02 Aprile 2020

Riassorbimenti cervicali invasivi: case report e indicazioni cliniche

Rubrica AIE

a cura dell'Accademia Italiana Endodonzia

Il riassorbimento cervicale invasivo (ICR) è un tipo di riassorbimento cervicale la cui incidenza è spesso sottostimata e le cui diagnosi e gestione rappresentano per il clinico una vera e propria sfida. Il sempre più frequente uso di sistemi di ingrandi­mento e l’utilizzo di metodiche di radiogra­fia tridimensionale come la CBCT hanno fornito al clinico gli strumenti per eseguire una corretta diagnosi differenziale con le lesioni cariose e consentono spesso il mantenimento dell’elemento nel medio periodo.

Purtroppo, a oggi non vi è un pro­tocollo ben definito sul trattamento seppur siano presenti più di una classificazione. L’European Society of Endodontology (ESE) ha pubblicato nel 2018 il proprio “po­sition statement” per cercare di offrire alcu­ne linee guida e suggerimenti in modo da fare chiarezza sulle varie soluzioni cliniche.

Introduzione  Il riassorbimento cervicale invasivo (ICR) è spesso descritto come una forma piut­tosto rara di riassorbimento cervicale. Questo dato è un po’ in controtendenza rispetto all’esperienza clinica quotidiana in cui, se ben investigata, la diagnosi di un ICR sembra avvenire piuttosto fre­quentemente. Probabilmente una mag­giore conoscenza da parte del clinico e la disponibilità di strumenti diagnostici più performanti, quali ingrandimenti e CBCT, hanno consentito un maggiore reperi­mento di questo tipo di lesioni.

Nel 1994 Heithersay ha introdotto il ter­mine di ICR per definire questo tipo di ri­assorbimento cervicale; in base alla sua classificazione riconosciamo:

  • riassorbimento da trauma;
  • riassorbimento da infezione;
  • riassorbimento invasivo.

Nei primi due, l’eliminazione della causa inducente arresta il processo di riassorbi­mento, mentre nell’ICR è necessario eli­minare lo strato di tessuto iperplastico per scongiurare la possibilità di una recidiva. La lesione si manifesta solitamente sotto l’attacco epiteliale nella regione cervicale a seguito di un processo di riassorbimen­to causato da odontoblasti e osteoclasti attivati da uno stimolo di cui ancora non si conosce la natura. Intervengono a que­sto processo anche cellule infiammatorie come linfociti, macrofagi e fibroblasti.

Si ritiene che il processo di riassorbimento sia dovuto a uno scompenso tra stimoli che promuovono il riassorbimento e fat­tori contenuti nella polpa e nel legamento parodontale che lo ostacolano. Il tessu­to iperplastico si infiltra nello spessore della dentina senza coinvolgere il canale radicolare. Sebbene le cause primarie rimangano sconosciute, negli anni sono stati identi­ficati potenziali fattori predisponenti quali traumi pregressi, trattamenti orto­dontici, sbiancamenti interni che po­trebbero, da soli o combinati insieme, aumentare il rischio di insorgenza di ICR.

Va comunque precisato che que­sti fattori da soli non spiegano l’insor­genza di tutti i casi di ICR in quanto ven­gono descritti eventi in pazienti senza una storia clinica a essi correlata. L’aspetto clinico dell’ICR può essere molto variabile da un caso a un altro, an­dando da una piccola depressione a una colorazione rosea del margine cervicale del dente quando il tessuto granulomato­so infiltrato traspare attraverso lo smalto residuo. Anche in radiografia può avere margini netti oppure un aspetto più fra­stagliato.

Per continuare la lettura gli abbonati possono scaricare l'allegato.

doi: https://doi.org/10.19256/d.cadmos.04.2020.07



 
 
 
 

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