Dopo essere giunti a un sospetto di carcinoma orale, attraverso l'integrazione del dato anamnestico con l'ispezione intraorale e la palpazione delle mucose, il passo successivo è arrivare, nel minor tempo possibile, alla conferma diagnostica di tale sospetto.
Nel caso dei disordini potenzialmente maligni e delle neoplasie maligne del cavo orale, il test diagnostico considerato il "gold standard", cioè la metodica più affidabile per individuare la malattia quando presente ed escluderla quando assente, è rappresentato dalla biopsia.
Seppur la biopsia sia un esame di semplice esecuzione, che non richiede particolari abilità chirurgiche e che si avvale di uno strumentario limitato e facilmente reperibile in qualsiasi studio odontoiatrico, questa procedura necessita di una specifica competenza specialistica. Al fine di ottenere una corretta diagnosi, è infatti necessario non solo individuare l'esatto punto in cui eseguire il prelievo, ma anche ricorrere a una serie di accorgimenti intraoperatori volti a permettere all'anatomopatologo di osservare il tessuto prelevato al microscopio senza difficoltà.
Arrivati a una diagnosi di certezza, grazie all'esame istopatologico effettuato sul campione prelevato, è necessario eseguire la stadiazione. La stadiazione si avvale dell'integrazione dei dati raccolti attraverso l'esame obiettivo, la diagnostica per immagini, l'esame istopatologico e gli esami di laboratorio, per arrivare a descrivere schematicamente l'estensione e il grado di diffusione del tumore. I dati da considerare, in particolare, sono la dimensione e l'estensione del tumore alle strutture circostanti, l'interessamento dei linfonodi regionali e la presenza o assenza di metastasi a distanza. La stadiazione costituisce un punto fondamentale per formulare una prognosi e, successivamente, per guidare gli oncologi e i chirurghi nella scelta della terapia più corretta per ogni singolo paziente.
I tumori di piccole dimensioni e che non mostrano coinvolgimento linfonodale rappresentano gli stadi precoci di malattia, mentre quelli che mostrano grande estensione e/o coinvolgimento linfonodale, rientrano negli stadi avanzati. Generalmente, gli stadi precoci vengono trattati con una singola modalità terapeutica, chirurgica o radioterapica, mentre negli stadi avanzati di malattia la terapia d'elezione è la chirurgia resettiva del tumore, con svuotamento linfonodale, seguita da radioterapia adiuvante eventualmente associata a chemioterapia.