Obiettivi Scopo del presente lavoro è quello di valutare le attuali conoscenze scientifiche riguardo l’inclusione primaria dei molari decidui attraverso una revisione narrativa della letteratura e, in particolare, valutare quali sono i fattori eziopatogenetici maggiormente coinvolti nell’insorgenza dell’inclusione primaria dei molari decidui, determinare quali sono le differenti opzioni di trattamento proposte dalla letteratura per la risoluzione della patologia, esaminare la possibile associazione dell’inclusione primaria dei molari decidui con altre condizioni patologiche locali – quali agenesie, elementi soprannumerari o altri elementi, decidui o permanenti, inclusi – e, infine, illustrare il protocollo diagnostico-terapeutico di casi clinici trattati presso la U.O.C. di Odontoiatria pediatrica del Dipartimento di scienze odontostomatologiche e maxillo-facciali del Policlinico Umberto I di Roma.
Materiali e metodi Dati obiettivi posti in evidenza dalla semeiotica clinica, eventualmente completati dai test di vitalità pulpare, consentono di avanzare il sospetto diagnostico di inclusione, che deve tuttavia essere confermato radiograficamente. Gli accertamenti radiografici, indispensabili ai fini di una corretta programmazione terapeutica, oltre a fornire la certezza diagnostica consentono di indagare le caratteristiche dell’elemento incluso.
L’esame di secondo livello è richiesto nei casi in cui ci sia un’inclusione completa ossea e vi sia la necessità di valutare i rapporti dell’elemento incluso con le strutture nobili adiacenti. Eseguito l’intervento chirurgico, il paziente viene inserito in un programma di follow-up in collaborazione con l’ortodontista, eseguendo radiografie endorali a 3, 6 e 9 mesi per monitorare lo sviluppo radicolare dell’elemento ritenuto e il suo iter eruttivo.
Risultati Da un’accurata revisione della letteratura si evidenziano le scarse conoscenze scientifiche riguardo l’inclusione primaria dei molari della serie decidua. Per quanto riguarda le modalitàdi trattamento, il metodo chirurgico radicale con l’estrazione dell’elemento deciduo incluso èdi gran lunga l’approccio terapeutico preferito in letteratura.
La maggior parte degli studi manca però di controlli clinici o radiografici successivi al trattamento che evidenzino la normale eruzione in arcata del secondo premolare.
Conclusioni Da una revisione della letteratura si rileva la scarsitàdi studi riguardanti l’inclusione primaria dei molari decidui. La maggior parte degli articoli analizzati presenta, inoltre, importanti lacune riguardanti i fattori eziologici implicati e la prognosi del corrispettivo elemento permanente, mancando controlli successivi al trattamento.
Ulteriori studi sull’argomento saranno utili in futuro per definire con maggiore precisione e accuratezza la patologia in esame, al fine di effettuare una quanto più precoce diagnosi e un corretto piano terapeutico.
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doi: https://doi.org/10.19256/d.cadmos.03.2020.11
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