Obiettivi Lo scopo di questo modulo è descrivere le principali tecniche di otturazione canalare, i biomateriali utilizzati per sigillare lo spazio endodontico, i limiti, i vantaggi e le applicazioni principali, con attenzione ad alcuni aspetti tecnici critici.
Materiali e metodi Sono state esaminate le principali tecniche di otturazione canalare ottenute dall’analisi dei dati della letteratura internazionale con cenni storici e con valutazioni cliniche. I principali biomateriali per sigillare il canale sono descritti e discussi in base alle loro proprietà chimico-fisiche e biologiche, con attenzione a tempi di indurimento, radiopacità, capacità di espandersi e di rilasciare elementi quali il calcio.
Risultati L’otturazione del canale endodontico deve impedire la ricolonizzazione batterica del canale precedentemente strumentato, deterso e sagomato e impedire la fuoriuscita dei batteri dall’apice radicolare.
Per questi motivi l’otturazione canalare deve sigillare perfettamente lo spazio endodontico. Il riempimento canalare deve essere privo di vuoti e di gap all’interfaccia canale-materiale di otturazione, deve rimanere stabile nel tempo, biocompatibile e radiopaco. Le tecniche di otturazione del canale devono essere facili da eseguire anche in canali con anatomie difficili e devono risultare indipendenti, per quanto possibile, dall’abilità e dall’esperienza dell’operatore.
Tecniche quali la compattazione laterale, la verticale a caldo e le varianti eseguite con guttaperca e sealer tradizionali hanno dimostrato validi risultati nel tempo. Anche i sistemi basati su carrier plastici rivestiti con guttaperca, ormai sviluppati da 30 anni, si sono rivelati estremamente validi e con una sistematica di esecuzione molto semplificata e quindi predicibile.
Per questo motivo appaiono come una delle tecniche di riferimento attuali. Ogni tecnica prevede l’utilizzo di sealer (o cementi endodontici). I sealer hanno lo scopo di migliorare il sigillo, occupando le piccole porosità e i deficit di riempimento, garantendo la stabilità del sigillo nel tempo.
Accanto ai tradizionali cementi ossido di zinco-eugenolo e derivati, sono da anni apparsi i cementi su base resinosa-epossidica, con ottimi risultati clinici a distanza.
I cementi calcio-silicatici bioceramici sono un gruppo di materiali derivati dai cementi MTA inizialmente utilizzati per riparare le perforazioni e per le otturazioni retrograde in corso di apicectomia. I bioceramici hanno alcune innovative proprietà quali eccellente biocompatibilità, osteoinduzione, capacità di indurire in ambiente umido, di espandersi e di nucleare apatite.
Le tecniche di otturazione a freddo con cono singolo o con compattazione laterale sono raccomandate per tali cementi. Le applicazioni cliniche in cui sono indicati possono essere anche in elementi con perforazioni e false strade, apici beante e umidi, grandi deficit ossei periapicali e altre situazioni cliniche difficili.
Conclusioni Il ruolo dell’otturazione e della riabilitazione coronale è estremamente importante per prevenire nel tempo la reinfezione. È importante pertanto conoscerli e prendere confidenza con il loro utilizzo.
Le caratteristiche chimico-fisiche, meccaniche e le proprietà dei materiali, unitamente alle metodiche di applicazione, devono essere perfettamente conosciute dall’operatore per poterle utilizzare al meglio con le tecniche più appropriate.
Significato clinico Le tecniche di otturazione endodontiche mirano ad assicurare un prolungato e stabile sigillo endodontico con lo scopo di prevenire la reinfezione batterica del canale. Queste tecniche sono purtroppo ancora in parte operatore-dipendente, anche se le carrier-based appaiono più semplici, predicibili e applicabili in canali con anatomie complesse.
L’evoluzione dei cementi, con l’introduzione dei bioceramici a rilascio di calcio, può rappresentare un ulteriore passaggio verso un’endodonzia più predicibile, con materiali osteoinduttivi, osteoconduttivi e biologicamente attivi, onde ampliare le possibilità di trattamento.
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doi: https://doi.org/10.19256/d.cadmos.07.2021.10
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