Non esistono in letteratura dei dati univoci sulla frequenza dell'ipersensibilità dentinale, ciò a causa dei diversi disegni di studio impiegati per misurarla, dei differenti criteri diagnostici utilizzati, del processo di reclutamento dei pazienti e del campione di popolazione scelto. Questo é stato recentemente dimostrato da una revisione sistematica che, analizzando i dati di 65 studi, ha stimato una prevalenza dell'ipersensibilità dentinale nella popolazione generale di oltre l'11%, mostrando però come i dati presenti in letteratura vadano da un modesto 1,3% fino a quasi la totalità dei soggetti (92,1%). È possibile che in futuro la frequenza di questa condizione tenda ad aumentare a causa della maggiore incidenza di patologie erosive e di lesioni dei tessuti duri dovute alla presenza di malocclusioni o connesse con l'ingestione di cibi ad alto contenuto acido, all'aumento della vita media e al miglioramento della salute del cavo orale che implica la possibilità di mantenere sempre più elementi con polpa vitale anche in età avanzata. L'ipersensibilità dentinale é più frequente negli individui tra i 20 e i 40 anni per poi diminuire con l'avanzare dell'età. Gli individui più anziani mostrano generalmente una dentina più esposta ma meno suscettibile agli stimoli termini o chimici. Ciò é dovuto al fatto che progressivamente, nel corso della vita, si verifica una continua deposizione di dentina secondaria e terziaria all'interno dei tubuli dentinali, il che riduce la permeabilità e il movimento dei liquidi attraverso i tubuli. Inoltre, si verifica una diminuzione nel numero di fibre nervose sensoriali vitali all'interno della camera pulpare con una progressiva atrofia pulpare. Le donne mostrano maggiori possibilità di soffrire di ipersensibilità dentinale, il che può essere associato alle loro abitudini di igiene orale, al frequente utilizzo di cibi acidi e alla possibile presenza di una soglia del dolore inferiore rispetto a quella degli uomini. I denti maggiormente colpiti da questo problema sono i canini e i primi premolari dell'arcata mascellare. Infatti questi elementi mostrano un volume inferiore della corona, una corticale ossea vestibolare più sottile e possono essere soggetti inoltre a carichi laterali eccessivi durante i movimenti di escursione della mandibola. Questi carichi possono portare ad una maggiore flessione del dente, amplificando le deformazioni nella regione cervicale, con conseguente possibile perdita di tessuto duro e quindi insorgenza di ipersensibilità.