31 Gennaio 2021

L’Organizzazione Mondiale della Sanità per un’odontoiatria di comunità

Intervista a... Maria Grazia Cagetti e Guglielmo Campus

Lorena Origo

Guglielmo Campus, Maria Grazia CagettiGuglielmo Campus, Maria Grazia Cagetti

Guglielmo Campus è coordinatore uffi­ciale del Centro italiano di collaborazione OMS per l’Epidemiologia e l’Odontoiatria di Comunità, con sede all’Università degli Studi di Milano presso l’UOC di Odonto­stomatologia 1 dell’Azienda Ospedaliera Santi Paolo e Carlo, e Maria Grazia Ca­getti ricopre il ruolo di vice-coordinatore o coordinatore non ufficiale presso il me­desimo Centro. Con entrambi abbiamo approfondito finalità e attività dell’Orga­nizzazione nell’ambito della salute orale.

Quali finalità ricopre e quali attività promuove l’OMS nell’ambito della salute orale?

G.C. Nel 2015 è stata adottata la dichiara­zione di Tokyo per le cure odontoiatriche e la salute orale. Con questa dichiarazione si invitano i responsabili delle politiche sa­nitarie a intraprendere azioni per ridurre il carico globale delle malattie orali, per pro­muovere un maggiore accesso ed equità ai servizi di salute orale e per integrare i programmi di salute orale nell’ambito più ampio della salute generale.

L’OMS ha identificato strategie chiave per migliorare la salute orale, con partico­lare attenzione alle popolazioni fragili ed emarginate per le quali l’accesso all’assi­stenza sanitaria odontoiatrica è limitato o del tutto assente. Queste strategie inclu­dono sia l’implementazione di program­mi di prevenzione efficaci anche in termi­ni di costi (un esempio è rappresentato dalla riduzione dell’incidenza di carie in età scolare attraverso programmi di spazzolamento supervisionato) sia di as­sistenza primaria incentrata sul paziente.

Il programma di salute orale che l’OMS sta attualmente implementando si basa su una roadmap triennale (2019-2021) che comprende un mix di lavoro normati­vo e supporto pratico ai paesi membri.

È da segnalare il documento dello scorso dicembre dell’executive board che final­mente ha messo all’ordine del giorno dell’Assemblea Generale un punto ri­guardante la salute orale. Il documento descrive quali saranno gli obiettivi e le azioni dell’OMS per questo nuovo de­cennio. I punti più salienti del documento sono: la raccolta dati sullo stato di salute orale globale; la riduzione dell’uso dell’a­malgama dentale nell’ambito della Con­venzione di Minamata sul mercurio; lo sviluppo di una guida tecnica sulla pre­venzione e il controllo della carie della prima infanzia; lo sviluppo e il supporto all’uso della tecnologia mobile per mi­gliorare la consapevolezza e l’educazio­ne per combattere le malattie orali e i re­lativi fattori di rischio.

Quando parliamo di odontoiatria di comunità che cosa si intende esattamente?

M.G.C. La sua domanda la dice lunga, perché sicuramente non chiederebbe a un odontoiatra, quali noi siamo, di spie­gare ai colleghi cosa sia, per esempio, l’ortodonzia! In realtà, aimè, l’odontoiatria di comunità è una disciplina talmente po­co applicata in Italia da essere in gran parte misconosciuta.

L’odontoiatria di comunità è quella disci­plina che ha come target non il singolo paziente, ma una popolazione o un sot­togruppo di essa. Attraverso la raccolta di dati epidemiologici sulla prevalenza e incidenza delle patologie orali evidenzia i bisogni di salute orale di una data popo­lazione in modo da poter pianificare e portare avanti progetti di promozione e prevenzione orale.

Ogni anno, il primo giorno di lezione di odontoiatria di comunità agli studenti del Corso di Laurea di odontoiatria della Sta­tale di Milano, in cui insegno, chiedo se siano mai stati coinvolti in un programma di odontoiatria di comunità. Il massimo che ottengo è che su 60 studenti, 2 o 3 alzino la mano e mi raccontino di una le­zione di promozione di salute orale svolta alle elementari o medie da un genitore (odontoiatra o igienista dentale) di un compagno di classe.

Quindi, se pur lodevoli iniziative, si tratta di eventi sporadici eseguiti da volontari non specificatamente preparati. Allora mi diverto a raccontare che quando fre­quentavo le elementari a Cagliari in una scuola pubblica in cui si facevano i tripli turni per l’alto numero di scolari, veniva­mo sottoposti oltre che alla schermogra­fia e agli eventuali richiami vaccinali an­che a una seduta semestrale di fluoro­profilassi con ionoforesi. Di tutto ciò non resta più niente, la medicina scolastica è stata smantellata da tempo e con essa anche l’odontoiatria di comunità in ambi­to scolastico.

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doi: https://doi.org/10.19256/d.cadmos.02.2021.02




 
 
 
 
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