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20 Aprile 2020

Uno studio NIH verifica i metodi di decontaminazione per il riutilizzo delle mascherine FFP2

Il National Institute of Health ha verificato il riuso fino a 3 volte delle mascherine N95 (FFP2) sottoposte ad un protocollo di decontaminazione ma precisa: risultati ancora da validare


Viste le difficoltà di reperire mascherine di protezione N95 (FFP2) può essere utile la ricerca pubblicata su sito NHI e condotta dai ricercatori dello stesso National Institutes of Health che hanno sperimentato come questo tipo di mascherine possa essere decontaminato in modo efficace e mantenere l'integrità funzionale per un massimo di tre usi.
Lo studio, si legge sul sito NHI, è stato condotto in un ambiente di laboratorio controllato e i risultati sono stati anticipati nonostante non siano stati ancora stati sottoposti a revisione paritaria. La scelta, spiegano dall’istituto è quella di condividerli ugualmente per aiutare la gestione della salute pubblica in questa emergenza COVID-19.

Lo studio è stato condotto dai ricercatori del Rocky Mountain Laboratories (RML) del NIH a Hamilton, nel Montana, in collaborazione con l'Università della California, a Los Angeles testando la decontaminazione di piccole sezioni di tessuto filtrante N95 che erano state esposte al virus SARS-CoV-2. I metodi di decontaminazione testati includevano perossido di idrogeno vaporizzato (VHP), calore secco a 70 gradi, luce ultravioletta e spray al 70% di etanolo.

Tutti e quattro i metodi hanno eliminato il virus rilevabile sui campioni di tessuto. I ricercatori hanno poi anche trattato le intere mascherine con gli stessi metodi di decontaminazione  utilizzati nel test e poi dati da indossare per due ore a volontari per capire se mantenevano calzabilità e sigillo adeguati sul viso. La decontaminazione è stata ripetuta tre volte con ciascuna maschera usando la stessa procedura.

Gli scienziati hanno verificato che lo spray all'etanolo ha danneggiato l'integrità della forma e della tenuta della mascherina dopo due sessioni di decontaminazione e quindi non lo raccomandano. Mascherine trattate con luce utravioletta e con calore a secco termicamente hanno iniziato a mostrare problemi di tenuta dopo tre decontaminazioni, suggerendo che trattamento potrebbe essere permettere il riutilizzo due volte. Le mascherine trattate con perossido di idrogeno vaporizzato (VHP) non hanno invece subito problemi, e per questo motivo i ricercatori indicano un possibile riutilizzo fino a tre volte. 


Gli autori hanno concluso che il VHP risulterebbe il metodo di decontaminazione più efficace, poiché nessun virus è stato rilevato già dopo solo un trattamento di 10 minuti.  

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