Prima di iniziare una terapia con bifosfonati o farmaci in grado di causare osteonecrosi dei mascellari è fondamentale l'esecuzione di un'accurata visita odontoiatrica. Essa deve prevedere, oltre a un'anamnesi precisa e un esame obiettivo scrupoloso, un accertamento radiografico utile a identificare tutti gli elementi dentari a prognosi incerta, non restaurabili o che costituiscano un focolaio infettivo. È stato infatti dimostrato come lo screening odontoiatrico, effettuato prima dell'inizio della terapia con questi farmaci, riduca notevolmente il futuro rischio di osteonecrosi.
L'approccio in questi pazienti deve essere tanto più aggressivo quanto maggiore è il rischio, in relazione al tipo e alla posologia di bifosfonato o farmaco antiriassorbitivo che il paziente assumerà e alla malattia di base per cui esso verrà prescritto. Prima dell'inizio della terapia qualsiasi procedura odontoiatrica può essere considerata "sicura".
Differente è il caso del paziente già in terapia con bifosfonati o denosumab. La prevenzione in questo caso consiste nell'istruzione del paziente al mantenimento di un'ottima igiene orale domiciliare e all'abitudine di sottoporsi a regolari controlli odontoiatrici volti alla tempestiva eliminazione di problemi dento-parodontali. In questi pazienti, gli interventi parodontali non chirurgici (ablazione del tartaro e levigatura radicolare), conservativi, endodontici (terapie canalari e ritrattamenti) e protesici (protesi fissa su denti o su impianti posizionati prima dell'inizio della terapia medica e protesi mobile) possono essere effettuati senza alcuna prescrizione medica aggiuntiva o precauzione particolare.
Qualora le condizioni dentali del paziente impongano necessariamente l'esecuzione di manovre chirurgiche dento-alveolari, come l'avulsione di uno o più elementi, l'intervento dovrà essere effettuato osservando uno specifico protocollo preventivo.
Si consiglia di sottoporre il paziente ad una seduta di igiene professionale entro i 14-21 giorni precedenti la chirurgia, di prescrivere una terapia antisettica con clorexidina, sciacqui nelle settimane precedenti l'intervento e gel da applicare sulla ferita fino a guarigione avvenuta, e una terapia antibiotica (prima scelta: amoxicillina 1g ogni 8 ore) a partire da 3 giorni prima dell'avulsione, fino a 2 settimane dopo o a completa guarigione del sito chirurgico. Le manovre chirurgiche andranno effettuate riducendo al minimo il trauma sui tessuti molli e sull'osso e la sutura dovrà avvenire a lembi accostati per favorire la chiusura della ferita per prima intenzione. A distanza di 7, 14 e 30 giorni e successivamente a 2, 3, 6 e 12 mesi è raccomandata l'esecuzione di un controllo clinico del sito post-estrattivo. Durante le fasi post-chirurgiche, può rivelarsi utile, utilizzare prodotti adiuvanti la guarigione, come i preparati a base di aminoacidi e sodio jaluronato, da applicare localmente.
Infine, è importante sottolineare come i pazienti che hanno sospeso la terapia con bifosfonati debbano essere considerati comunque a rischio, poiché sembra accertato che il farmaco permanga nell'osso per un tempo ancora non chiaramente definito, ma sicuramente non inferiore ad alcuni anni.