Obiettivi L’obiettivo di questo lavoro è illustrare il trattamento chirurgico di una lesione reattiva di grandi dimensioni a carico della gengiva aderente del primo quadrante. Per il trattamento dell’esteso difetto gengivale derivante dall’exeresi della lesione, un granuloma piogenico, viene descritto l’utilizzo del lembo palatino ruotato con la sua variante del peduncolo mesiale.
Materiali e metodi Il caso clinico riguarda una paziente di 70 anni inviata presso il reparto di chirurgia orale dell’Ospedale San Paolo di Milano per la presenza di una neoformazione di grosse dimensioni a livello gengivale. L’anamnesi patologica remota e farmacologica della paziente è negativa. In prima visita la paziente è asintomatica. All’esame obiettivo intraorale si evidenziano importanti accumuli di placca e tartaro, un’estesa neoformazione di circa 10x8 cm, multilobulata, peduncolata, ricoperta da mucosa avente aree eritematose alternate ad aree di colorito fisiologico. Si evidenziano, inoltre, elementi dentari compromessi, con lesioni cariose, mobili e fratturati. La paziente èstata sottoposta a quattro sedute di igiene orale professionale a distanza di una settimana l’una dall’altra. In seguito è stata trattata con l’escissione completa della neoformazione tramite tecnica tradizionale con bisturi a lama fredda. Il difetto derivato da tale procedura èstato trattato con lembo palatino ruotato nella sua variante a peduncolo mesiale, in modo da garantire una quantità e qualità di tessuto sufficienti a ottenere una buona guarigione del sito di intervento. Al termine dell’intervento chirurgico sono stati somministrati 100 mg di nimesulide e 2 g di amoxicillina, sono state fornite le consuete istruzioni post-operatorie ed è stata prescritta una copertura antibiotica con amoxicillina 1 g ogni 8 ore per 6 giorni.
Risultati Il decorso post-operatorio èavvenuto in completa assenza di complicanze e di sintomatologia algica. Al controllo a una settimana si èosservata una buona guarigione dei tessuti nella sede dell’intervento, con assenza di segni di infezione ed è stata eseguita la rimozione dei punti sutura. A tre settimane la guarigione risulta completa e viene consegnato il referto istopatologico che conferma diagnosi di granuloma piogenico. Al controllo a tre mesi dall’intervento non si evidenziano difetti morfologici a livello del sito donatore e si osserva una buona qualitàdel tessuto in sede ricevente. Infine, la paziente è stata invitata a sottoporsi a cure odontoiatriche e a successive sedute di igiene orale professionale per rimuovere tutti i focolai infettivi in grado di sostenere una recidiva. Tuttavia, la paziente non si è dimostrata collaborante in termini di aderenza alla terapia.
Conclusioni I difetti gengivali possono essere trattati con tecniche differenti, quali ad esempio lembo ad avanzamento coronale, innesto connettivale, lembo palatale avanzato coronalmente e lembo palatino ruotato. Tuttavia, in letteratura ci sono pochi studi riguardanti l’efficacia di una tecnica rispetto all’altra. Per il trattamento del difetto gengivale del presente caso si è scelto il lembo palatino ruotato, nella sua variante a peduncolo mesiale. Questo tipo di lembo garantisce sufficiente spessore al tessuto, consente un’adeguata vascolarizzazione, èpiù conservativo rispetto alla variante classica, preserva maggiormente le strutture anatomiche neurovascolari limitrofe e permette guarigioni senza alterazioni anatomiche del fornice vestibolare; inoltre ha una stabilitàmaggiore e un risultato piùpredicibile rispetto all’innesto libero di connettivo.
Significato clinico Sulla base dei risultati ottenuti, l’implicazione clinica di maggior rilevanza è rappresentata dal fatto che il lembo palatino ruotato con peduncolo mesiale può essere utilizzato nel trattamento di difetti gengivali di grandi dimensioni in cui non siano presenti gengiva cheratinizzata e mucosa alveolare. Inoltre, si ottengono buoni risultati in termini di dolore post-operatorio e di guarigione dei siti donatore e ricevente.
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doi: https://doi.org/10.19256/d.cadmos.10.2019.07
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