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05 Maggio 2020

Fenotipi o biotipi parodontali?


Una recente revisione sistematica, ha classificato i biotipi gengivali in 3 distinte categorie:

  • biotipo sottile e festonato, caratterizzato da corone di forma triangolare, convessità cervicale sottile, contatti interprossimali vicini al bordo incisale, una stretta zona di gengiva cheratinizzata, gengiva sottile e un osso alveolare anch’egli relativamente sottile;
  • biotipo spesso e piatto, con corone dentali di forma squadrata, convessità cervicale pronunciata, ampio contatto interprossimale localizzato più apicalmente, un'ampia zona di gengiva cheratinizzata, gengiva fibrosa e spessa e un osso alveolare relativamente spesso;
  • biotipo spesso e festonato, che mostra una spessa gengiva fibrotica, denti “snelli”, poca gengiva cheratinizzata e una festonatura gengivale pronunciata. 

In generale, un biotipo spesso (51,9%) viene osservato più frequentemente di un biotipo sottile (42,3%) quando si valuta lo spessore gengivale.I soggetti con un biotipo sottile hanno la tendenza a sviluppare più recessioni gengivali rispetto a quelli con un biotipo spesso e questo deve essere considerato prima di un trattamento ortodontico, chirurgico o restaurativo.

La nuova classificazione ha introdotto il termine di fenotipo parodontale suggerendo di sostituirlo alla vecchia definizione di biotipo parodontale. Come è stato sottolineato infatti, il fenotipo indica una dimensione che può cambiare nel tempo a seconda dei fattori ambientali e dell'intervento clinico e che può essere sito-specifica. 

Il fenotipo parodontale è composto da:

  • fenotipo gengivale, ossia spessore gengivale (GT) e ampiezza del tessuto cheratinizzato (KTW);
  • morfologia ossea (BM), ossia lo spessore della corticale vestibolare;
  • dimensione degli elementi dentali. 

E’ ben documentato ed è un'osservazione clinica comune, che la salute parodontale può essere mantenuta nonostante la mancanza di tessuto cheratinizzato, nonché in presenza di frenuli e vestiboli poco profondi quando il paziente adopera adeguate misure di igiene orale e di mantenimento professionale, in assenza di altri fattori di rischio per lo sviluppo della parodontite. 

Tuttavia la presenza di gengiva cheratinizzata è importante nel mantenimento della salute gengivali in quei soggetti con uno deficitario controllo della placca.

La mancanza di tessuto cheratinizzato è considerata un fattore di predisposizione allo sviluppo di recessioni gengivali e infiammazione. 


BIBLIOGRAFIA

1. Cortellini P, Bissada NF. Mucogingival conditions in the natural dentition: Narrative review, case definitions, and diagnostic considerations. J Periodontol. 2018 Jun;89 Suppl 1:S204-S213.

2. Jepsen S, Caton JG, Albandar JM, Bissada NF, Bouchard P, Cortellini P, Demirel K, de Sanctis M, Ercoli C, Fan J, Geurs NC, Hughes FJ, Jin L, Kantarci A, Lalla E, Madianos PN, Matthews D, McGuire MK, Mills MP, Preshaw PM, Reynolds MA, Sculean A, Susin C, West NX, Yamazaki K. Periodontal manifestations of systemic diseases and developmental and acquired conditions: Consensus report of workgroup 3 of the 2017 World Workshop on the Classification of Periodontal andPeri-Implant Diseases and Conditions. J Periodontol. 2018 Jun;89 Suppl 1:S237-S248. 

3. Zweers J, Thomas RZ et all. Characteristics of periodontal biotype, its dimensions, associations and prevalence: a systematic reviewJ Clin Periodontol. 2014;41:958–971. 


  

 
 
 
 

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