Obiettivi In questo articolo vengono presentati i principi clinici e tecnologici dell’AMSJI e descritto il primo caso clinico trattato in Italia con questa nuova metodica.
L’acronimo AMSJI significa “impianto sottoperiostale dei mascellari prodotto con tecnica additiva” e potrebbe dimostrarsi una valida alternativa per le riabilitazioni implantari che richiedono una ricostruzione ossea o impianti zigomatici come nelle classi Cawood-Howell V-VIII.
Materiali e metodi L’impianto AMSJI (CADskills BVBA, Ghent, Belgio) è formato da due parti, una destra e una sinistra, fissate all’osso mascellare; le due parti sono unite tramite la struttura protesica.
L’impianto è realizzato in titanio di tipo 23 ELI. Ogni parte è a sua volta costituita dalle ali, che si estendono al processo zigomatico del mascellare e ai lati dell’apertura piriforme nei pilastri medio-facciali. Le ali hanno dei fori per la fissazione dell’impianto all’osso con viti da osteosintesi. Alla struttura principale si uniscono le braccia per la connessione protesica, alle quali si collegano i montanti con le connessioni per i componenti protesici.
Per valutare la posizione e la lunghezza delle viti di fissazione si utilizza il software Mimics Medical 20 (Materialise, Leuven, Belgio) in modalità 2D e 3D. Ogni AMSJI è consegnato al medico accompagnato dallo schema della posizione e della lunghezza delle viti di fissazione.
Discussione e conclusioni Paziente maschio di 63 anni in buono stato di salute generale con edentulismo mascellare conseguente al fallimento di una precedente riabilitazione implantare. Per lo studio del caso è stata eseguita TC con una protesi di scansione radio-opaca che mostrava un’atrofia ossea avanzata ascrivibile alle classi V e VI di Cawood-Howell.
Al paziente è stata esposta la possibilità di riabilitazione mediante AMSJI. Sono stati inviati i dati DICOM della TC al produttore dell’AMSJI ed è stato realizzato il sistema personalizzato. L’intervento è stato eseguito in anestesia generale per ragioni legate alla volontà del paziente e all’avanzato grado di atrofia.
L’incisione dei tessuti molli è stata fatta utilizzando la guida d’incisione fornita dal produttore. Dopo lo scollamento dei tessuti sono state collocate, appoggiandole sulla superficie ossea, le due strutture implantari di destra e di sinistra. È stata poi avvitata la barra provvisoria alle due strutture e montata la protesi provvisoria; infine, il paziente è stato portato in occlusione centrica.
Sono state fissate le strutture implantari all’osso mascellare mediante viti autofilettanti di 2,3 mm di diametro, quattro da 7 mm e quattro da 11 mm, come indicato nel progetto. Dopo avere fissato l’AMSJI è stata smontata la barra protesica ed è stata eseguita la sutura. È stata quindi rimontata la sovrastruttura e cementata la protesi provvisoria.
Il paziente è stato dimesso in grado di masticare cibi morbidi. Dopo circa tre mesi, la protesi e la struttura temporanea sono state smontate per rilevare un’impronta per realizzare il rivestimento della struttura protesica definitiva. La struttura per protesi ibrida è stata scannerizzata e il laboratorio odontotecnico ha realizzato e assemblato la parte bianca e rosa alla struttura in titanio.
A circa sei mesi dall’intervento il paziente mastica in modo soddisfacente e la protesi è stabile. Una piccolissima area di iperestesia cutanea è residuata in corrispondenza del foro infraorbitario di sinistra; il paziente ha espresso la sua piena soddisfazione per il risultato estetico e funzionale.
Significato clinico La procedura, che è recente, ancora difetta di un esteso follow-up, ma le impressioni cliniche relative alla precisione dei componenti e al perfetto adattamento all’osso delle strutture implantari sono state molto positive.
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doi: https://doi.org/10.19256/d.cadmos.04.2019.04
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