01 Ottobre 2021

Ambulatorio odontoiatrico sociale: un sogno che si sta trasformando in realtà

Intervista a... Gabriela Piana e Martina Stefanini

Lorena Origo

Martina Stefanini e Gabriela PianaMartina Stefanini e Gabriela Piana

In Italia il Servizio Sanitario non è stato e non è in grado di garantire un adeguato livello di cure odontoiatriche alle fasce deboli della popolazione in termini sia di qualità delle prestazioni che di tempi di attesa. In particolare, le riabilitazioni pro­tesiche sono una realtà di nicchia gestita in pochissime strutture pubbliche.

In aggiunta a questa complessa situazione, i flussi migratori sono notevolmente au­mentati e le persone con temporaneo per­messo di soggiorno sono una realtà in co­stante crescita. Questa fascia vulnerabile di popolazione non è in alcun modo tutelata dal punto di vista odontoiatrico e non ha accesso alle cure nel Servizio Sanitario.

La Pandemia Covid 19 ha ulteriormente aggravato la situazione peggiorando la crisi economica del paese, costringendo sempre più persone a dover rinunciare alle terapie odontoiatriche.

Non potersi permettere tali cure significa soffrire di patologie orali, che comporta­no un peggioramento della qualità di vi­ta nel suo insieme con implicazioni non solo funzionali ma anche psicologiche, causa di ulteriore aggravamento del di­sagio sociale.

Da questa consapevolezza – per volontà di Gabriela Piana affiancata, in primis, da Martina Stefanini e da numerosi altri professionisti – dal 2022 sarà attivo a Bologna un ambulatorio che fornirà cure odontoiatriche, ma non solo, alle fasce più deboli della popolazione Ci raccontano del progetto e dello stato dell’arte le professoresse Piana e Ste­fanini.

“Tutto è iniziato alla fine del 2019 quan­do ho chiuso l’ambulatorio dove eserci­tavo la libera professione e mi sono tro­vata a dover decidere cosa fare dei ma­teriali e delle attrezzature” esordisce Ga­briela Piana “che solitamente vengono donati ad associazioni presenti nei pae­si del Terzo Mondo.

Contemporaneamente, sensibilizzata dalla situazione di disagio presente nel nostro paese e anche in Emilia Romagna, ho iniziato ad accarezzare un sogno: cre­are una struttura per promuovere la salu­te orale tra le numerose persone che per i più svariati motivi – mancanza di resi­denza, extracomunitari, difficoltà econo­miche… – non hanno accesso alle cure odontoiatriche.

Infatti, rivolgersi al privato è costoso e il Servizio Sanitario, solo per coloro che ne avrebbero diritto, ha tempi di attesa spesso non compatibili con le urgenze odontoiatriche.

L’importante rivista Lancet in un articolo di un paio di anni fa ha proprio eviden­ziato come la salute orale sia un signifi­cativo indicatore sociale: chi è in condi­zioni di povertà ha una bocca particolar­mente disagiata.”

“Gabriela mi ha parlato per la prima volta del progetto davanti a una tazza di caffè” racconta Martina Stefanini “e ne sono stata sin da subito entusiasta."

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doi: https://doi.org/10.19256/d.cadmos.08.2021.02




 
 
 
 

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