In Italia il Servizio Sanitario non è stato e non è in grado di garantire un adeguato livello di cure odontoiatriche alle fasce deboli della popolazione in termini sia di qualità delle prestazioni che di tempi di attesa. In particolare, le riabilitazioni protesiche sono una realtà di nicchia gestita in pochissime strutture pubbliche.
In aggiunta a questa complessa situazione, i flussi migratori sono notevolmente aumentati e le persone con temporaneo permesso di soggiorno sono una realtà in costante crescita. Questa fascia vulnerabile di popolazione non è in alcun modo tutelata dal punto di vista odontoiatrico e non ha accesso alle cure nel Servizio Sanitario.
La Pandemia Covid 19 ha ulteriormente aggravato la situazione peggiorando la crisi economica del paese, costringendo sempre più persone a dover rinunciare alle terapie odontoiatriche.
Non potersi permettere tali cure significa soffrire di patologie orali, che comportano un peggioramento della qualità di vita nel suo insieme con implicazioni non solo funzionali ma anche psicologiche, causa di ulteriore aggravamento del disagio sociale.
Da questa consapevolezza – per volontà di Gabriela Piana affiancata, in primis, da Martina Stefanini e da numerosi altri professionisti – dal 2022 sarà attivo a Bologna un ambulatorio che fornirà cure odontoiatriche, ma non solo, alle fasce più deboli della popolazione Ci raccontano del progetto e dello stato dell’arte le professoresse Piana e Stefanini.
“Tutto è iniziato alla fine del 2019 quando ho chiuso l’ambulatorio dove esercitavo la libera professione e mi sono trovata a dover decidere cosa fare dei materiali e delle attrezzature” esordisce Gabriela Piana “che solitamente vengono donati ad associazioni presenti nei paesi del Terzo Mondo.
Contemporaneamente, sensibilizzata dalla situazione di disagio presente nel nostro paese e anche in Emilia Romagna, ho iniziato ad accarezzare un sogno: creare una struttura per promuovere la salute orale tra le numerose persone che per i più svariati motivi – mancanza di residenza, extracomunitari, difficoltà economiche… – non hanno accesso alle cure odontoiatriche.
Infatti, rivolgersi al privato è costoso e il Servizio Sanitario, solo per coloro che ne avrebbero diritto, ha tempi di attesa spesso non compatibili con le urgenze odontoiatriche.
L’importante rivista Lancet in un articolo di un paio di anni fa ha proprio evidenziato come la salute orale sia un significativo indicatore sociale: chi è in condizioni di povertà ha una bocca particolarmente disagiata.”
“Gabriela mi ha parlato per la prima volta del progetto davanti a una tazza di caffè” racconta Martina Stefanini “e ne sono stata sin da subito entusiasta."
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doi: https://doi.org/10.19256/d.cadmos.08.2021.02
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