eseguire l'analisi posturale continuando invece a dedicare tempo alle cure odontoiatriche di altri pazienti dello studio.

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