L'osteonecrosi dei mascellari nei pazienti in terapia con bifosfonati fu descritta per la prima volta da Robert E. Marx nel 2003 che presentò 36 casi di esposizione ossea in pazienti mai sottoposti a radioterapia testa-collo, unico fattore di rischio noto fino a quel momento.
Da allora la letteratura scientifica si è arricchita di molti articoli volti ad indicare quali siano i pazienti più a rischio di sviluppare questa complicanza, quali le molecole maggiormente coinvolte, quali gli ulteriori fattori di rischio associati, quali le terapie odontoiatriche considerate "sicure" e quali, invece così a rischio da richiedere un'attenta analisi del rapporto costo/beneficio e l'applicazione di specifici protocolli preventivi.
L'osteonecrosi viene storicamente definita come un'area di esposizione ossea nella regione maxillo-facciale presente da almeno 8 settimane, in un paziente che assume o ha assunto in passato bifosfonati, che non è mai stato sottoposto a radioterapia del distretto testa-collo e che risulta libero da metastasi ossee ai mascellari.
Questa definizione ha subito diversi rimaneggiamenti durante l'ultimo decennio, arrivando ad includere casi di osteonecrosi che non presentavano esposizioni ossee, ma soltanto fistole intra o extraorali, e poi cambiando nome da osteonecrosi da bifosfonati a osteonecrosi da medicazioni, in seguito alla commercializzazione di nuovi farmaci, diversi dai bifosfonati, in grado di portare a questa complicanza, tra cui un anticorpo monoclonale impiegato sia per il trattamento dell'osteoporosi che delle metastasi ossee e farmaci antitumorali capaci di interferire con la formazione di vasi sanguigni (antiangiogenetici).
L'identificazione dei pazienti a rischio di osteonecrosi è fondamentale ed è perseguibile solo attraverso una precisa ed approfondita anamnesi che prenda in considerazione non solo il tipo di farmaco utilizzato, la durata della terapia e la via di somministrazione, ma anche fattori di rischio locali e sistemici. La chirurgia dento-alveolare è considerata la procedura maggiormente associata all'insorgenza di osteonecrosi. Altri fattori locali predisponenti consistono in patologie infiammatorie e infettive, sia di tipo endodontico che parodontale, ma anche nell'utilizzo di protesi rimovibili incongrue, il cui traumatismo sui tessuti molli può rappresentare uno stimolo meccanico in grado di favorire lo sviluppo della complicanza. Sono stati riportati infine rari casi di osteonecrosi spontanee, ossia insorte in assenza di fattori locali evidenti.